CRISI NATUZZI, I SINDACATI: “NON ACCETTEREMO STIPENDI SOTTO LA CASSA INTEGRAZIONE”.
Santeramo in Colle - Lo sciopero del 21 gennaio 2014 indetto per protestare contro gli esuberi e il calo dei salari. |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 21 OTTOBRE 2014
di Nicola NATALE
Novanta per
cento. Questa è stata la partecipazione allo sciopero indetto dai sindacati
confederali così come riferita da alcuni rappresentanti aziendali.
I segretari
regionali hanno ribadito la volontà di voler trattare ancora con l’azienda ma
sulla base di elementi nuovi.
Silvano Penna, segretario regionale fillea cgil |
“Abbiamo da una parte soldi veri da togliere ai
lavoratori, dall’altra chiacchiere sulla riduzione degli sprechi denunciati dai
nostri rappresentanti aziendali” dice Silvano Penna segretario regionale della
fillea cgil.
Insomma la volontà di incontrarsi naturalmente c’è ancora e dopo
l’ennesima giornata di sciopero davanti ai cancelli arriva la convocazione dell’assessore
regionale Leo Caroli, già segretario regionale della cgil di Brindisi.
Natuzzi
ed i sindacati si incontreranno lunedì prossimo, 27 ottobre alle 12 a Bari
presso l’assessorato al lavoro per l’ennesima mediazione sui temi scottanti
della cassa integrazione (più che in deroga), dei contratti di solidarietà, del
demansionamento e del contestuale passaggio di tutti i dipendenti del gruppo al
contratto collettivo del legno arredo solo per stare alle questioni principali.
Natuzzi: lavoratori in presidio presso lo stabilimento di Laterza (Taranto) |
Gli stabilimenti pugliesi e lucani della Natuzzi ieri si sono fermati in
conseguenza dello sciopero “riuscito benissimo” dicono gli rsu Renzo Mazzone,
Franco Passarelli, Antonello Zicari ma che non proseguirà oltre.
Ma cosa
riserva l’immediato futuro?
Innanzitutto
c’è la disponibilità del sindacato a chiudere la questione dell'anticipo c.i.g.s. (cassa integrazione guadagni straordinaria) con
l’intervento delle banche e della regione Puglia.
Poi una valutazione più
prudente sui rientri possibili con i contratti di solidarietà. L’azienda aveva parlato
su questo stesso giornale di 600 dipendenti, la fillea ne stima al massimo
4-500.
Resta la questione del demansionamento, la più spinosa da affrontare
anche per il sindacato poiché è una contrattazione al contrario. Insomma si
lotta non per aumentare i salari ma per fare in modo che non diminuiscano
troppo.
“Questo però” aggiunge Penna “non può essere un ricatto o c’è quello o
non c’è niente”.
A complicare il quadro ed a rendere ancora più distanti le
posizioni ci sono inoltre i sistemi trovati dall’azienda per ridurre il costo
del lavoro: i mancati aumenti contrattuali assorbiti dai superminimi (retribuzione
accessoria), la sospensione del contributo per il trasporto ed infine la
scomparsa delle pause.
Per i sindacati la storia è sempre la stessa:
“disponibili ad ulteriori sacrifici, ma deve esserci progetto vero che non
vediamo, quello di Luglio è cosa vecchia superata dalle stesse azioni messe in
campo dall’azienda”.
Il tema dei prossimi giorni, oltre alla certezza degli
investimenti per il rilancio, è quello degli sprechi sui livelli più alti, a
partire “dagli 80 dirigenti che configurano la Natuzzi come un’azienda anomala,
come nemmeno alla Fiat”.
I sindacati vogliono che si inizi da lì la revisione
della spesa per il costo del lavoro: partendo dai benefit che appaiono
sproporzionati.
Ma poi vogliono scendere all’organizzazione della produzione e
degli approvvigionamenti, pellame e parco auto incluso: “ci vuole un segnale da parte
aziendale, perché se ci sono difficoltà e ce ne sono, non è detto che dipendano
dagli operai”.
Anche perché conclude Penna “non possiamo assolutamente
accettare retribuzioni che scendano al di sotto dell’indennità di cassa
integrazione, questo non lo accetteremo mai”.
QUOTIDIANO DI PUGLIA Il paginone dedicato allo sciopero di lunedì scorso. |
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