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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

ACCOGLIENZA TURISTICA, UN LAVORO DA 187 EURO AL MESE È UN LAVORO?

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GINOSA L'attuale sede dell'Ufficio di Informazione d Accoglienza Turistica (I.A.T.)  in corso Vittorio Emanuele 105. di Nicola NATALE 4.500 euro iva inclusa per un anno di lavoro.   Da dividersi tra almeno due persone, una delle due peraltro dovrà essere laureata e con esperienza pluriennale nel settore turistico-culturale.  Questa è la cifra esatta che il Comune di Ginosa ha messo a bando per il servizio di gestione dell’Ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica.  Un impegno che durerà almeno due anni, con facoltà da parte dell’amministrazione di rinnovare l’affidamento per altri due anni. Ed è tutto fuorché un impegno parziale del proprio tempo, come sa benissimo chiunque lavori a livello professionale nel campo turistico.  Il desk interno dell'ufficio Iat di Ginosa. L’ufficio, attualmente sito nella piccola, inadeguata sede al pian terreno del Palazzo della Cultura di Corso Vittorio Emanuele, dovrà essere aperto tutti i gior

LATERZA, MOSTRA FOTOGRAFICA IMPERDIBILE. Viaggio nelle contraddizioni del nostro mondo di Akash e Plasmati.

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LATERZA Palazzo Marchesale l'inaugurazione della mostra di Akash e Plasmati. QUOTIDIANO DI PUGLIA 5 FEBBRAIO 2017 di Nicola NATALE Una mostra imperdibile, che va al nòcciolo dei problemi contemporanei del lavoro, anche locali. GMB Akash Sono rimasti pochi giorni di tempo per visitare la mostra fotografica “Working class Working Clash” a Laterza nel Palazzo Marchesale * .  Un titolo che riassume in sé i concetti ispiratori dell’esposizione: “classe che lavora, conflitti del lavoro”.  I lavori dei fotoreporter GMB Akash (bengalese) e di   Gaetano Plasmati (materano) sono in mostra fino a martedì 8 febbraio  all’interno della sala Cavallerizza in piazza Plebiscito con orari dalle 17:30 alle 21.  Ma perché alla sovrabbondanza di immagini a cui siamo esposti dovremmo aggiungere anche quelle di Akash e Plasmati? QUOTIDIANO DI PUGLIA 17/1/2017 Risponde direttamente Massimo Clemente, storico dell’arte e curatore della mostra: “ Perché ci espo