E’ ANCORA LOTTA TRA NATUZZI E SINDACATI. NON VANNO GIU’ I CRITERI DELLA BIG LIST.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 9 FEBBRAIO 2014
di Nicola NATALE
Sindacalisti di
nuovo in agitazione. Non vanno giù i criteri proposti dalla direzione natuzzi per
la big list, la lista degli esuberi il cui numero è stato definito dall’accordo
firmato il 10 ottobre scorso. Attualmente a dover lasciare l’azienda con la
testa a Santeramo in Colle e le braccia ovunque nel mondo sono in 1296.
Tra
questi i più penalizzati sono proprio i dipendenti dello stabilimento di Ginosa
chiuso a novembre scorso. Un piccolo capanello si è formato invece venerdì
scorso davanti allo stabilimento di Laterza, l’ultimo baluardo in terra jonica di quello che era stato lo
sviluppo imponente e travolgente delle “portaerei” Natuzzi.
Stabilimenti pensati (e finanziati) per una
produzione che sembrava non doversi arrestare mai. L’ultimo dissidio si è
consumato in confindustria a Bari dove l’azienda secondo i sindacati di
categoria feneal uil, filca cisl e fillea cgil avrebbe “rifiutato qualsiasi
proposta di mediazione”.
Per i rappresentanti dei lavoratori la soluzione è la
rotazione di tutto il personale, tenendo dentro tutti i dipendenti dentro fino
all’avvio delle nuove aziende (le new.co.).
Non così per Natuzzi spa che invece
avrebbe già iniziato a mandare le prime lettere di messa in cassa integrazione
a zero ore “con criteri unilaterali non concordati con le organizzazioni
sindacali e senza aver fornito alcuna documentazione rispetto ai criteri
adottati”.
Pronta la risposta dell’azienda affidata ad un comunicato stampa:
“siamo adempienti su tutti i punti dell’accordo di programma di nostra
competenza e confermiamo la nostra volontà di proseguire nei progetti di
reindustrializzazione del distretto per riassorbire parte degli esuberi”.
Il
management precisa infatti che “l’accordo prevede la sospensione della rotazione
per tutto il personale in cassa integrazione guadagni straordinaria e delinea i
criteri di assegnazione della stessa, tenendo conto – come previsto dalla legge
– dei carichi di famiglia, dell’anzianità aziendale e delle esigenze
tecnico-produttive e organizzative”.
Insomma stiamo rispettando l’accordo
sembrano voler dire in casa Natuzzi ma i sindacalisti ribattono che invece i
criteri sono scelti privilegiando fattori di vicinanza all’azienda più che ad esigenze
tecnico produttive.
E’ un passaggio delicatissimo.
A parlare è lo stesso presidente Pasquale Natuzzi: “Sono
dispiaciuto per il rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali nei
confronti della nostra proposta di reintegrare fino alla fine di Aprile altri
collaboratori, oltre a quelli già previsti, per far fronte ad un picco di
ordinativi provenienti dalle ultime fiere e dal successo della nuova poltrona”.
Per il
presidente della holding del divano “il piano industriale di riorganizzazione
dell’assetto del gruppo in Italia, il cui avvio è stato sancito dall’Accordo
firmato da tutte le parti, deve proseguire secondo programma e senza
rallentamenti poiché è finalizzato a rendere più competitiva l’azienda in
Italia e nel mondo”.
Proprio per questo il gruppo ha partecipato a 4 fiere in
più rispetto all’anno precedente investendo 500mila euro ed altri 250mila dollari sono stati investiti nella promozione della poltrone re-vive prodotta
in Puglia.
Poltrona sulla quale sono stati investiti dice l’azienda 5,2 milioni
di euro e che finalmente “stanno dando i primi concreti risultati con
l’incremento degli ordinativi relativi a re-vive.”
L'articolo del Quotidiano di Puglia edizione di Taranto di domenica 9 Febbraio |
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