NATUZZI / SI DECIDE LA LISTA DEGLI ESUBERI. CABINA DI REGIA IL 17 DICEMBRE A BARI


QUOTIDIANO DI PUGLIA 11 DICEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Da una parte i 1506 esuberi della Natuzzi, dall’altra chi nella “centrale” di Santeramo in Colle fa gli straordinari.
E’ questa la denuncia di Stefano Falcone che ha agitato le acque tra gli ex dipendenti dello stabilimento di Ginosa, l’unico ad essere chiuso nei 9 siti produttivi italiani dell’azienda con cuore pugliese e vocazione mondiale.
Va detto che a fare gli straordinari sono solo i dipendenti commerciali del gruppo, e non da ora ma da ottobre.
Immancabili sono rinate le proteste contro i rappresentanti sindacali che non hanno perso tempo ed hanno risposto per le rime a chi li accusa di incamerare immeritatamente le trattenute sindacali.
Massimo Vasco,
rsu fillea cgil
stabilimento di Ginosa
Il primo ad intervenire è stato Massimo Vasco, rappresentante fillea cgil dello stabilimento di Ginosa che ha stigmatizzato la scarsissima partecipazione alle iniziative sindacali: “un mese fa abbiamo organizzato una assemblea pubblica a Ginosa per la discussione della vertenza Natuzzi con la dismissione del sito di Ginosa, invitando politici ed organi di stampa, ma i lavoratori dello stesso sito erano solo 8”.
E’ in quella sede che secondo Vasco si sarebbero potuti decidere “i percorsi da seguire”.
Ma ormai il confronto con i lavoratori in cassa integrazione non passa più per le assemblee o per le riunioni nelle camere del lavoro: avviene sulle bacheche virtuali dei social network.
In uno scambio continuo di opinioni spesso non bene informate dei fatti, ed a volte tendenziose.
Su tutti ritorna il tema dell’accordo del 10 ottobre ingoiato a forza. 
Secondo alcuni lavoratori quell’accordo non si sarebbe dovuto siglare perché “la procedura di mobilità non si sarebbe mai aperta sul serio”.
L’atmosfera, i giudizi sono tesi ed è fin troppo facile capire il perché: la solidità di avere un posto in Natuzzi è evaporata come neve al sole sotto i colpi della crisi e della globalizzazione senza regole.
In questi giorni in realtà i sindacati (fillea cgil, feneal uil, filca cisl) stanno già facendo riunioni interne per capire come compilare d’accordo con l’azienda la famosa lista degli esuberi in base alle legge 223 del 1991, meglio nota come legge Biagi.
Ieri incontro in confindustria Bari per capire come applicare i criteri del carico familiare, dell’anzianità di servizio, delle esigenze tecnico-produttive.
Antonello Zicari,
rsu cgil stabilimento di Laterza
Emergono già le prime divergenze” dice Antonello Zicari, rappresentante sindacale in forza allo stabilimento di Laterza.
I criteri della legge premiano i primi entrati nella Natuzzi a scapito degli ultimi, non distinguono le situazioni in cui ci sono marito e moglie che lavorano, magari all’interno dello stesso stabilimento natuzzi, e le famiglie monoreddito che vedrebbero così scomparire l’unica fonte certa.
C’è poi “la tendenza dell’azienda a voler ragionare per macro aree e l’esigenza dei sindacati di fare in modo che non si usino in maniera scorretta i criteri tecnico-produttivi”.
Nei prossimi giorni i sindacati insieme con i rappresentanti provinciali  analizzeranno (insieme con l’azienda) le situazioni dei tappezzieri, poi quella dei tagliatori e così via. Chiaramente per gli stabilimenti di Laterza (Taranto) e Jesce (Matera) rimasti ancora attivi.
Il rischio è che ci siano un mare di ricorsi.
Nessuna novità invece sul fronte delle nuove aziende che dovrebbero subentrare.
Silvano Penna,
segretario regionale
fillea cgil
L’incontro della cabina di regia è stato fissato a Bari per il 17 dicembre ma dice Silvano Penna, segretario regionale fillea “da voci di corridoio pare non ci saranno grandi novità, mi auguro di essere smentito, la situazione quindi è estremamente preoccupante”.
Anche qui si aspetta il responso della Wollo, l’azienda di ricerca incaricata di trovare i nuovi investitori, attiva (senza successo finora) sul caso dei 181 ex Miroglio. Gli scenari sono tutti possibili, compresi quello dell’allungamento della cassa per l’undicesimo anno consecutivo.
Non è mancata nemmeno la stoccata di Penna sulla lettera di Pasquale Natuzzi al Capo dello Stato contro il lavoro irregolare: “improbabile la sua conversione a paladino della lotta al lavoro nero da lui stesso utilizzato quando gli faceva comodo, va piuttosto detto che con la cassa integrazione  a zero ore i costi sono stati scaricati sulla collettività, sono stati quelli i licenziamenti di Natuzzi”.

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