KIT AD IDROGENO PER AUTO. MA FUNZIONANO DAVVERO?
Kit ad idrogeno: uno degli impianti montati a Ginosa (Ta) |
Con gli alti
prezzi dei carburanti ritorna a galla il vecchio sogno: percorrere più
chilometri spendendo meno.
Magari installando sulla propria auto un kit ad
idrogeno ed aggiungendo ogni mille chilometri un po’ d’acqua distillata.
Ad
installarli a Ginosa hanno iniziato per primi i fratelli Di Franco, titolari di
un’officina plurimarche appena fuori dal centro urbano.
I risparmi promessi
oscillano a seconda del tipo di percorrenze, l’idrogeno prodotto si aggiunge al
carburante permettendo così il risparmio. Sui percorsi urbani, il risparmio
promesso è del 25%, sulle tratte autostradali la riduzione di carburante può
arrivare al 50%.
Ha dell’incredibile e secondo la gran parte dei siti
automobilistici è in realtà così.
Il prodotto, venduto in kit che oscillano ad
un prezzo tra i cinquecento ed i settecento euro è commercializzato in Italia,
a questo prezzo si deve poi aggiungere il costo di installazione. Non proprio
trasparenti le sedi di produzione, distribuzione e vendita a giudicare dai
siti.
Difficile dunque districarsi tra le varie prove, le misurazioni
indipendenti o meno e le vere e proprie considerazioni tecniche.
Di certo c’è
tutto un mondo che trae da internet la linfa di conoscenze per sfuggire a
quella che sembra la dittatura del trasporto, ancorato all’uso di combustibili
fossili e a una pesante tassazione.
Il montaggio del kit non richiede una
procedura di omologazione perché (questo dicono installatori e produttori)
“il peso dell’impianto è molto basso, sotto i 20 kg e non ci sono quantità
considerevoli di gas infiammabili o in pressione”.
Cella HHO, un insieme di piastre in acciaio inox che, collegate all’alimentatore, permettono l’elettrolisi della soluzione. |
La cosa notevole è che, a
differenza degli impianti gpl e metano, si può montare su qualsiasi mezzo con
un motore: dalle piccole utilitarie ai tir.
Il dibattito è frenetico, tra case
automobilistiche che propongono ibride ed elettriche a prezzi non esattamente
popolari e soluzioni varie adottate dai tanti appassionati di meccanica.
Il web
pullula di siti di meccanica dove gli esperti si scambiano consigli e pezzi e danno vita a feroci disquisizioni
sull’attendibilità scientifica e tecnica di tali ritrovati.
E naturalmente sull’usura che questi ritrovati avrebbero su motori che non sono progettati per ospitarli.
E naturalmente sull’usura che questi ritrovati avrebbero su motori che non sono progettati per ospitarli.
Le perplessità più forti riguardano la quantità di corrente utilizzata per la
scissione e l’energia termica prodotta dalla combustione dell’idrogeno.
Non di
rado le discussioni scivolano sui presunti conflitti di interessi di governi e
compagnie petrolifere. La drastica riduzione dell'uso di carburante fossili priverebbe lo Stato di introiti sicuri e veloci con cui far fronte alle continue uscite e destabilizzerebbe molte aree legate economicamente al petrolio.
Di qui la scelta di non incoraggiare scelte tecnologiche troppo sparagnine
o semplicemente fuori sistema. Per non parlare della presunta obsolescenza
programmata delle auto immesse sui mercati mondiali: vale a dire inservibili o
di difficile o costosa manutenzione dopo un certo tempo prefissato.
Agostino Di Franco, co-titolare dell'autofficina F.lli Di Franco. Tra i primi a Ginosa ad installare impianti ad idrogeno per auto. |
L’aspetto notevole
della diffusione dei nuovi kit è la penetrazione anche al di fuori dei centri
di ricerca scientifica e tecnica, grazie alla rete.
Così anche in provincia di
Taranto la frontiera dei carburanti alternativi, la ricerca di possibili
soluzioni al caro-trasporto - che incide in maniera fortissima sul reddito a disposizione - trova i suoi primi pionieri.
A sentire Agostino Di Franco i risultati ci sono e
lo scetticismo dovrebbe essere messo da parte per “non arrivare sempre ultimi,
a causa della diffidenza”.
Il primo impianto è stato fatto l’anno scorso su una
macchina di proprietà e l’ultimo impianto è su una mercedes di grossa
cilindrata.
Da questo a dire che tutto funzioni come promesso ce ne corre.
Di
sicuro però la questione del trasporto è centrale: un litro di diesel dieci
anni fa costava circa ottanta centesimi per poi superare l'euro già negli ultimi mesi del 2004.
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