NATUZZI TRA UNA SETTIMANA CHIUDE LO STABILIMENTO DI GINOSA. LE REAZIONI.
Natuzzi lo stabilimento chiude il 14 novembre del 2013 |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 8 NOVEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Un’era che si
chiude. Sentire snocciolare il programma di chiusura dello stabilimento di
Ginosa dà veramente il senso della gravità della crisi in atto.
Scetticismo,
incredulità, alcuni ancora non credono che si possa essere espulsi da
un’azienda leader mondiale nel campo dei divani in pelle.
Invece il reparto
cucito chiuderà oggi, martedì sarà la volta dell’assemblaggio. Tra una
settimana ci sarà l’ultimo giorno di produzione vera per lo stabilimento di
contrada bandiera. Poi partirà l’inventario, comunicato ai sindacati, per
evitare che la partenza di macchinari e forniture si traduca in nuove tensioni.
Massimo Vasco, rsu fillea cgil |
L’obiettivo dice Massimo Vasco, rsu dello stabilimento ginosino è “che nessuno
rimanga a terra, entro fine anno l’azienda compilerà la lista di chi rimane in
Natuzzi ai sensi della legge 223, si saprà quanti avranno voluto andar via
volontariamente e quanti andranno nelle new.co”.
Il trasferimento dalla Romania
delle produzioni leather editions è reale dicono dal sindacato non si può
disattendere un accordo firmato con “quei protagonisti e con i comuni
coinvolti”. Sbagliato dice “creare allarmismi, la politica deve invece
collaborare all’attuazione dell’accordo”.
Insomma lo sforzo giusto secondo il
sindacato è “non esasperare le preoccupazioni dei lavoratori che vedono
evaporare il loro posto di lavoro e infondere fiducia sul percorso tracciato
dall’accordo siglato a Roma il 10 ottobre scorso e giunto dopo anni di
trattative e tensioni”.
“Si deve comprendere che in quest’azienda avevamo radio
Natuzzi durante le pause, ci era stato detto nelle convention che c’era lavoro
per noi ed i nostri figli, molti ancora non credono che questa avventura sia
finita”.
“Il punto è arrivare a Giugno 2014 con la gran parte dell’accordo
attuato” aggiunge ancora Massimo Vasco per il quale “i soldi dell’accordo di
programma servono a mantenere in Puglia il distretto del salotto, perché il
Veneto era già pronto ad approfittarne”.
Ogni assunto nelle new.co. costerà
meno perché le aziende usufruiranno degli incentivi legati alla riassunzioni di
lavoratori in mobilità ed a sgravi fiscali: “questa è la scommessa dell’accordo
di programma che dovrebbe essere conosciuto e letto da chi vuole criticarlo”
conclude Vasco.
Ma non sono solo i sindacati iperattivi nel difendere l’accordo
raggiunto che inizia con la sua attuazione con il frutto più amaro: la chiusura
dello stabilimento di Ginosa e il ridimensionamento delle altre sedi. Su questo
tema si è inserito ieri il sindaco di Ginosa Vito De Palma chiedendo un incontro
al presidente Pasquale Natuzzi per conoscere “nei dettagli e nella tempistica
le reali attività che dovrebbe svolegere la new.co”.
De Palma ha anche chiesto
ufficialmente al ministero di entrare nella cabina di regia per l’attuazione
dell’accordo, cabina nella quale è presente l’azienda, i sindacati, il
ministero e la regione Puglia.
Va detto che tra alluvione, crisi miroglio (181
dipendenti in mobilità), tbm tessile (66 dipendenti a rischio) e crisi agricola
ormai cronicizzatasi da anni lo scenario in provincia è critico.
Così il
sindaco De Palma: “Faremo tutto quello che è possibile per tutelare i
lavoratori della nostra comunità, da tbm a miroglio a natuzzi, compresi quelli
impegnati nelle pulizie delle
scuole, per i quali ho chiesto un intervento al Ministro dell’Istruzione per
trovare i fondi necessari ad evitare riduzioni di orari di lavoro e
licenziamenti”. L’auspicio conclude il sindaco “è che vi sia da parte di tutte
le altre istituzioni la stessa volontà di raggiungere gli obiettivi migliori
per la nostra comunità, aspettiamo risposte che non possono essere più
rimandate”.
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