MARINA DI GINOSA ALLUVIONE DIMENTICATA VICO: RIPARAREREMO, MA LA COLPA NON E’ DEI DEPUTATI
QUOTIDIANO DI PUGLIA 7 GENNAIO 2013
di Nicola NATALE
Marina di Ginosa: i danni in una serra dell'alluvione del 2011 |
L’alluvione di
Marina di Ginosa nel marzo del 2011, la grande dimenticata.
Finita l’emergenza
nel buttare tonnellate di rifiuti, nell’aspirare l’acqua che aveva invaso ogni
casa e garage al pian terreno in zona Marinella, nel riavviare le imprese,
seppellire le carcasse degli animali, nel ripristinare la vivibilità degli
ambienti compromessa dall’acqua giunta dal Bradano e dal cielo, i marinesi colpiti
non hanno mollato nel chiedere i giusti risarcimenti a Stato e Regione e
soprattutto la messa in sicurezza del territorio.
Il comitato Terre Joniche
guidato da Gianni Fabbris ne ha calmato l’ira, razionalizzato le richieste e
nel contempo organizzato la protesta, giunta a forme eclatanti come lo sciopero
della fame.
Gianni Fabbris di Altragricoltura |
Ma tutto si è perso nel tragitto lungo meno di 500 chilometri da
Marina di Ginosa a Roma.
Sabato scorso (5 Gennaio) l’indignazione è nuovamente esplosa alla
notizia della esclusione dei territori di Marina di Ginosa e Metaponto dagli
interventi finanziati con il fondo della protezione civile ricapitalizzato
dalla legge di stabilità.
A notificarlo lo stesso comitato con una conferenza
stampa all’interno del “Caffè ‘77” nel centralissimo Viale Jonio di Marina di
Ginosa.
Fabbris ha richiesto un incontro urgente con i segretari delle forze
politiche e l’intervento diretto dei due presidenti di Regione Vendola e De
Filippo, commissari delegati che hanno comunque stanziato una prima cifra per
gli interventi d’urgenza.
Cifra però molto inferiore a quanto conteggiato per
la messa in sicurezza dei territori dal Comitato e a cui ora manca la decisiva
parte statale.
Ma a stretto giro
arrivano le precisazioni dell’On. Ludovico Vico (pd): “giusta la
protesta del comitato, ma la legge è arrivata blindata in commissione, dov’è
rimasta per poche ore e non è stato possibile discuterla, poi abbiamo votato la
fiducia, noi deputati non potevano fare nulla”.
Per il parlamentare la
situazione è stata diversa al Senato che invece a suo dire avrebbe avuto 20
giorni di tempo per esaminarla.
Mi si riconoscerà - ha aggiunto Vico - di aver
partecipato più che attivamente al riconoscimento dello stato di calamità e
comunque “nella prossima legislatura,
l’area di ristoro potrà essere estesa con un provvedimento apposito in base
agli andamenti del bilancio corrente”.
Nel frattempo ha dichiarato l’on. Vico
la Presidenza del Consiglio è stata messa al corrente dell’esclusione. Insomma
per Vico l’art.1 comma 290 della legge di stabilità non scriverebbe la parola
fine per tre anni ad ogni intervento in conto capitale sulle aree colpite da
calamità naturali.
Per il Comitato però si è trattato di una doccia fredda che
va ad irritare ed amareggiare ulteriormente gli alluvionati, increduli che ancora
una volta ci si sia dimenticati di loro.
Stasera venerdì 11 gennaio 2013 (ore 18-20) presso il Motel San Marco di Metaponto (ss 175 Metaponto-Matera) si riunisce l'assemblea del Comitato con i Comuni e le Province per decidere le prossime mosse.
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