CASTELLO E FONTE, LA PROTEZIONE ARRIVA DAL MINISTERO.
GINOSA - Castello normanno o Palazzo baronale circa 1080
d.C.
(photo courtesy of De Paolis)
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QUOTIDIANO DI PUGLIA 21 FEBBRAIO 2018*
di Nicola NATALE
Salvare i beni culturali non solo dal degrado, ma anche dai
sismi. Sì ma come?
Investendo sul territorio ed utilizzando al meglio le quote
restanti del 2017 del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo
sviluppo infrastrutturale.
LATERZA - Il condotto che dalla sorgente sotto il Santuario di Laterza porta le acque alla fontana medievale dei D'Azzia. |
A
beneficiarne saranno il Castello normanno o Palazzo baronale di Ginosa, eretto
inizialmente come torre fortificata nel 1080 circa d.C. e il complesso della
Fonte “Venere”, che porta l’acqua sorgente dal Santuario alla più nota fontana
medievale al termine di via Concerie.
I finanziamenti di cui ieri ha dato
notizia il Ministero in seguito alla rimodulazione sono “fondi immediatamente
disponibili spendibili per piani antisismici e azioni di restauro su beni
culturali segnalati dal territorio”.
Non è stato inutile quindi il lavoro
svolto dalle amministrazioni locali in concerto con le Soprintendenze per
segnalare l’esigenza di intervenire “presto e bene” su beni simbolo non solo
per le città ospitanti, ma per tutta la Regione.
In particolare a Ginosa è stata finanziata, sempre
per quanto riguarda il Castello Normanno, con 50mila euro la verifica del
rischio sismico unita alla riduzione delle vulnerabilità e con 700mila euro l’intervento
di messa in sicurezza, consolidamento e restauro.
A Laterza
sarà il complesso della Fonte “Vetere” a beneficiare di 80mila euro per la
prevenzione del rischio sismico.
LATERZA - Fontana del 1554 d.C. |
Anche qui sarà possibile la verifica del
rischio, la riduzione delle vulnerabilità ed il restauro.
“Le risorse stanziate
oggi” ha dichiarato il Ministro
dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini “segnano
un importante traguardo con il primo, grande piano di prevenzione del rischio
sismico per i musei statali e la messa in sicurezza del patrimonio culturale
nazionale”.
Si tratta infatti a livello nazionale di 597 milioni di euro che
andranno a finanziare, oltre al piano antisismico, numerosissime azioni per la
riqualificazione delle periferie urbane e il restauro di beni culturali.
E' una prima buona notizia, soprattutto per Ginosa, che sconta lunghi
anni di disinvestimento sul territorio.
Il Castello Normanno era divenuto con il parziale restauro conclusosi nel 2013 un bell’esempio di riuso di un bene culturale ed architettonico di indubbio fascino e bellezza. A partire dalla vista
che si gode dalle sale e dal pianoro retrostante: sotto le due gravine di
Casale e Rivolta, in lontananza il Golfo di Taranto.
Nelle sue sale furono
avviati oltre dieci corsi con l’Opificio delle arti e dei mestieri finanziato
nell’ambito di Bollenti Spiriti. Dopo il crollo della vicina via Matrice il 21 gennaio del 2014 restò solo il silenzio e la dichiarazione di inagibilità.
Ora
una speranza in più per l’enorme patrimonio storico-architettonico di Ginosa,
dalla lunga e complessa storia che si snoda ininterrotta dall’era dei Neanderthal, oggetto di uno scavo dell’Università di Siena lungo il tratto iniziale della lunga gravina che abbraccia l’abitato.
LATERZA L'ispezione condotta nel 2012. |
Anche Laterza vede
premiato il suo qualificato sforzo di valorizzazione dei propri beni.
E il
complesso della fonte Vetere è uno dei luoghi più suggestivi di Laterza che si
pensa di unire al turismo esperienziale con il percorso all’interno del
condotto.
Una specie di Laterza sotterranea da percorrere in stivali e tuta
calandosi nel condotto che conserva anche alcune scritte risalenti al tempo
della seconda guerra mondiale quando fu utilizzato anche come rifugio. Il
tracciato fu ispezionato nel 2012 dal prof. Pietro Grimaldi e dall’arch. Francesca
Clemente ma è la fontana tutta a meritare attenzione e tutela. Soddisfazione è
stata espressa da entrambe le amministrazioni comunali dei due centri distanti
solo sei chilometri.
*versione originale ed integrale.
QUOTIDIANO DI PUGLIA del 21 febbraio 2018 Edizione di Taranto pag.23 |
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