NATUZZI, NUOVE MANIFESTAZIONI. FALLITO L’ACCORDO DEL 10 OTTOBRE.

Natuzzi, operai al lavoro.

QUOTIDIANO DI PUGLIA 20 LUGLIO 2014
di Nicola NATALE
Si respira sfiducia negli stabilimenti Natuzzi dopo la mancata attuazione degli accordi del 10 ottobre scorso. 
Accordo a suo tempo definito “storico” che prevedeva la ricollocazione di almeno cinquecento degli esuberi del gruppo pugliese nelle nuove aziende (new.co.) entro maggio 2014. Ad oggi però nessuna delle tante aziende che si erano mostrate interessate è partita. 
Nemmeno quelle che venivano ritenute in grado di affrontare il processo di rioccupazione come la Contempo di Grumo o altre due aziende venete. 
La richiesta che parte da fillea cgil, feneal uil e filca cisl è quella di tornare ai contratti di solidarietà per tutto il personale del gruppo. 
Anche perché nemmeno i 926 dipendenti oggi al lavoro sono utilizzati per l’intero orario contrattuale. Intanto, dei 600 esodi volontari previsti dall’accordo, solo 450 hanno accettato il contributo di uscita concordato e detto addio alla loro esperienza in Natuzzi. 
Ciò porta gli esuberi a quota “1.000-1.100” secondo Antonello Zicari della fillea cgil. 
Per loro dopo ottobre, a meno di un’ulteriore concessione di “cassa” in deroga, si spalancano le porte della mobilità. Ciò vuol dire che già da agosto potrebbe partire da via Iazzitiello in Santeramo, sede centrale del gruppo specializzato in divani, la richiesta di mobilità. 
I sindacati non ci stanno e preannunciano mobilitazioni se non dovessero essere accolte le loro richieste. Anche perché “devono dirci che fine hanno fatto non dico le settanta manifestazioni di interesse, ma almeno le 5 o 6 ritenute più credibili” continua Zicari. 
L’impressione è che le condizioni poste da Natuzzi alle aziende subentranti siano state giudicate se non irricevibili, almeno non convenienti dal punto di vista economico dalle aziende subentranti. 
Poco o nulla è trapelato dagli incontri quadrilaterali azienda, ministero, regione e sindacati in cabina di regia dopo il fallimento dell’accordo. 
Mentre riprendono feroci le critiche “sul come sia stato possibile gestire per tanti anni una crisi industriale complessa dai molti ammortizzatori sociali, senza nessun serio processo di riorganizzazione, come pure è avvenuto per altre realtà”. 
Nel frattempo la Natuzzi precisa che “l’incontro con Turkven e Dogtas Kelebek ha avuto come unico oggetto la possibilità di una partnership commerciale per sviluppare le attività retail in Turchia”. Niente ingresso quindi nel capitale Natuzzi come era stato scritto ma solo il potenziamento della vendita al dettaglio, strategia sempre perseguita in questi ultimi anni. 
Preoccupa d’altro canto la cessione del ramo d’azienda relativa al servizio di portineria, con altri 22 dipendenti, che passeranno ad altra società esterna. 
La prima manifestazione della rete “il sindacato è un’altra cosa” svoltasi martedì scorso ha registrato circa duecento adesioni. Oggi invece termina l’incontro tra azienda e sindacati nazionali e regionali di categoria  presso federlegno a Roma.
Natuzzi - Quotidiano di Puglia -20 Luglio 2014

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