PROVE DI DISGELO TRA SINDACO E COMITATO. MA POSIZIONI LONTANE E PROBLEMA IRRISOLTO.
Ginosa - l'assemblea del comitato residenti del centro storico. Una ventina di famiglia non possono per ordinanza comunale rientrare nelle loro abitazioni. |
di Nicola NATALE
Crollo di via
Matrice: siamo fermi ai solleciti e non ci sono ancora relazioni tecniche.
L’incontro di martedì scorso promosso dal comitato dei residenti del centro
storico sarebbe stato una bella pagina di democrazia se il tema non fosse così
urgente.
Per due ordini di motivi: una ventina di famiglie non possono
rientrare nei loro appartamenti e la parte più interessante del centro storico
è ancora interdetta.
Il prefetto di Taranto non c’era, ma il sindaco Vito De
Palma accompagnato da alcuni membri della maggioranza sì, anche se poi
l’incontro ha lasciato tutti sulle proprie posizioni.
Con il primo cittadino
fermo sulla necessità di
intervenire quanto prima con 300mila euro di fondi comunali per consolidare il
pendio sottostante il castello normanno (intervento ancora da fare sollecitatogli
dalla soprintendenza) e con i residenti che gli chiedono di concentrare gli
sforzi invece sul recupero di via matrice.
Ginosa - da sx Mario Stigliano, Paolo Costantino, Michele Galante del comitato residenti centro storico |
Ad oltre due mesi dall’evento “manca
un gruppo operativo per condurre le indagini strumentali” rimarca l’ing. Mario Stigliano
del comitato residenti.
Comitato che, pur non mettendo in dubbio la
professionalità dei tecnici e dei volontari incaricati, sottolinea “come gli
speleologi non siano in grado di pronunciarsi sulla stabilità dell’intero
costone calcarenitico su cui poggia buona parte del centro storico di Ginosa,
comprese molte altre abitazioni curiosamente non interessate dalle ordinanze”. Detto
in parole povere “una relazione geologica non si fa solo con i rilievi metrici
e le foto, specie se si devono monitorare i tre massi e le macerie post crollo”.
La serata sarebbe stata senz’altro più proficua con la presenza del dott. Mario
Parise, geologo del cnr a cui è stata affidata l’indagine sulle aree oggetto di
crollo e di sgombero. In mancanza di notizie ufficiali, il comitato ha deciso
di affidare l’incarico ad un geologo di fiducia che produca in tempi
accettabili una relazione geologica che permetta di fugare definitivamente i dubbi
sulla stabilità dell’area. O, come nessuno si augura, di confermarli, dato che
i crolli sono una costante dei banchi calcarenitici.
“Su questa
seconda ipotesi propenderebbe il geologo del Cnr” ha detto il sindaco.
Il quale
ha affrontato con i residenti anche il capitolo finanziamenti: le lettere
inviate ai ministeri della cultura (castello) e difesa (sgombero massi) ma
anche ad altri enti competenti finora non hanno avuto riscontri. In assenza di
risposte l’amministrazione e la struttura tecnica comunale hanno contattato una
ditta specializzata che ha indicato “in non meno di 800mila euro la somma
necessaria per mettere in sicurezza via matrice”.
Un mezzo apposito dotato di
un braccio meccanico molto lungo dovrebbe arrivare sul punto entrando dal
tratto finale della gravina in via Cavese. Con uno scivolo poi posizionato
lungo l’area di crollo si provvederebbe a liberare l’area e ad allontanare le
macerie.
Ginosa - L'area del crollo di via matrice. Sul fondo il greto della gravina |
Ma questo intervento (attualmente non finanziabile con risorse
comunali) risolverebbe solo una parte del problema perché poi bisognerà ricostruire
il tratto interrotto di via matrice.
Non è chiaro se la somma ricomprenda anche
la ricostruzione dell’asse viario, infrastrutture comprese. Finora non è stata nemmeno
contemplata l’ipotesi di scegliere con un bando pubblico il miglior progetto per
lo sgombero e la ricostruzione.
Ma “senza una progettazione esecutiva è
illusorio pensare di accedere a dei finanziamenti pubblici” ha aggiunto Michele
Galante, titolare di uno degli alberghi diffusi colpiti dalle ordinanze.
Una
vicenda quanto mai delicata su cui il sindaco De Palma ha invitato tutti gli attori
istituzionali “a giocare insieme la partita perché il comune di Ginosa da solo
sta facendo più che la sua parte”. “Sarà” ha concluso una delle residenti “ma
io finora ho sentito solo parole”.
Per questo più di qualcuno, sfidando le
ordinanze, è tornato alla sua casa.
Quotidiano di Puglia 10 aprile 2014 |
Commenti
Posta un commento