IL SINDACO INCONTRA IL COMITATO RINASCITA CITTADINA: NULLA DI FATTO LA TARES VA PAGATA.
Ginosa, comitato di rinascita cittadina: uno dei momenti dell'incontro di mercoledì 5 febbraio in sala giunta. |
di Nicola NATALE
Una trentina di
commercianti hanno affollato la sala giunta. Con loro alcuni esponenti del comitato
di rinascita cittadina (Giuseppe Basta, Agostino Gigante, Gerardo Sannelli) sorto
per reagire agli aumenti della tares, dei furti e dei rifiuti abbandonati per
strada e nelle campagne.
E' il quarto appuntamento su questi
temi e l’amministrazione ha provveduto a spiegare ancora una volta i criteri cui
si è attenuta per contenere gli aumenti e fronteggiare questi problemi.
Da una
parte il pagamento completo del costo di raccolta e smaltimento rifiuti da
parte dei cittadini disposto con la tares (legge n°214 del 22 dicembre 2011) dall’altra la situazione di estrema
difficoltà di molti commercianti che minacciano di chiudere le attività per
protesta il 28 febbraio, data della scadenza già posticipata.
Il problema è che
“l’amministrazione non può fare molto di più di quello che ha fatto, tranne
sollecitare la soget a ritardare quanto più possibile le azioni esecutive”.
Questo l’impegno preso dal sindaco Vito De Palma dopo una lunga riunione protrattasi
per oltre tre ore.
Spostare ulteriormente la scadenza non è possibile non solo
perché “significherebbe mettere in ginocchio il comune” ma anche perché “il
tributo si sommerebbe ad altre imposte e tasse in arrivo per i contribuenti”.
Qui
il sindaco ha fatto un accenno alla iuc, l’imposta unica comunale che ingloberà
la tassazione sulle case (imu) la tariffa sui rifiuti (tari) e quella sui
servizi indivisibili come l’illuminazione e la polizia municipale (tasi). Quindi
un quadro fiscale che cambia ancora per effetto della legge di stabilità n°147
del 27 dicembre 2013.
“Ma cosa vogliono al governo centrale, una guerra civile?”
chiedono esasperati i commercianti che vedono impoverirsi la città e con essa
le loro attività.
“Ma così può parlare solo chi non ha mai fatto
l’amministratore pubblico” sbotta Nino Perniola, uno dei consiglieri comunali
presenti.
Tutti si sono rammaricati dell’assenza di qualsiasi provvidenza
statale dopo le alluvioni (fatta eccezione per i 320 mila euro della regione
per il rifacimento del ponte sulla ex s.s. 580).
Il primo cittadino ha però
dovuto chiarire che “non è possibile disapplicare le norme di legge e se
rassegnassi le dimissioni le tasse rimarrebbero tal quali”.
“Comprendo
l’esasperazione che c’è, ma gli strumenti a disposizione sono stati usati
tutti, tanto è vero che siamo andati anche al disotto del minimo consentito per
gli esercizi commerciali e l’opposizione ha minacciato il ricorso”.
Il
riferimento è alla riduzione al disotto del minimo consentito proprio per “proteggere
quanto più possibile gli esercizi commerciali dagli aumenti che erano
inevitabili per coprire l’intero costo di raccolta e smaltimento pari a circa
3,6 milioni di euro”.
Ed i soldi per ridurre il salasso a commercianti ed
artigiani sono stati trovati proprio dall’aumento dell’imu sulle seconde case:
“non ci vuole uno scienziato o un economista per capirlo”.
Qui ha aiutato la
particolare situazione di Ginosa con la sua frazione marinese, piena di seconde
case intestate a non residenti. Ebbene queste seconde case, beninteso presenti
anche a Ginosa, hanno potuto fungere da ammortizzatore rispetto ai rigori della
tares.
“Non mi sento di aumentare ad un panificio la tassa al 600%” ha detto il
sindaco “altri comuni invece hanno fatto diversamente, come a Laterza”.
Insomma
tutti impotenti contro la gragnuola di tasse predisposte a livello centrale in
un’economia che già prima dell’alluvione e della chiusura degli stabilimenti
Miroglio e Natuzzi aveva i suoi problemi.
L’altra voce pesantemente
ridimensionata è stata proprio l’agricoltura con tantissime piccole imprese
familiari espulse dal ciclo produttivo.
E questo nonostante i dati ufficiali
dicano, secondo Giacomo Cassano, consigliere comunale con delega al bilancio
che “sono state solo sette le imprese ginosine chiuse nel 2013”.
Un dibattito a
tutto tondo che non ha mancato di toccare i minori trasferimenti statali e il
fatto che l’imu sui capannoni e 0,3€/mq della tares abbiano preso la via dello
stato centrale.
Unica speranza per alleviare il caro tares è quindi comprimere
i circa 1,6 milioni di euro destinati allo smaltimento dei rifiuti aumentando
qualità e percentuale del differenziato, avviare le isole ecologiche (entro
giugno prossimo dovrebbero esser pronte ha promesso cautamente il sindaco) e
naturalmente scovare eventuali evasori.
“Se il comitato ha una proposta
migliore e legalmente valida da
fare la avanzasse pure” ha proposto il sindaco.
Il tutto ora si sposta a giovedì 6 febbraio (stasera) alle venti, presso il salone montfort della chiesa cuore immacolato:
il comitato comunicherà i risultati di questo confronto su tares e sicurezza,
poi allargatosi anche alla qualità del servizio di raccolta rifiuti.
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