LATERZA IL SINDACO LOPANE: "PRONTO ALLO SCIOPERO DELLA FAME, INASCOLTATI GLI ENTI LOCALI".
Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza mentre avvia a Laterza la differenziata con un progetto pilota |
di Nicola NATALE
La tares, il
tributo comunale sui rifiuti e servizi, spinge i sindaci alla protesta, non
solo i cittadini.
A Laterza, un gruppo spontaneo di commercianti ha chiesto conto dei nuovi aumenti all’amministrazione locale di centrosinistra, invitandola a rivedere i criteri di applicazione.
Infuocato
il dibattito tenutosi domenica scorsa all’auditorium Michele Giannico.
I più
penalizzati dalla legge 214 del 2011 sono le rivendite di frutta e verdura, le
pescherie, i fiorai e i tanti dispensatori di pizza al taglio (+154%) seguiti
dal quasi raddoppio del tributo per pizzerie, pub, trattorie (+96).
Per i
commercianti riunitisi senza le organizzazioni di categoria si tratta di “evitare l’ennesimo
aumento del costo della vita in questo nostro paese martoriato da una pressione
fiscale ingiusta, iniqua e mortificante”. Il giovane sindaco Gianfranco
Lopane, (33 anni, ingegnere gestionale) pur spiegando che è stata la legge, ad
imporre quegli aumenti ha solidarizzato con loro, giungendo ad avallare nuove
forti forme di protesta, finora usate soprattutto da Marco Panella.
Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza |
Sindaco farebbe davvero lo sciopero della
fame contro la tares?
Certo che sì. La
situazione degli enti locali necessita l’attenzione del Governo. Si sposta la
fiscalità dal centro alle periferie, con sproporzione nei trasferimenti. Noi
diventiamo poi parafulmini.
Si sente spalleggiato dalle posizioni
dell’ANCI?
La protesta non
nasce certo ora. L’indeterminatezza e la schizofrenia normativa ci mettono in
grande difficoltà, lo sciopero della fame è il minimo che si possa fare.
D’altronde nello sciopero dei sindaci del settembre 2011 abbiamo riconsegnato
la fascia simbolicamente e alle nostre istanze non è stata data risposta. La
protesta è ormai necessaria.
Spostando però gli enti impositori la somma
da pagare non cambia…
Ci sono più
ordini di problemi. Il primo è la portata dell’imposizione fiscale ormai ai
massimi storici, i trasferimenti ridotti al lumicino e le manutenzioni
ordinarie che non possono essere trascurate. Pena disastri quando piove, come
le recenti alluvioni ci hanno insegnato.
Va detto inoltre che non è possibile
far passare i sindaci come esattori dello stato, è un giochino a farsi male. Lo
0,30 €/mq della tares, l’imu sui capannoni vanno allo Stato centrale non a rimpinguare
le tasse comunali.
Comunicare questo ai cittadini non fa altro che danneggiare
gli amministratori locali.
I cittadini poi si aspettano servizi all’altezza che
invece non vedono. Per non parlare del fondo di solidarietà istituito in aiuto
dei comuni che hanno alzato l’imu sulla prima casa, penalizzando di fatto quei
comuni che, tagliando spese e servizi, non l’hanno fatto come il mio. Questo è
intollerabile.
I commercianti laertini sono quasi insorti minacciando
una serrata. Non è che avete preferito aumentare la tares ai commercianti
piuttosto che spalmare gli aumenti sull’intera cittadinanza?
La legge non
dava molti margini di manovra. Le utenze commerciali incidono per il 15% sul
totale dei metri quadri da sottoporre a tributo e noi a quel criterio ci siano
attenuti. Non è una questione politica, tra i nostri elettori ci sono sia
cittadini che commercianti entrambi meritevoli di tutela.
E allora perché banche ed alcune grandi
imprese del territorio hanno pagato meno?
Perché la legge
ha statuito così. Il nostro lavoro, lo ribadisco, è stato solo cercare di
attutire l’effetto della legge all’interno degli indicatori dati.
Cercare cioè
di far pagare meno chi ha avuto gli aumenti più alti, facendo pagare quasi lo
stesso chi ha avuto invece delle riduzioni rispetto all’anno scorso.
Hanno
pagato meno anche gli artigiani e gli anziani, quindi una fetta larga della
popolazione contribuente.
Per gli altri, quelli più colpiti, come fruttivendoli
e fiorai, abbiamo applicato delle tariffe di 12 €/mq che sono la metà rispetta
a quanto imposto da altri Comuni tipo Mottola, Martina Franca e Massafra.
Mi sembra di capire che i giochi siano
fatti. Quindi la protesta
eventuale o addirittura l’unione con le proteste del movimento dei forconi che
futuro potrebbe avere?
L'entrata in vigore della tares ha coinciso con la differenziata. Ma l'aumento della tributo non è legato alla raccolta differenziata |
Noi pensiamo già
ai problemi del 2014 e ci aspettiamo ulteriori penalizzazioni. La protesta
serve a lanciare un grido di disperazione rispetto allo stato in cui operiamo.
Con centinaia di cittadini che stanno vivendo appieno la crisi e noi costretti
a tartassarli.
Un’ultima domanda. Il risparmio per la
differenziata viene annullato dagli alti costi della raccolta porta a porta. Si
rischia di dar ragione al partito degli inceneritori e delle discariche?
La raccolta
differenziata, anche porta a porta ha un costo sostanzialmente equivalente. Bisogna
dire che da quest’anno i cittadini italiani pagano integralmente il servizio. Inoltre nel piano finanziario della tares compaiono le spese per il personale
comunale addetto, i costi per la spedizione delle bollette ed anche eventuali
debiti fuori bilancio. Ciò dà l’impressione che costi di più ma non è così.
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