IL POST NETTUNO. TORNA IL SOLE MA QUANTI DANNI IN AGRICOLTURA E QUANTA ANSIA
Statale 106: aperta una sola corsia, quella in direzione Taranto percorribile in entrambi i sensi |
di Nicola NATALE
Tornare da
Taranto percorrendo col sole la statale 106 non sembrava quasi vero.
Ed invece
in mattinata, verso le sei una corsia, proprio quella in direzione Taranto, è
stata riaperta al traffico nei due sensi per poco più di un chilometro.
La
notizia è circolata subito diffusa da un autista del consorzio trasporti pubblici
locali. Già, perché una cosa è emersa dal post nettuno, la mancanza di informazioni su internet ed
in tempo reale da canali ufficiali ed attendibili.
Per cui sono stati in tanti
che, partendo da Ginosa e Marina di Ginosa, ancora una volta epicentro delle
piogge quasi monsoniche del ciclone extratropicale dell’uno e due dicembre
scorsi, hanno dovuto passare da Castellaneta e Palagiano non sapendo che la 106
era finalmente libera.
Ma chi ha percorso la statale 106 passando nei pressi
del fiume Lato, ha potuto vedere uno spettacolo bello e nello stesso tempo inquietante.
Foto scattata lunedì 2 all'indomani delle piogge del ciclone denominato nettuno. |
Un grande lago sorvolato anche da uccelli rapaci, un quadro bucolico ed insieme
selvaggio che contrasta grandemente con l’interruzione della principale arteria
tra Puglia e Calabria. Le zone di espansione del fiume, le cosidette aree
golenali, non sono bastate a contenere le acque di piena che hanno invaso le
carreggiate sia della corsia della statale in direzione Reggio sia delle
complanari, situate ad un livello più basso.
Nel frattempo anche i bacini del
Bradano e del Lenne, un’altro corso d’acqua che percorre quasi interamente il
comune di Palagiano, stanno tornando ai loro normali livelli stagionali,
aiutati anche dal vento che spira nella direzione giusta, cioè verso il mare.
Ma
al sospiro di sollievo costituito dalla giornata di sole con temperature tra 8
e 15 gradi si sostituisce subito la preoccupazione per i colpi inferti da
Nettuno al territorio.
Ancora ieri, in serata, l’amministrazione comunale di
Ginosa stava aspettando il via libera della protezione civile per consentire
agli abitanti del quartiere marinella di Marina di Ginosa di tornare finalmente
alle loro case. Per il sindaco De Palma “questa storia deve finire, non è
normale che la gente entri ed esca di casa ogni due giorni, ogni volta che piove o che la diga sul Bradano si
riempie”. Quindi l’ordinanza di
evacuazione della marinella e di altre 10 contrade (fiumicello, torre Archita-zona
Artuso, germignana, valle cupa, piana del Bradano, pozzo dei porci, chiara
donna, piana di monte doro,
pantano-stornara, zona w) è ancora vigente, con probabile prossima revoca in
giornata.
Per il momento a Marina di Ginosa si sono riempiti solo alcuni
scantinati nei pressi di via Forlì ma è l’agricoltura tarantina ad aver subito
i danni più pesanti.
In particolare alcune aziende agricole ginosine hanno
chiesto al sindaco di sollecitare l’assessore regionale Fabrizio Nardoni ad
attivare al più presto la misura 126 per impegnare le somme del prossimo piano
di sviluppo regionale. La misura riguarda il ripristino del potenziale agricolo
danneggiato da calamità naturali. Il dubbio è che tali somme saranno erogabili
solo fra due o tre anni quando le aziende saranno già fallite: di qui l’urgenza
della richiesta.
Un oliveto completamente allagato lungo la "pericolosa" provinciale 8 di Taranto. |
CASTELLANETA E LATERZA
Non migliore la
situazione a Castellaneta, dove in contrada Gaudella circa 200 aziende agricole
sono in ginocchio, con centinaia di ettari coltivazioni orticole andate
distrutte.
La stessa viabilità di accesso alla zona è compromessa, anche a
causa del crollo di un ponticello nei giorni scorsi. Da questo quaderno di
doglianze non è esente nemmeno Laterza che ha già speso 180mila euro per gli
interventi in emergenza di ripristino di tantissime sue strade rurali.
E’ un
territorio che si scopre debole rispetto a questi eventi atmosferici ma che ha
anche dimenticato come rispettare le vie che l’acqua nel tempo reclama come
sue.
Su tutto si allunga l’ombra delle speculazioni possibili quando sarà ora
di rimettere in sesto il territorio. Scadono intanto tra due giorni i
due mesi promessi per il ripristino del ponte sulla ex statale 580.
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