IL POST NETTUNO. TORNA IL SOLE MA QUANTI DANNI IN AGRICOLTURA E QUANTA ANSIA


Statale 106: aperta una sola corsia, quella in direzione Taranto
 percorribile in entrambi i sensi
QUOTIDIANO DI PUGLIA 5 DICEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Tornare da Taranto percorrendo col sole la statale 106 non sembrava quasi vero. 
Ed invece in mattinata, verso le sei una corsia, proprio quella in direzione Taranto, è stata riaperta al traffico nei due sensi per poco più di un chilometro. 
La notizia è circolata subito diffusa da un autista del consorzio trasporti pubblici locali. Già, perché una cosa è emersa dal post nettuno,  la mancanza di informazioni su internet ed in tempo reale da canali ufficiali ed attendibili. 
Per cui sono stati in tanti che, partendo da Ginosa e Marina di Ginosa, ancora una volta epicentro delle piogge quasi monsoniche del ciclone extratropicale dell’uno e due dicembre scorsi, hanno dovuto passare da Castellaneta e Palagiano non sapendo che la 106 era finalmente libera. 
Ma chi ha percorso la statale 106 passando nei pressi del fiume Lato, ha potuto vedere uno spettacolo bello e nello stesso tempo inquietante. 
Foto scattata lunedì 2 all'indomani delle piogge del ciclone denominato nettuno. 
Un grande lago sorvolato anche da uccelli rapaci, un quadro bucolico ed insieme selvaggio che contrasta grandemente con l’interruzione della principale arteria tra Puglia e Calabria. Le zone di espansione del fiume, le cosidette aree golenali, non sono bastate a contenere le acque di piena che hanno invaso le carreggiate sia della corsia della statale in direzione Reggio sia delle complanari, situate ad un livello più basso. 
Nel frattempo anche i bacini del Bradano e del Lenne, un’altro corso d’acqua che percorre quasi interamente il comune di Palagiano, stanno tornando ai loro normali livelli stagionali, aiutati anche dal vento che spira nella direzione giusta, cioè verso il mare. 
Ma al sospiro di sollievo costituito dalla giornata di sole con temperature tra 8 e 15 gradi si sostituisce subito la preoccupazione per i colpi inferti da Nettuno al territorio. 
Ancora ieri, in serata, l’amministrazione comunale di Ginosa stava aspettando il via libera della protezione civile per consentire agli abitanti del quartiere marinella di Marina di Ginosa di tornare finalmente alle loro case. Per il sindaco De Palma “questa storia deve finire, non è normale che la gente entri ed esca di casa ogni  due giorni, ogni volta che piove o che la diga sul Bradano si riempie”.  Quindi l’ordinanza di evacuazione della marinella e di altre 10 contrade (fiumicello, torre Archita-zona Artuso, germignana, valle cupa, piana del Bradano, pozzo dei porci, chiara donna,  piana di monte doro, pantano-stornara, zona w) è ancora vigente, con probabile prossima revoca in giornata
Per il momento a Marina di Ginosa si sono riempiti solo alcuni scantinati nei pressi di via Forlì ma è l’agricoltura tarantina ad aver subito i danni più pesanti. 
In particolare alcune aziende agricole ginosine hanno chiesto al sindaco di sollecitare l’assessore regionale Fabrizio Nardoni ad attivare al più presto la misura 126 per impegnare le somme del prossimo piano di sviluppo regionale. La misura riguarda il ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità naturali. Il dubbio è che tali somme saranno erogabili solo fra due o tre anni quando le aziende saranno già fallite: di qui l’urgenza della richiesta.
Un oliveto completamente allagato lungo la "pericolosa" provinciale 8 di Taranto.

CASTELLANETA E LATERZA

Non migliore la situazione a Castellaneta, dove in contrada Gaudella circa 200 aziende agricole sono in ginocchio, con centinaia di ettari coltivazioni orticole andate distrutte. 
La stessa viabilità di accesso alla zona è compromessa, anche a causa del crollo di un ponticello nei giorni scorsi. Da questo quaderno di doglianze non è esente nemmeno Laterza che ha già speso 180mila euro per gli interventi in emergenza di ripristino di tantissime sue strade rurali. 
E’ un territorio che si scopre debole rispetto a questi eventi atmosferici ma che ha anche dimenticato come rispettare le vie che l’acqua nel tempo reclama come sue. 
Su tutto si allunga l’ombra delle speculazioni possibili quando sarà ora di rimettere in sesto il territorio. Scadono intanto tra due giorni i due mesi promessi per il ripristino del ponte sulla ex statale 580.

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