TETTO CROLLATO AL CASTELLO NORMANNO. UN CITTADINO DENUNCIA.
Ginosa, il castello prima e dopo il crollo del tetto di uno dei suoi ambienti (foto di Angelo Cinieri) |
di Nicola NATALE
Nuovo allarme
per il castello normanno.
Il tetto di una delle sale centrali attualmente in ristrutturazione è crollato nei giorni scorsi in seguito alle forti piogge.
Non corrono alcun pericolo le attività in corso con l'Opificio delle arti e dei mestieri, svolte nella parte ristrutturata e messa in sicurezza.
A
denunciarlo nei giorni scorsi, la foto di Angelo
Cinieri, già autore di un’opera che riproduce lo stesso castello.
La foto, che accosta le condizioni del
tetto un mese fa ed il crollo attuale, ha fatto il giro del web, scatenando i
soliti commenti e chiamando direttamente in causa l’amministrazione.
Amministrazione al momento concentrata sulla redazione del bilancio e
sulle innumerevoli incombenze del post alluvione. Lo stesso Cinieri, da
provetto muratore e senza voler insegnare nulla a nessuno, ha fatto notare che "se si deve ristrutturare una casa si inizia dal tetto e non dall’interno".
L’inizio
della seconda fase dei lavori di ristrutturazione fu annunciato per marzo del 2013 dall’allora
assessore ai lavori pubblici Vincenzo Di Canio ma fu chiaramente detto che
“sarebbero serviti molti finanziamenti per restaurarlo totalmente”.
Lo stesso sindaco
Vito De Palma, nel corso di una conferenza tenutasi due giorni prima della
disastrosa alluvione del 7 ottobre scorso annunciò il nulla osta della soprintendenza per i progetti
riguardanti le sale al pian terreno ed ai lati del castello.
Forse però
l’antichissimo maniero (costruito prima del 1270 d.C.) ha bisogno di lavori
urgenti di consolidamento e messa in sicurezza del suo nucleo centrale prima di mettere mano alle
ristrutturazioni interne. La parte di tetto crollata interessa un ambiente cui si accedeva con una scaletta, forse poco usato. Lo stesso tetto era in cannicciato impastato con malta dell'epoca e ricoperto da tegole.
Ginosa, castello normanno una vista inconsueta. |
Nel frattempo, come già detto, le ristrutturazioni interne hanno riconsegnato alla
cittadinanza ginosina un’intera ala dell'antichissimo manufatto che attualmente ospita i corsi
dell’opificio delle arti e dei mestieri.
Tutta la delicata questione del
Castello è stata caratterizzata nel tempo sia dalla volontà di arrivare alla completa restituzione
alla cittadinanza, sia dalla difficoltà tecnica ed onerosità dei lavori.
Ora con le emergenze del post-alluvione il completo recupero del monumento passa inevitabilmente in secondo piano, anche se non bisogna scordare che se si vuole fare turismo, è fondamentale curare le vestigia storiche.
Va
aggiunto che al momento, in giunta comunale nessuno ha la delega ai lavori
pubblici, si immagina avocata ad interim dal sindaco stesso.
La situazione si è
ulteriormente complicata a causa dell’alluvione dell’ottobre scorso, dei debiti
fuori bilancio causati da sentenze sfavorevoli al Comune di Ginosa e
naturalmente dal famigerato patto di stabilità.
Ad ogni modo il Castello, con
il progetto portato avanti nell’opificio e collegato al più ampio progetto
regionale bollenti spiriti, é tornato a rivivere.
Curiosamente anche l’attuale
sala ristrutturata al primo piano aveva il tetto crollato nei primi anni ’90
quando si iniziò ad immaginare il percorso di restauro.
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