MIROGLIO : Q.BELL CONFERMA DIFFICOLTA’ FINANZIARIE E SI DEFILA. WOLLO SONDERA' ALTRI DUE INVESTITORI.


Miroglio: l'incontro del 3 settembre scorso a Bari
con cui la task force regionale ha comunicato il ritiro di Q.bell
(ph corrado cenci) 
QUOTIDIANO DI PUGLIA 5 SETTEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Le avvisaglie c’erano tutte, ma tutti speravano che davvero l’operazione q.bell per il salvataggio dei circa 190 ex miroglio andasse in porto. 
Ed invece una mail arrivata in regione alle otto di martedì scorso da parte dell’amministratore delegato della q.bell Giuliano Macripò avvisava che l’operazione era sospesa. 
La riunione è durata fino a sera, ma solo per dare la stura ai tanti malumori provocati dal quinto flop ed organizzare quella che sembra una missione impossibile: la ricerca di un investitore per il sito industriale di contrada girifalco. 
La Wollo, l’azienda incaricata dal gruppo miroglio confermando l’impegno preso, sonderà la possibilità con altri due investitori, fino al 31 dicembre. Dopo di allora i 191 ex miroglini potranno contare solo sulla mobilità, già partita dallo scorso luglio.
L'accordo al ministero con Q.bell l'8 Aprile 2013.
Mimmo Giannuzzi (con il badge) è uno dei portavoce dei miroglini
A parlare è Mimmo Giannuzzi, uno dei tecnici dell’azienda che nella riconversione del sito e nel ritorno al lavoro ci ha sempre sperato: “Q.bell perde la commessa che diceva di avere, ma noi non perdiamo la speranza, dobbiamo ancora lottare nonostante il nostro disappunto sia grande”. 
Giannuzzi si chiede, e con lui molti, di che tipo siano le verifiche fatte dal ministero se poi tutti gli imprenditori al momento di rispettare gli impegni assunti o promessi si defilano o dichiarano di non aver liquidità. 
“Non ci sono complotti strani” aggiunge “perché incaricati della miroglio hanno visto lo stabilimento della Q.bell e addirittura a noi ci sono arrivate mail dai dipendenti che non ricevono ancora il loro stipendio, il problema è la fragilità di queste operazioni industriali”
Infatti come si ricorderà tutta l’operazione era legata all’assemblaggio di tv e monitor lcd le cui schede madri sarebbero arrivate da Shenzen per commesse provenienti dalla grande distribuzione. 
D’altra parte Macripò avrebbe scritto di essere sempre della partita nel caso di apertura di linee di credito sufficienti a finanziare l’intera operazione.
Alcuni dei prodotti termoform
Intanto pare che il progetto termoform stia avanzando con richieste di accesso ai fondi europei di incentivazione, gestiti dalla regione. Ricordiamo che qui si tratta di un’azienda umbra, di Taverna di Corciano attiva nel campo dello stampaggio plastico interessata ad installarsi nella ex filatura miroglio posta all'uscita di Castellaneta.
Ma qui i lavoratori ex miroglio assunti sarebbero solo 70, mentre altri 30 sono ex lavoratori termoform. Rimangono fuori in questo caso ben 120 lavoratori.
Tutto sembra legato al ciclo economico ed alle condizioni complessive, non solo fiscali e  giuridiche, che rendono difficile intraprendere in Italia ed in particolare al sud. E questo anche se proprio l’esperienza di Miroglio in Puglia ha dimostrato che si potevano ottenere record mondiali di tessitura (i telai avevano un rendimento medio che superava spesso il ‘90%) ed una conflittualità sindacale ridotta ai minimi termini.

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