MARINA DI GINOSA IL DIRETTORE DI TORRE SERENA: NO ALL’IMPOSTA DI SOGGIORNO
QUOTIDIANO DI PUGLIA 26 MAGGIO 2013
di Nicola NATALE
Geraldo Fatone, direttore del Torre Serena Village |
La tassa di
soggiorno sveglia il gigante, cioè torre serena. Al momento l’unico grande
villaggio turistico esistente a Marina di Ginosa. Sulla questione interviene il
direttore del complesso turistico Geraldo Fatone, dichiarando “siamo sempre
stati fermamente contrari e abbiamo interloquito con l’amministrazione comunale
affinché evitasse quello che consideriamo un grande danno per l’economia
locale”.
Una diretta presa di posizione del gruppo bluserena che pur
“apprezzando la disponibilità del sindaco di Ginosa a dialogare sull’entità
della tassa e sulla sua modalità di applicazione” ha voluto ribadire
pubblicamente il suo no. L’intervento proprio a seguito dell’articolo del
Quotidiano relativo al consiglio comunale del 13 maggio scorso. Consiglio la cui diretta non è stata pubblicata a tutt’oggi nella apposita sezione del sito ufficiale dell’ente.
Il direttore spiega anche le ragioni della sua contrarietà:
“abbiamo una legge nazionale
sciagurata che crea condizioni di competizione fra le amministrazioni comunali,
nel turismo oggi perdono i comuni che istituiscono la tassa”.
Un’impostazione
diametralmente opposta a quella perorata dalla maggioranza, cui si è unita la
lista inglese. Di diverso parere il pd che dall’opposizione con Bitetti,
Giannico e Rosato ha votato contro.
Marina di Ginosa - Torre serena village |
Giacomo Cassano, il consigliere delegato al
marketing territoriale che ne ha curato l’istituzione assieme all’assessore al
turismo e ambiente Leonardo Galante aveva dichiarato in proposito che l’imposta
“non avrebbe fatto fuggire nessuno”.
E invece insiste Fatone le cose non stanno
così: “questa imposta deprime i flussi turistici e l’occupazione e danneggia
l’indotto”. Secondo il dirigente “chi valuterà Ginosa per le proprie vacanze,
non potrà non prendere in considerazione destinazioni alternative, su cui non
gravi l’imposta” anche perché conclude “ad incidere nelle scelte dei turisti è
sia la maggior spesa che l’idiosincrasia generalizzata verso le imposte ….e
questa è particolarmente odiosa”.
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