CASTELLANETA: RANDAGISMO INTOLLERABILE E SPRECHI


di Nicola NATALE
Castellaneta, pecore e capre  allevati dall'azienda D'Ettorre
uccisi da un branco di randagi
Castellaneta non fa eccezione, quanto al  randagismo, rispetto agli altri comuni del tarantino. 
E’ di sabato scorso la denuncia del cons. di minoranza Leonardo Rubino che fa notare come siano insufficienti le misure finora predisposte dal comune e dal servizio veterinario della asl di Taranto. 
Una decina di giorni fa a Castellaneta ben 65 tra pecore e capre sono morte, assalite da una torma di cani randagi in un ovile di proprietà del sig. Francesco D’Ettorre. (http://www.vivicastellaneta.it/notizie/item/582-cani-randagi-attaccano-gregge-sbranati-65-agnelli#.UUbLj3AbIoE ). Poi si è aggiunto il sequestro penale a cura della guardia di finanza dell’ex mattatoio comunale adibito a canile. 
Leonardo Rubino,
cons. di minoranza
lista emiliano
Castellaneta ha in carico circa 300 cani nei canili  e spende dice il consigliere Rubino “oltre 170mila euro annui mentre mancano le risorse per il sostegno alla sopravvivenza delle persone, per far fronte a situazione di disagio e per aiutare i soggetti più deboli”. 
A queste spese si aggiungeranno fra poco quelle di gestione del nuovo canile castellanetano finanziato con fondi europei in zona gaudella piccola. 
Attorno al randagismo e alla sacrosanta  protezione degli  animali d’affezione, come li chiama con terminologia asettica la legge,  si è sviluppato un intenso business e rapporti talvolta opachi tra chi a vario titolo se ne occupa. 
Regione Puglia, asl di Taranto e comuni “prendano atto della non ulteriore tollerabilità della situazione attuale” dice Rubino anche se a Castellaneta è stato presentato nei giorni scorsi il  progetto di sterilizzare i cani padronali. 
Un progetto appunto, oltre al fatto dice il consigliere, che tali cani andrebbero microchippati come dice la legge regionale. Solo con il microcircuito elettronico si identifica cane e proprietario, identificando il responsabile. Ma anche così il problema è sempre presente. 
Francesco D'Ettore,
l'allevatore che ha subito un danno di circa 65mila euro
Nella vicina Ginosa, dove un gruppo di volontari molto attivo effettua sterilizzazioni e microchippature gratuite in costante collaborazione con l’asl il problema del randagismo non è affatto stato risolto. Ed il comune di Ginosa spende ogni anno quasi 370mila euro per contenere il problema.
I randagi residenti a Castellaneta sarebbero una sessantina ma,  stando a quel che fanno è innegabile la loro pericolosità, anche perché non tutti hanno dimestichezza con il mondo animale. 
Oltre all'inefficacia dell’azione della asl poiché ad essa il controllo del fenomeno del randagismo Rubino fa notare che è anche il comportamento dei cittadini ad essere omissivo o addirittura penalmente rilevante quando si abbandona un cane. 
Molti infatti continuano a non sterilizzarli  e nemmeno li “microchippano” per non esserne legalmente responsabili. La sanzione in caso di mancata microchippatura è solo amministrativa e comunque non sempre è applicata ed in grado di costituire un vero deterrente. 
Va detto inoltre che basta una singola coppia fertile a riempire di cuccioli sia il tessuto urbano che le campagne. 
Per questo il consigliere, da sempre molto attivo nel segnalare i problemi, si augura che il servizio veterinario della asl attivi svolga una nuova azione di sensibilizzazione nelle scuole. Gratuita, precisa.

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