MARINA DI GINOSA ALLUVIONE 2011, LO STATO SE NE RICORDI. DE PALMA "NON SIAMO FIGLI DI UN DIO MINORE"
QUOTIDIANO DI PUGLIA DEL 26 GENNAIO 2013
di Nicola NATALE
Marina di Ginosa, l''alluvione del Marzo 2011 (nei pressi del Blue Moon tratto terminale di Viale Jonio) |
Marina di
Ginosa, alluvione del Marzo del 2011.
Il Consiglio Comunale approva
all’unanimità una delibera che impegna la Presidenza del Consiglio a rimediare
alla clamorosa esclusione della Puglia e della Basilicata dagli interventi
autorizzati sul fondo della protezione civile.
Si tratta di 105 milioni di euro
dal 2013 al 2015 decisi come incremento di spesa con la legge di stabilità del
2013 in precedenza chiamata “finanziaria”, sempreché quelle cifre non siano ritoccate. Stando così le
cose ne beneficeranno sette
regioni italiane.
Vito De Palma, sindaco di Ginosa |
“Ma noi
non siamo figli di un dio minore” ha argomentato il sindaco Vito De Palma per
il quale “i parlamentari uscenti si sono dimenticati del territorio”.
Nella
delibera si chiede anche agli eletti sicuri di prendere un impegno ufficiale
per far rientrare nelle somme stanziate anche i territori di Marina di Ginosa
in Puglia e Metaponto in
Basilicata.
Il consigliere di maggioranza Vincenzo Di Canio, delegato ai lavori
pubblici e funzionario regionale ha stigmatizzato la “mancata attenzione della
Regione, forse una dimenticanza”.
Sulla stessa linea i consiglieri Notarangelo
e Perniola.
I due si chiedono qual è stato il ruolo del commissario
straordinario individuato dal Governo nella figura del presidente della Giunta
Nichi Vendola, il quale ha, a sua volta,
delegato il dirigente Luca Limongelli. L’ultimo atto della Regione è stato
l’approvazione del piano degli interventi per il superamento dell’emergenza a
Luglio del 2012.
Con quell’atto le risorse individuate dall’ordinanza del
presidente del consiglio n.3988/2011 in 4,6 milioni di euro sono state così
ripartite:
100mila euro al Comune di Ginosa per i primi interventi,
1,1 milioni
di euro per il rimborso degli altri comuni ed enti partecipanti ai primi
interventi,
1,2 milioni di euro per un contributo del 15% rispetto ai danni
subiti dalle “prime case” dei residenti e dalle imprese prive di copertura
assicurativa,
2 milioni di euro per interventi alle infrastrutture compreso il rifasamento elettrico
delle idrovore del Gàlaso.
23mila euro infine sono andati al funzionamento del
soggetto attuatore dell’ordinanza costituito da dipendenti regionali.
I danni
dell’alluvione, secondo stime del comitato terre joniche che si è battuto per
la messa in sicurezza e i risarcimenti,
ammontano a 180 milioni di euro per la Puglia e 300 per la Basilicata.
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