CASTELLANETA STEFANO: “VA RISARCITA L’AGRICOLTURA NEL DECRETO ILVA” TAVOLO VERDE “RIPORTARE GLI AGRICOLTORI NEL CETO MEDIO”


QUOTIDIANO DI PUGLIA 16 GENNAIO 2013
di Nicola NATALE
Il chilometro zero.
Il Tavolo verde di Palagianello, organizzazione presieduta da Franco Parisi,  ha organizzato ieri sera un’affollata assemblea sul tema presso l’Istituto Mario Perrone di Castellaneta insieme a Giovanna Capriulo, coordinatrice dei movimenti spontanei di agricoltori. 
Per “passare dalle parole ai fatti” in materia di consumo di prodotti locali. Il cambio d’abitudini alimentari, la smisurata e sofisticata offerta di prodotti nei nostri supermercati ha messo fuori gioco la tradizionale produzione locale, caratterizzata principalmente dall’offerta all’ingrosso dei prodotti agricoli. 
Da sx Paolo Rubino e l'ass. reg. all'agricoltura Dario Stefano
Il fondatore del tavolo verde, Paolo Rubino (già onorevole ds) ha osservato che “251 sigle per le elezioni politiche significano prendere voti utili, per poi farli confluire nella grande rete”. 
Il problema è invece “riportare gli agricoltori ad essere ceto medio”. Saverio De Bonis, coordinatore della Fima (federazione italiana movimenti agricoli) autodefinitasi “lobby trasparente che agisce di concerto con i consumatori”, svolge una relazione pacata ma durissima nei contenuti. 
C’è di tutto, dalla sciagura della pac (politica agricola comunitaria) alla miseria del fondo per l’adeguamento alla globalizzazione: 2 mld di euro in 5 anni. 
Poi la “cupola” del latte, del grano e di tanti altri prodotti agricoli: inesistente il ruolo dell’autority di controllo sul meccanismo di formazione dei prezzi. 
Ai tavoli per la determinazione dei prezzi, sento con stupore produttori che ragionano come i  trasformatori, che sarebbero la loro controparte”. 
Chissà come finirà il ricorso all’Antitrust per il mercato delle carni dice ancora, per poi ricordare “il condono colossale per l’evasione fiscale alle aziende di videopoker”. 
Da sx Paolo Rubino, Franco Parisi, Dario Stefano, Giovanna Capriulo, Saverio De Bonis al "Perrone" di Castellaneta
Perché, si chiede De Bonis, non è stato concesso altrettanto alle imprese agricole: il 2% pagato dalle aziende di videopoker contro il 22-30% preteso dagli agricoltori,  vogliamo anche noi un condono totale”. Una voce si alza dalla sala: “per prendere meno di 500 euro di pensione”! 
De Bonis, originario di Irsina, conclude con il riferimento alle 800mila aziende agricole chiuse e la mancanza di un’azione di risarcimento collettivo nei  casi scoperti di controllo anomalo dei prezzi. 
In questo ginepraio prova a destreggiarsi l’assessore regionale all’agricoltura Dario Stefano: “qualcosa vuol dire se il più alto numero di giovani imprenditori agricoli è in Puglia, qualcosa significa se dal 21% di vino imbottigliato nel 2009 siamo passati al 61%”. 
Per l’assessore si sconta la mancanza di una politica nazionale agricola, l’eccessiva frammentazione delle aziende agricole e la difficoltà in ambito europeo di giungere ad una tracciabilità effettiva dei prodotti. Però “bisogna innovare il modello organizzativo, all’azienda di 5 ettari un’organizzazione di produttori (o.p.) deve dettare l’agenda delle produzioni”. 
Queste ultime ancora “devono diventare più grandi per poter incidere sul mercato”
Tuttavia conclude Stefano “il decreto sull’ilva ha completamente dimenticato i danni inferti all’agricoltura jonica, ma la Puglia non può rinunciare a questo suo tassello pregiato”.

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