MIROGLIO: ALTRA CASSA FINO ALLA FINE DEL 2012

dal Quotidiano delll'11 Luglio del 2012
di Nicola NATALE
Roma, Via Fornovo.  la sede del Ministero del Lavoro 
Gli operai accaldati, seduti sui marciapiedi, sono l’immagine simbolica della vertenza Miroglio. Stanchi non del lavoro che avevano negli stabilimenti di Ginosa e Castellaneta ma di una trattativa a tre (miroglio, sindacati, ministero) che si trascina ormai da oltre tre anni e mezzo.
Di imprenditori nemmeno l’ombra, tranne l’ipotesi Barbero a Castellaneta, vale a dire dalla produzione di filati ai prodotti da forno con la rioccupazione di sole 50 persone.
Ma è quel che serve per tenere in piedi la cassa integrazione straordinaria ed in deroga, l’unico vero ammortizzatore sociale realmente funzionante.
Così alle 21:45 di una caldissima giornata romana (9 luglio 2012) finalmente si scioglie il timore che accomuna tutti i 222 collaboratori di quella che fu la filatura e tessitura di puglia: cassa concessa per altri sei mesi, vale a dire fino al 31 dicembre del 2012.
Complicatissima la trattativa in via Fornovo ove ha sede il Ministero del Lavoro, poiché oltre alle difficoltà di copertura avanzate dai funzionari del ministero c’era da superare il problema tecnico della presenza di un piano industriale da presentare per la riconversione.
Ma oltre a delle assicurazioni verbali di un rappresentante del gruppo Barbero, peraltro non presente all’incontro, non ci sono altre proposte di investimento ufficiali.
E’ per questo che la cassa integrazione non è stata ancora formalmente concessa ed un secondo appuntamento è stato fissato presso la Provincia di Taranto venerdì prossimo, 13 Luglio alle 11.30.
Uno dei momenti del tavolo romano. In piedi Caroli della Regione Puglia
Vi parteciperanno un delegato della Miroglio, nel frattempo la filatura e tessitura di Puglia è diventata una società a responsabilità limitata, i sindacati provinciali ed aziendali, la confindustria ed il Prefetto.
Nel frattempo la porta resta aperta per chi avesse finalmente trovato soluzioni (ma sono veramemte in pochi) ed un incentivo di qualche migliaia di euro è stato fissato dalla Miroglio per assottigliare il numero di lavoratori cui garantire un futuro lavorativo.
Molto importante l’accordo separato tra sindacati ed azienda sul processo di riconversione che durerà ancora un anno e mezzo.
18 mesi per sperare che qualcosa finalmente si sblocchi nell’economia e renda nuovamente conveniente produrre in Italia e specificatamente al sud, perché è quello il punto centrale di ogni discorso sul lavoro e la causa di innumerevoli chiusure aziendali, di cui la Miroglio è stato il caso più eclatante.
Molto importante anche la decisione aziendale di lasciare gli stabilimenti all’Ente che ne dovesse far richiesta nel caso di una mancata soluzione industriale al problema dei 222 esuberi del tessile made in Puglia e cash in Piemonte.
 Gli operai ringraziano tutti i politici intervenuti e spesisi nella lunga trattativa con i funzionari ministeriali, dall’on. Ludovico Vico al sindaco di Ginosa Vito De Palma alle rappresentanze sindacali, partecipanti anche a livello nazionale.
 Quella di Miroglio è ancora una partita troppo grossa per relegarla ai livelli locali.
Dispiace non trovare in tutto questo il segno di una rinascita, di una ripresa produttiva ma solo l’amministrazione di un progetto industriale nato già morto.
La completa liberalizzazione delle importazioni tessili fissata nel 2010 era sicuramente già nota nel 1996 quando gli stabilimenti furono inaugurati. Tuttavia altri colpi di scena sono dietro l’angolo.

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