GINOSA: DUE INCENDI DI VASTE PROPORZIONI, DOLOSA L’ORIGINE. SCEMPIATE ZONE BELLISSIME.

dal Quotidiano del 16 Giugno 2012
di Nicola NATALE
Ginosa, c.da Palombaro, incendio del 15 Giugno 2012
Chi ha appiccato il fuoco ieri (15 Giugno) sapeva quello che faceva: c’era vento da nord. 
Due incendi sono scoppiati ieri a Ginosa, prima in c.da Palombaro e poi in c.da Casone Dogana. 
Entrambe la zone hanno pochi residenti, ma non sono deserte o incolte. 
Ignoti purtroppo gli autori. 
La zona del Palombaro, sopraelevata rispetto a Ginosa, è di rara bellezza, con querce centenarie, dolci colline, valloni nascosti ed una vista spettacolare su Ginosa e sulla vicina Montescaglioso. 
Sconcerto e costernazione tra i pochi residenti nella zona e tra i proprietari di appezzamenti. 
I due mezzi dei Vigili
del Fuoco intervenuti
L’allarme è stato dato in mattinata ma la natura a volte scoscesa dei luoghi e la presenza di due soli mezzi dei vigili del fuoco e uno della Regione Puglia hanno reso subito difficili le operazioni di spegnimento. Alle tredici il fuoco divampava nella valle che correva parallela alla strada comunale e intanto i mezzi erano alla ricerca disperata di acqua, subito fornita dai residenti. Alle diciassette la situazione non era ancora sotto controllo poiché alla stazione dei Vigili Urbani un agente confermava lo stato di emergenza. Due aeromezzi speciali (canadair o fireboss) sono intervenuti solo nel pomeriggio, verso le sedici: troppo tardi per impedire una devastazione che è un crimine economico oltre che ambientale. I voli costano, le squadre di emergenza anche, ma questo non interessa ai piromani che forse hanno ripetuto a distanza di tempo l’incendio che interessò la zona nel 2007. 
Non penso siano pastori che non si vedono da queste parti”  - dice Pietro Satta, uno che la zona la frequenta spesso per via del suo allevamento di cavalli - “ma piuttosto da queste parti si scatena una vera e propria lotta per gli asparagi e qualcuno crede di prepararsi così un maggior raccolto”. 
In tal caso allora i controlli della Forestale dovrebbero essere massimi ma parliamo di territori molto estesi, forse qualcosa sarà possibile fare con le telecamere e l’elettronica. 
Da qualche parte hanno vietato la raccolta di asparagi nelle aree interessate da incendio. Anche così però servono uomini e risorse per i controlli, sempreché sia stata questa la ragione. Alcuni residenti esprimono tuttavia dubbi su questa possibile pista.
L’unica cosa da fare dunque è educare al rispetto del verde ed a capirne la bellezza, per evitare nuovi disastri ambientali. 
Pur assicurando i colpevoli alla giustizia infatti ci vorranno centinaia di anni per far ricrescere le querce e ridonare amenità al paesaggio trasformato da un’orrenda coltre nera. 
Nel 1966 Margherita Hack scriveva in Quaderni di Bioetica “se facciamo deperire un albero, feriamo ed uccidiamo noi stessi”. 

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