PINO APRILE "GIU AL SUD" PER LA CITTADINANZA. SENTITA CERIMONIA A LATERZA


Alcune immagini della cerimonia svoltasi il 1° Febbraio 2012 
all'Auditorium Giannico di Laterza

In piedi per l'Inno di Mameli.
Da sx Bruno Bongermino (Associazione Società e Progresso) Nicola Natale (Quotidiano)
Pino Aprile (giornalista, scrittore) Gianfranco Lopane (Sindaco di Laterza)





LATERZA, GIÙ AL SUD

di Francesco ROMANO

«Mia madre è di Laterza, di Laterza sono mia sorella e mio fratello: io, figlio di mezzo, sono nato una trentina di chilometri più in là, a Gioia del Colle, ma da questa sera sono laertino anch’io»: Pino Aprile è, da pochi giorni, cittadino onorario di Laterza. Nel gremito auditorium comunale, è stato il sindaco Gianfranco Lopane a conferirgli formalmente il riconoscimento ufficiale. Quasi “riparatore”. 
«Qui – ha raccontato l’autore di “Terroni” e dell’ultimo nato “Giù al Sud” – mi legano ricordi d’infanzia indelebili». Ricordi che, già ripercorsi nell’ultimo capitolo di Terroni, hanno dato più forza alla cerimonia dell’altra sera. Proiettandola subito dopo tra le pagine di “Giù al Sud”, sfogliate a salti su imbeccate-segnalibro di Nicola Natale, moderatore dell’incontro tra il sindaco Lopane, lo scrittore-giornalista e il presidente di Società&Progresso, Bruno Bongermino.
«Ci vuole un paese dentro» ha detto il sindaco di Laterza, citando Pavese e poi dando assist in tema all’ospite neo laertino: i «forconi» in Sicilia, l’agricoltura in ginocchio, i treni da e per il Sud a rischio binario morto, il problema sanitario. Pino Aprile «antesignano»? 
La domanda apre varchi socchiusi, trova risposte chiare e sintesi scolpite: «Non lo vogliono sentire, il Sud, e quando il Sud prova ad alzare la voce, lo zittiscono» compendia lo scrittore. 
Eppure è il Sud il “luogo” da ascoltare. 
Perché «se una rivoluzione sociale ci sarà, non potrà che essere meridionale: è il barattolo vuoto che fa più rumore»; perché «saranno i giovani terroni a salvare l’Italia: Domenico Lucano, il sindaco di Riace detto Mimmo il Curdo, ha reso possibile un’incredibile esperienza di ospitalità di immigrati e rifugiati: è stato riconosciuto terzo sindaco del pianeta, Wim Wenders ne ha fatto un film (Il volo) premiato in tutto il mondo, ma noi non abbiamo letto una riga»; perché è il Sud del mondo «che sta facendo il gioco, anche se i “grandi” sono convinti che a farlo sono loro».
Il Sud, dunque. I giovani che riscoprono «la storia, le radici, il valore di essere a casa: quel poco che si ha a casa è più del molto che si può avere altrove». E poi la “scoperta” rivoluzionaria di «vedere tutto con gli occhi del forestiero»: da qui parte tutto, secondo Pino Aprile. «Siamo condannati all’ottimismo» ha concluso tra gli applausi il giornalista-scrittore, laertino da pochi giorni. «E se anche gli altri continueranno ad essere pessimisti, conta poco: i nostri giovani lo faranno lo stesso». Salveranno l’Italia.
(La Gazzetta del Mezzogiorno, 9 febbraio 2012)



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