LATERZA PERDE UN MILIONE DI € DAL SUO BILANCIO, MA CI RIFAREMO CON LA FILIERA CORTA RIBATTE LOPANE


Versione integrale dell'intervista apparsa sul Quotidiano di Lunedì 12 Settembre 2011
riproduzione riservata
Gianfranco Lopane, Sindaco di Laterza dal Maggio 2011


di Nicola NATALE

Gianfranco Lopane, 31 anni, sindaco di Laterza dal 17 Maggio 2011, non fa in tempo ad arrivare in Comune che viene subito arpionato.  Sono i Sindaci a stare in trincea ed è curioso che i tagli della manovra governativa inizino proprio dai Comuni. Il Comune di Laterza perde già da Agosto di quest’anno 110.000€ di entrate statali che arrivano al milione di € nel 2012. Su un bilancio che sfiora 7,5 milioni di €.
Come l’ha presa Sindaco?
Beh, avendo l’accertamento di bilancio a fine Settembre, non è il massimo. Per questo ho deciso di aderire al primo sciopero di tutti i Sindaci d’Italia proclamato per il 15 Settembre. Il 30 Giugno non ho potuto far altro che approvare un bilancio che si basava su quanto fatto il 14 Maggio dal Commissario Prefettizio. C’era non solo l’impossibilità tecnica di modificarlo ma anche un equilibrio molto fragile venuto a mancare l’8 Agosto con la notizia che avevamo i tagli della manovra. Faccio presente che rinunciando ad un assessore ed a 4 consiglieri abbiamo risparmiato solo 10.000€, il Governo ce ne ha tolti 100.000 in più.  Questi tagli hanno riguardato solo i Comuni andati al voto. Tra l’altro il Comune di Laterza ha già le aliquote al massimo.
Si può far guadagnare il Comune anziché reggerlo con le sole tasse…
Diciamo che è un principio irrinunciabile far pagare a tutti il dovuto, penso al recupero degli oneri di urbanizzazione non versati. Avendo provveduto a censire i beni comunali stiamo pensando di installare impianti fotovoltaici sugli edifici di proprietà e dismettere immobili non strumentali ma non posso anticipare nulla,  c’è un bando in preparazione.
E le royalties da pannelli e torri eoliche di iniziativa privata….
Il fotovoltaico non prevede royalties. Noi puntiamo sul mini eolico perché anche i piccoli privati possano investire. E’ un principio di democrazia energetica e di basso impatto ambientale. Laterza è nell’Atlante eolico quindi si presta ottimamente a questo investimento, tanto è vero che qualcuno c’è già.
C’è l’ha un’idea di sviluppo sostenibile?
Altroché. Noi abbiamo un patrimonio boschivo da mettere a frutto in una Provincia che ne è quasi priva, penso ad esempio al Parco delle Gravine per il quale Laterza potrebbe essere Comune capofila.  Con l’Area Vasta stiamo pensando alla viabilità primaria con la Bradanico-Salentina se il Piano del Sud diviene realtà e all’asse che da Santeramo porta a Marina di Ginosa. Quest’ultimo tracciato per noi potrebbe essere la nostra circonvallazione. Poi c’è la viabilità secondaria che porta verso gli itinerari naturalistici della Gravina già valorizzati dall’Oasi Lipu.
Ma tutto questo per fare economia deve sposarsi con la ricettività….
Con il Gal Luoghi del Mito si sta procedendo ad un bando per affittacamere in scadenza il 15 Settembre. Laterza dovrebbe presentarsi con una decina d’iniziative private. E’ un primo importante passo per risanare il patrimonio edilizio dismesso, dare lavoro e configurare una accoglienza che è potenzialmente molto attrattiva. La legge sull’albergo diffuso inoltre è da sfruttare e per questo stiamo approntando un ulteriore bando.
Può bastare a superare la crisi?
No, ci vuole molto di più. Noi abbiamo aggregato e continueremo a farlo, le forze produttive. Penso allo straordinario successo di Laterza Estate costata solo 3.500€ al Comune. I nostri asset sono carne al fornello, pane di Laterza ma anche maioliche e artigianato di qualità. C’è un discorso di filiera corta, cioè produzione, distribuzione e vendita in loco che svilupperemo al massimo. Ad esempio per il pane non abbiamo la prima parte della filiera, cioè il mulino. Tuttavia ieri ho partecipato all’inaugurazione di un corso di formazione professionale per panettieri per 20 ragazzi e con il Consorzio dei Panificatori avremo un incontro a breve per l’ulteriore sviluppo. Stesso discorso per la carne, che pure ha avuto in Laterza dei grandi allevatori, ora schiacciati dalle regole internazionali del commercio.  La carne a Km0 potrebbe essere lo slogan di questo progetto.
E quanto a Curvet,  Miroglio, resti di una industrializzazione sempre a rischio?
Il 21 Settembre siamo a Roma per la Miroglio per capire qual è la proposta legata allo stabilimento di Ginosa. 40 laertini vi lavoravano, poi altre 40 famiglie alla Curvet dove c’è un tavolo per tentare di trovare una via d’uscita ad una azienda cui pure non mancavano le commesse. Poi c’è il distretto del mobile imbottito (principalmente Natuzzi) con un accordo di programma cui il Governo non ha detto quale cifra mette a disposizione. Poi c’è l’Osmairm che per i tagli alle strutture sanitarie private non ha potuto trasferirsi nella nuova sede, pronta da mesi. Va ripensato un po’ tutto, magari recuperando l’esperienza dei lavoratori fuori sede ma prima dobbiamo sapere cosa fanno.

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