LATTE, ILARY E ALTRE STORIE. Si rallegra la zootecnia laertina.
Un momento post premiazione di Valrose Diamondback Ilary presso Fieragricola Veronafiere. (photo courtesy of Francesca Bitorsoli 2 febbraio 2018) |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 8 FEBBRAIO 2018
versione integrale
di Nicola NATALE
E’ un periodo senza dubbio positivo per l’immagine di
Laterza.
Lo conferma anche il recente premio ottenuto a Verona da due giovani
allevatori Donato e Domenico Nuzzi per la loro vitella dal nome
altisonante: Valrose Diamondback Ilary.
I due si sono imposti al Dairy Open Holstein Show presso Fieragricola Veronafiere (competizione dedicata alle frisone) conquistando il
primo posto nella categoria riservata ai capi con età compresa tra 6 e 9 mesi. E
partecipando anche alla mostra nazionale della razza bruna, un classico degli
allevamenti italiani per le mucche da latte.
Donato e Domenico Nuzzi |
“Ci andiamo sempre, con le brune
da quasi quarant’anni, con le frisone da circa sette anni” dice Donato ricordando
che la loro “attività è portata avanti da generazioni”.
I criteri con i quali
le giurie valutano sono soprattutto morfologici e spesso “basta un colpo d’occhio a
giudici esperti per capire se gambe, struttura, costato ed altri parametri sono
vicini all’eccellenza”.
Ma quanto costa partecipare?
“Per le fiere nazionali c’è
un contributo per il trasporto e l’alloggio da parte dell’associazione
regionale allevatori e da parte della Regione, tutto il resto è a nostro
carico”.
E a parte la soddisfazione qual è il ritorno?
“Noi vendiamo anche
manze, vacche o maschi di un certo livello e questa è una grande vetrina”.
L’azienda
dei Nuzzi, come tante nella zona, è specializzata nella produzione di latte,
mentre altre si indirizzano nell’allevamento destinato ad animali da carne. Il
loro latte è destinato a caseifici locali specializzati nella produzione di
latticini, diventati un’eccellenza pugliese nota in tutta Italia e non solo.
Un
settore per nulla marginale come dimostra anche la diatriba originatasi tra
Puglia e Campania in seguito al riconoscimento della denominazione di origine
protetta per la “Mozzarella di Gioia del Colle”.
Mozzarella la cui zona di
produzione annovera in provincia di Taranto anche Laterza oltre a
Castellaneta, Crispiano, Martina
Franca, Massafra e Mottola.
In questi giorni è commercializzato sugli scaffali di molti esercizi
del Tarantino, latte che dalle immagini e dal nome si presume lucano.
Peccato
scoprire poi che, al di là dell’azienda pugliese che lo commercializza, il latte
proviene da Paesi Ue, l’Italia è solo il paese di condizionamento. E soprattutto
lo stabilimento di lavorazione corrisponde per codice alla Centrale del Latte della Toscana con sede a Firenze.
Altro che latte locale,
chilometro zero e compagnia bella.
A illuminare questa situazione contribuisce
Nuzzi: “siamo favorevoli a qualsiasi tipo di tracciabilità, se uno vuole
comprare latte della Germania è bene che lo sappia, il microfiltrato a 49 euro
comprato a cartoni nei discount va bene, ma la gente deve sapere che è latte di
scarsissima qualità”.
QUOTIDIANO DI PUGLIA Edizione di Taranto 8/2/2018 |
Non è un po’ troppo vaga come definizione? Non se si specifica che si tratta di latte disidratato, ridotto in polvere e poi reidratato per immetterlo
in commercio.
Una delle lamentele degli allevatori locali riguarda proprio il
prezzo di ritiro: “con 40 centesimi al litro iva esclusa, prezzo ora in calo, riusciamo a stare sia pure con
difficoltà in equilibrio, ma tutto dipende dalla Germania, se questa esporta in
Russia e Cina polveri di latte siamo a posto, se questo rimane in Europa, noi
ne paghiamo le conseguenze”.
I problemi per gli allevatori locali rimangono gli stessi: “costi della manodopera, del gasolio, burocrazia strangolante, opprimente”.
I problemi per gli allevatori locali rimangono gli stessi: “costi della manodopera, del gasolio, burocrazia strangolante, opprimente”.
Cosa fare allora?
“Riabilitare l’immagine degli allevatori, siamo umiliati, criminalizzati, mentre abbiamo la legislazione più stringente in Europa per controlli sanitari, profilassi, monitoraggi sul latte e sulle materie prime”.
“Riabilitare l’immagine degli allevatori, siamo umiliati, criminalizzati, mentre abbiamo la legislazione più stringente in Europa per controlli sanitari, profilassi, monitoraggi sul latte e sulle materie prime”.
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