CROLLO DI VIA MATRICE, NON C'E' DATA PER IL RIPRISTINO. Intervista all'assessore Emiliana Bitetti.

GINOSA Via Matrice - Il tratto "percorribile" accedendo da via Alcanices.


QUOTIDIANO DI PUGLIA 13 NOVEMBRE 2017

di Nicola NATALE

Emiliana Bitetti,
assessore al centro storico
e rigenerazione urbana di Ginosa
(Giunta Parisi)
*Emiliana Bitetti, classe 1989, architetto laureatosi al Politecnico di Bari è il quinto assessore della giunta monocolore 5 stelle guidata dal sindaco Vito Parisi. 
La sua nomina con delega al centro storico e alla rigenerazione urbana è arrivata a settembre del 2017, circa un anno dopo l’insediamento della giunta, anche per superare la vera e propria impasse che si registra nei due settori affidati.

Sono passati quasi quattro anni dal crollo di via Matrice del 21 gennaio 2014. L’intervento non ha più le caratteristiche di urgenza o lo ritenete ancora tale, anche giuridicamente?

L’intervento è di estrema urgenza ed è vitale per il futuro delle nostre comunità.  
Lavoriamo quotidianamente affinché le famiglie, le persone, costrette a vivere fuori casa da quasi quattro anni, ritornino a casa loro. 
Però è fondamentale la collaborazione di tutte le istituzioni affinché questo avvenga.

Non ritiene che tutti i documenti che hanno accompagnato la gestione di questo disastro dovrebbero essere resi pubblici, compresi gli allegati delle delibere? 

Ciò che è stato trattato da questa Amministrazione  in merito alla questione è stato reso pubblico. 
Ovviamente continueremo ad impegnarci al massimo per il futuro in termini di trasparenza e condivisione degli atti.

Che rapporto ha con il comitato centro storico?

Ad oggi non ho ancora avuto modo di relazionarmi con il comitato. 
Ma l’incontro avverrà a breve; ai cittadini bisogna dare risposte certe, per questo ho intenzione di fare un punto sulla situazione assieme alle Autorità coinvolte, considerato che è volontà di tutta l’Amministrazione rivedere quanto prima la “zona rossa” affinché i ginosini  tutti possano ritornare a vivere il nostro centro storico.


Sul sito comunale la sezione commissione centro storico è ferma alla pubblicazione dell'ordinanza del febbraio 2015, perché non aggiornarla?

L’ordinanza del febbraio 2015 non è stata aggiornata poiché ancora valida.

La zona rossa interdetta all’accesso ha mostrato micro-spostamenti o indebolimenti secondo i rilievi tecnici finanziati o non ci sono state variazioni di rilievo?

Sommariamente non ci sono variazioni di rilievo del quadro fessurativo, ma lo stato di allarme non è cessato. 
Ce lo dimostra il crollo di una piccola porzione della volta di un fabbricato collocato nell’area di cantiere qualche settimana fa, già segnalato in quanto pericolante. 
Questo è solo un episodio che si può tenere sotto controllo, ma ciò non toglie che bisogna muoversi con massima cautela, nell’ottica di un intervento di consolidamento più ampio che puntuale.

La zona rossa potrà essere ridimensionata o senza seri interventi di consolidamento e regimentazione delle acque è destinata sempre più a sfaldarsi?

L’obiettivo è quello di ridimensionare la zona rossa in tempi brevi, per farlo siamo pronti ad assumerci delle responsabilità, ma lo dobbiamo fare con cognizione di causa. 
Di qui la scelta di dotare Ginosa, per la prima volta, del Catasto Grotte elaborato da un nucleo di coordinamento tecnico e corredato da uno studio geologico e idrogeologico attuale fatto dal Prof. Piccinni e dal suo team di professionisti. Dobbiamo avere consapevolezza della stato dei luoghi e delineare nuovamente, in base a ciò, le zone a rischio.

Di quanti ulteriori studi sulle gravine e sul centro storico di Ginosa avremo bisogno prima di veder ultimati  i lavori di consolidamento dei punti fragili?

Gli approfondimenti fatti sono necessari a definire il rischio e richiedere finanziamenti per la messa in sicurezza. 
Il fine dello studio è quello di dimostrare agli Enti preposti alla tutela del territorio, la conoscenza dello stato di pericolosità e degli interventi da attuare. 
Non è un caso che il nostro Comune non abbia mai goduto dei finanziamenti necessari alla messa in sicurezza, nonostante le alluvioni e i crolli che partono dal 2009. 
Nel cantiere di Via Matrice la Direzione Lavori, ha trovato e monitorato 32 cavità poste su diversi livelli di grotta, per lo più sconosciute fino al momento del crollo, che sono state minuziosamente rilevate e classificate per livelli e pericolosità. Quindi gli studi fatti ci permetteranno anche la candidatura a dei finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio.

Sembra che la progettazione della seconda fase per il ripristino del tratto crollato di via Matrice sarà affidata all’arch. Pietro Laureano. 
Ha un’idea anche vaga di quanto ci vorrà per la progettazione, per appaltare ed infine compiere i lavori?

Procediamo per step. 
Per andare avanti con la seconda fase dei lavori è necessario concludere la prima: salvo imprevisti, i tempi tecnici dovuti ad una variante in corso d’opera sono pressoché ultimati, perciò a breve ripartirà il cantiere. 
Una volta conclusa, ed avviata la progettazione della seconda fase, sarà più facile fare una stima del tempo necessario alla conclusione dei lavori.

I proprietari danneggiati sono stati risarciti o tutto è legato all’evolversi delle inchieste e dei procedimenti legali?

I proprietari danneggiati hanno potuto fare richiesta di risarcimento per il danno subito alla Protezione Civile subito dopo l’alluvione.

Il progetto di riqualificazione prevede una zonizzazione per settori su quattro livelli.
Alcuni architetti la ritengono un’idea superata e propendono per un’idea di centro storico pensato soprattutto per la gente del posto che vuole viverci….

Il progetto si modella in base alle esigenze della comunità, senza perdere di vista il carattere vocativo del luogo e la morfologia del territorio. Una “zonizzazione” non esclude la possibilità che la gente possa continuare a vivere a tutto tondo il luogo a qualsiasi ora della giornata.


GINOSA - Castello Normanno, vista da sud dei volumi aggiunti al mastio iniziale in ben 9 successive fasi storico costruttive.


Il Castello Normanno del 1080 d.C. circa è ancora a rischio?

La facciata a sud-est del Castello risulta essere ancora a rischio come anche altri punti del manufatto in estremo pericolo. 
È importante sottolineare come la stabilità della struttura non dipenda dal “buco sulle fondamenta” poiché quello corrisponde ad  muro di tamponamento di una cavità che si sviluppa al di sotto del Castello, cavità chiusa in passato e che non fa parte delle fondazioni. 
Destano più preoccupazioni alcune pareti della struttura che presentano segnali di degrado strutturale molto gravi come il ribaltamento della facciata dovuto ad un eccesso di carichi a cui sono state sottoposte nel tempo, agli agenti atmosferici ed alla totale assenza di manutenzione. 
Per mettere in sicurezza un manufatto così composto ed articolato, bisognerebbe partire dal basso, ovvero dal consolidamento del suolo e quindi della parte basamentale per poi salire fino alle coperture.

* versione originale.


QUOTIDIANO DI PUGLIA Edizione di Taranto pag.14 del 13 novembre 2017

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