STALLO IN VIA MATRICE. ANNUNCIATO IL CAMBIO DEL PROGETTO DI RISANAMENTO.
GINOSA Via Matrice interrotta dal 21 gennaio 2014 e vandalizzata. |
QUOTIDIANI DI PUGLIA 11 novembre 2016
Versione originale ed integrale
di Nicola NATALE
Acque torbide
sul caso di via Matrice.
Come si ricorderà un tratto di quella via è ancora
interrotto dal 21 gennaio del 2014, assieme alla sottostante via Burrone. Mentre
sui social le foto di residenze abusive in piena zona rossa appaiono e
scompaiono, una ulteriore denuncia approda sulle scrivanie giudiziarie e
giornalistiche.
GINOSA Riuso di abitazioni abbandonate in Gravina. |
L’appello è uno solo: indagate perché ci sono anomalie non
sopportabili.
La ripresa dei lavori in via Matrice avvenuta lo scorso gennaio
sarebbe dovuta avvenire con la contestuale presenza di un consulente tecnico
d’ufficio nominato dal Tribunale di Taranto.
Ciò avrebbe dovuto chiarire,
almeno dal punto di vista giuridico, la natura del crollo.
Intanto un nucleo di
persone ha deciso di insediarsi nelle vecchie case abbandonate della Gravina causando qualche malumore.
Sono stati denunciati anche allacci abusivi
alla rete elettrica, ma il pericolo più grande è per i senzacasa.
La difficile stabilizzazione della zona, e soprattutto lo stato precario di quegli immobili
da decenni abbandonati e senza manutenzione, è un diretto pericolo per gli
occupanti.
Nel frattempo si sono concluse le riprese dei film “Martino dove
sei?” e “Tulips”. Anche in questo caso qualcuno ha provato a denunciare la
disparità di trattamento fra troupe cinematografiche e cittadini residenti
nell’accesso alle zone del centro storico.
Come a riaprire (ancora una volta) il dibattito sulle cause che condussero
al crollo, attribuite a due tesi non necessariamente contrapposte.
La prima che
lega tutto all’effetto delle alluvioni del 2013 combinato al normale degradarsi
delle pareti calcarenitiche; una tesi sposata dall’amministrazione uscente che su
quest’assunto ha basato la richiesta di finanziamenti statali e regionali.
La
seconda che insiste a bollare il crollo di via Matrice, cuore dell’accesso alle
gravine ginosine, come il risultato di “lavori edilizi inerenti interventi
strutturali all’interno di una casa grotta, situata esattamente sotto il
crollo”.
Una versione quest’ultima più volte circolata senza trovare mai
conferma.
Altro elemento di polemica è il percorso amministrativo delle
usucapioni che hanno interessato più locali del centro storico. Una
valorizzazione che alcuni hanno visto anche nella fornitura di beni e servizi
alle produzioni cinematografiche, salvo poi denunciare nel caso delle prime
riprese di Tulips la mancanza dei pagamenti concordati.
Insomma, sotto
l’effetto promozionale vivificante delle produzioni cinematografiche,
rimangono irrisolte molte questioni, prima fra tutte la ripresa dei lavori in
via Matrice.
A tal proposito
il sindaco Vito Parisi ha detto che “non bisogna alimentare illusioni,
nonostante ci stiamo lavorando tutti i giorni”.
La Giampetruzzi s.r.l. di
Santeramo “dovrà presentare una variante che riguarda la prima parte dei
lavori, quella che riguarda la rimozione delle macerie” che tutti pensavano
conclusa.
“I sei livelli di grotta nel tratto crollato” secondo il primo
cittadino sarebbero ancora “in situazione critica, con strati tufacei divisi da
pochi centimetri, bisognerà fare altre demolizioni”.
La strategia comunale di concerto con l’Autorità di Bacino e alcuni esperti è di arrivare a una seconda parte dell’appalto con una “soluzione migliore di quella finora trovata”.
La strategia comunale di concerto con l’Autorità di Bacino e alcuni esperti è di arrivare a una seconda parte dell’appalto con una “soluzione migliore di quella finora trovata”.
I finanziamenti della
Protezione Civile, circa 1,7 milioni di euro, sono giudicati insufficienti
dalla amministrazione 5 Stelle.
I progetti di ricostruzione e consolidamento
sono anche stati candidati al Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto
ma sono solo studi di fattibilità già elaborati dalla scorsa amministrazione,
non progetti esecutivi. Quindi al momento è improbabile che possano arrivare
finanziamenti da quei canali.
L’idea proposta è di evitare “un consolidamento
invasivo” leggasi colate di cemento e muri di contenimento che alterino il profilo formatosi nel tempo del versante sottostante via Matrice.
Intanto però sono passati quasi tre
anni dal crollo e la prevista conferenza sullo stato dell’arte di settembre 2016 non
ha avuto luogo.
Nel frattempo il tempo corre e Ginosa, nonostante uno dei patrimoni
meglio conservati della civiltà rupestre, rischia di dire addio ad una
possibile via d’uscita dalla crisi, che alcuni intravedono nel turismo.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 11 NOVEMBRE 2016 |
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