REFERENDUM: PARTE ALL’ATTACCO LA CAMPAGNA PER IL SÌ. VICO: "L’OBLIO CI ROVINA LA VITA”.
Ginosa, sede pd di via Cavour. Da sx Fabio Bello, Franco Pizzulli, Ludovico Vico, Antonello Zicari |
di Nicola NATALE
Votare sì al
referendum.
La sezione Giuseppe Latorre del PD ginosino apre la sua stagione
politica partendo da un tema nazionale: l’approvazione della riforma costituzionale.
Nel contempo annuncia in conferenza (sabato 27 agosto) la ripresa della festa dell’Unità a fine settembre a Ginosa dopo tre anni di
stop.
E’ lo stesso Antonello Zicari, segretario del circolo pd, ad introdurre il
tema svolto poi dal consigliere comunale Franco Pizzulli e dall’on. Ludovico
Vico.
Dopo il doveroso pensiero alle tragiche morti in Centro Italia è Zicari a
dire “che non bisogna demonizzare il referendum nato per abbattere il
bicameralismo perfetto, in 40-50 giorni si potrà legiferare e i consiglieri
regionali non percepiranno stipendi più alti del sindaco del capoluogo”.
Acutamente
Pizzulli, già candidato sindaco alle scorse comunali del giugno 2016, fa notare
“che i costi della politica sono ben più alti quando questa non decide e un Parlamento
più snello era anche nelle intenzioni di Calamandrei e Dossetti”.
Senza dimenticare, aggiunge il consigliere, che “l’Italicum (n.d.r. la nuova legge elettorale dopo l’abolizione della precedente per intervento della Corte Costituzionale) è un'altra cosa e in più ci sarà il controllo preventivo della costituzionalità delle leggi”.
Franco Pizzulli, consigliere comunale pd. |
Senza dimenticare, aggiunge il consigliere, che “l’Italicum (n.d.r. la nuova legge elettorale dopo l’abolizione della precedente per intervento della Corte Costituzionale) è un'altra cosa e in più ci sarà il controllo preventivo della costituzionalità delle leggi”.
Per Pizzulli “è un errore collegare il referendum a Renzi,
un premier che realizza in poco tempo quello che non si è fatto per anni; non c’è nessun pericolo di derive totalitarie, ma bensì un’occasione importante”.
Alle
ragioni del dialogo faccia a faccia oltre che alla profonda conoscenza dei
meccanismi parlamentari si ispira l’intervento di Vico.
Il deputato ricorda la giornata
di lutto nazionale e si dice contento dei provvedimenti urgenti presi dal
Governo.
E torna subito in tema: “perché, a parte i 5 stelle, nessuno
chiede lo scioglimento del Parlamento”?
“Bisogna ricordare che il
centrosinistra non vince le elezioni del 2013, il porcellum (n.d.r. la precedente legge elettorale) è incostituzionale,
l’oblio ci rovina la vita”.
Come non ricordare infatti il Presidente emerito
Napolitano che dice legge elettorale e riforma costituzionale subito e il
Parlamento che applaude?
Ludovico Vico, deputato pd. |
Per questo chiarisce Vico “non si può andare a votare, perché
manca la legge elettorale per il Senato, quindi chi è per il no chiede tempi
supplementari per questo Parlamento, il sì consente di andare subito al voto”.
Scadenze e tempi nella natura delle leggi e dei regolamenti o una strategia sopraffina?
Dal (limitato) punto di vista del "voto subito" il sì al referendum si presenta più seducente, rispetto ad un no che inchioda tutto all’approvazione di una legge elettorale anche per il Senato.
Dal (limitato) punto di vista del "voto subito" il sì al referendum si presenta più seducente, rispetto ad un no che inchioda tutto all’approvazione di una legge elettorale anche per il Senato.
Il quale non
viene cancellato ma nella spiegazione di Vico tende a recuperare le funzioni
della Conferenza Stato Regioni, organo chiave per la negoziazione politica tra amministrazioni
centrali e il sistema delle autonomie regionali.
Ma perché fare un articolo di
revisione così astruso, cosa c’è sotto?
“Se il Senato non ripete più le stesse
cose della Camera, è naturale che si normino nel dettaglio le sue funzioni,
pena l’incostituzionalità della stessa riforma”.
Ma non si riducono un pò troppo i poteri delle Regioni e
quindi le ragioni delle popolazioni locali, come nel caso TAP, il gasdotto
Trans Adriatic Pipeline: “tutti gli strumenti di ricorso restano in piedi, ma
se sono stati già esperiti, come nel caso Tap, per cui resta in piedi solo il ricorso del sindaco di Melendugno circa lo spostamento degli ulivi, si va avanti”.
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