VOLI IN DELTAPLANO, TRA BRIVIDO E BELLEZZA.

GINOSA (Taranto) Aranceti e coltivazioni estese
QUOTIDIANO DI PUGLIA 9 APRILE 2016

di Nicola NATALE


“Che terra meravigliosa abitiamo”. 
È uno dei pensieri ricorrenti mentre ci si libra a 5-600 metri di altezza dal suolo. 
Prendere un deltaplano a motore per vedere questo lembo della provincia di Taranto dall’alto, godendo della stessa visione degli uccelli e dei rapaci che popolano le sue Gravine é insieme un atto d’amore e di curiosità. 
GINOSA - Il momento della partenza. 
Da sx Nicola Natale (giornalista) e Pietro Natile, 
imprenditore ed esperto di voli in deltaplano.
A rendere possibile questa avventura è la passione di Pietro Natile, un imprenditore agricolo, che ha dato corpo ai suoi sogni da bambino. 
Prima razionalizzando l’impresa agricola e zootecnica di famiglia, poi trasformandola in una fattoria didattica. 
Ma volare con un deltaplano a motore, seduti su un seggiolino di plastica e trattenuti da due cinture di sicurezza, è cosa ben diversa dal prendere un aereo di linea. 
La struttura dell’aereo dà una netta impressione di protezione, i tubolari e la vela restituiscono generalmente una sola sensazione: leggerezza. Subito seguita da un’altra immediatamente percepibile: strizza o banalmente paura. Eppure Natile è un maestro nel tranquillizzare, dandoti le prime istruzioni, alcuni rudimenti del volo e nel frattempo avvertendo la stazione aerea di Gioia del Colle che un ultraleggero sta per rullare. 
La pista corre parallela alla circonvallazione Nord di Ginosa, strada panoramica già di per sé per l’affaccio sulla gravina, ma c’è poco tempo per riflettere: si è già su. Un casco ci protegge dal vento, le cuffie dal rumore, un interfono ci permette di comunicare. 
Poi si resta a bocca aperta: dal cielo sembra che il paradiso sia in terra. 
Due cose, anzi tre, balzano subito all’occhio: tanti boschi che non ti aspetti e le gravine che sembrano tagliare in due la terra. 
La terza? Il tuo piede con sotto l’abisso. 
Ma è un attimo, la magnificenza, la varietà del tutto prende il sopravvento. 
Almeno 60 persone hanno volato con Natile da quando ha conseguito l’abilitazione specifica, nella stragrande maggioranza donne, più reattive all’impulso di volare. Nell’ora circa di volo, il doppio del tempo standard, sorvoliamo la gravina di Laterza, un serpentone verde con i bordi opposti che combaciano perfettamente, come se una forza ancestrale avesse deciso di spezzare la crosta terrestre. Attaccato alla gravina il paese, una macchia bianca con le sue piazze, i campanili, il centro storico riconoscibilissimo nei suoi monumenti.
Poi ci dirigiamo verso Ginosa: il Castello Normanno, il fantastico pianoro retrostante, la Chiesa Madre piazzata nel fondo della gravina sono un colpo d’occhio formidabile anche da sopra. 
Singolare la sua forma d’aquila con la coda proprio nel fondo della gravina. 
GINOSA - La forma presa dall'abitato ricorda vagamente un'aquila.
Alla nostra sinistra il Golfo di Taranto, alla destra in lontananza i rilievi azzurrini dei monti lucani. 
E’ un attimo e siamo a Montescaglioso, con la sua monumentale abbazia dedicata a San Michele Arcangelo, sistemata anch’essa a dominare le vallate d’argilla. 
Ma non possiamo concludere senza avere visto Marina di Ginosa, l’antico alveo del Bradano e le Tavole Palatine. 
Le ville di Riva dei Tessali, borgo iper chic non sono quasi avvertibili, coperte come sono dalla vegetazione, il campo da golf lo è invece, immenso.
Il pomeriggio volge al termine e tornando a velocità di crociera si notano aziende agricole smisurate, impianti vari fino a che, isolata e riconoscibilissima, appare l'“Allegra fattoria delle Murge” e la “pista”. 
Un ultimo brivido, l’atterraggio, anch’esso da manuale, sull’erba del campo di volo, lungo due terzi in più del necessario. 
A due passi un vigneto ma l’ebbrezza, antica quanto l’uomo, é quella del volo.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 9 APRILE 2016

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