NUOVO ATTACCO AL PROGETTO DI VIA MATRICE. M5S: "SI INDAGHI E LA SOPRINTENDENZA SI PRONUNCI".
GINOSA Via Burrone. Ciò che resta delle antiche abitazioni nella via sottostante via Matrice, principale accesso allo scenario naturale della gravina di Casale. |
Irrompono i
cinque stelle sulla vicenda del crollo di via Matrice nella gravina di Ginosa.
A quasi due anni dalla data del disastro (21 gennaio 2014) che ha interrotto
una delle più belle vie di accesso al patrimonio rupestre ginosino, parte dal
gruppo 5 stelle alla regione Puglia una richiesta di informazioni a tutte le
istituzioni competenti.
A iniziare dalla Soprintendenza ai beni archeologici
della Puglia per finire al Comando provinciale Carabinieri, senza dimenticare
l’autorità nazionale anticorruzione e il procuratore della Repubblica di
Taranto.
Marco GALANTE cons.reg. Mov.5 STELLE |
Sostanzialmente il gruppo regionale su impulso del consigliere
regionale ginosino Marco Galante chiede di “svolgere ogni opportuna indagine
sulla liceità dei comportamenti tenuti” oltre a sollecitare opportuni
“provvedimenti cautelari prima dell’esecuzioni di lavori che potrebbero
stravolgere luoghi tutelati da vincoli paesaggistici, storici ed ambientali”. Sotto
accusa la determina dirigenziale n°33 del 5 febbraio 2015.
“Lungi da noi voler
rallentare o bloccare la rinascita di via Matrice ma è nostro preciso dovere impedire
lavori in emergenza che non siano risolutivi a lungo termine” dice il cons.
Galante.
Lo proverebbe tra le altre cose la presenza di una grotta indicata con
sigla G9 nello studio del C.N.R. Irpi classificata con “alta suscettibilità ai
crolli” ubicata ben prima dei civici 79-109 interessati direttamente dai lavori di rimozione.
Insomma qualora si ripristinasse il tratto crollato le situazioni di
pericolo non sarebbero cessate e imporrebbero una visione di recupero generale,
prima che interventi tampone.
Ma la richiesta di informazioni, rimarca anche il
fatto che la situazione di estremo pericolo (solo per un caso non furono
travolte dal crollo 4 persone) era ben conosciuta fin dal 21 dicembre 2013. Un
mese esatto prima del crollo. L’unica precauzione fu quella di vietare il
transito ai veicoli. Ma questo riguarda il passato, quello che la richiesta
intende sollecitare è soprattutto un’azione per il presente visto che l’intera
procedura è stata concepita con caratteristiche d’urgenza evidentemente non più
presenti: sono passati due anni dall’evento.
Anche i 5 stelle
rilevano che il progetto in via di esecuzione lungi dal voler realizzare “lavori di indagine e rimozione dei materiali lapidei crollati ed instabili” prevede “un’evidente
alterazione morfologica dello stato dei luoghi rispetto allo stato pre-crollo”.
Non solo è prevista dicono “la realizzazione di un nuovo tracciato, parallelo
a quello esistente prima del crollo” ma si tratta di “un percorso pedonabile e
non più carrabile caratterizzato da una doppia staccionata in legno”. Insomma
addio “all’affaccio panoramico sul suggestivo scenario della Gravina”.
GINOSA - LA GRAVINA DI CASALE. Via Matrice consentiva di ammirarla dall'alto ma anche di accedere con mezzi alla Chiesa Madre ed al restante ramo della gravina di Rivolta. |
Poi
ritorna la questione del muro di sostegno alto tre metri. Un accrocchio largo 3 metri in base e 2 metri in cima che comunque
non evita di dover riempire le cavità ipogee sottostanti via Matrice con circa
700 metri cubi di miscela cementizia.
QUOTIDIANO DI PUGLIA Edizione di Taranto dell'8 gennaio 2016 |
Un mix composto da materiale
calcarenitico presente in loco e cemento portland.
Per i 5 stelle le
conclusioni sono chiare: l’esecuzione di quei lavori è subordinata ad autorizzazione
del Soprintendente a norma del D.Lgs. n°42 del 2004.
Sotto accusa anche la
regimentazione delle acque.
Così Galante “proprio perché si dice che il crollo
è stato dovuto alle precedenti alluvioni è stato fatto uno studio di dove andranno
a finire le acque future visto che calcarenite e acqua, come è noto, non vanno
d’accordo?”
Un’ironia pesante visto che gli antichi maestri avevano sviluppato nella gravina di Ginosa un esteso
reticolo di captazioni e cisterne che non sprecava una goccia di acqua piovana, ma non metteva nemmeno in pericolo i pianori delle coste gravinali.
Circostanza
dimostrata dal fatto che l’antichissimo villaggio di Rivolta è ancora lì a testimoniare
con la sua esistenza, una progettazione destinata a sfidare i secoli.
GINOSA Il villaggio rupestre de La Rivolta nella Passio Christi del 2014 (courtesy of.....) |
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