VIA MATRICE NON ESISTERA’ PIU’, IL PROGETTO DI "RIMOZIONE" LA STRAVOLGE.
GINOSA - Via Matrice, il progetto non prevede la ricostruzione del tratto "com'era, dov'era". |
di Nicola NATALE
Le pagine social
ed i siti che inneggiano alla bellezza di Ginosa si moltiplicano, ma un
silenzio assordante è calato sul recupero di via Matrice.
I principali attori dello smaltimento delle macerie non danno alcuna informazione su come e quando partirà il cantiere ma soprattutto sembra accertato che si avrà una diversa via Matrice, qualora questi lavori fossero compiuti.
Un fatto su cui la Soprintendenza ai beni architettonici forse dovrebbe esprimersi in quanto deputata al restauro ed alla conservazione degli stessi. A meno che non si consideri via Matrice, con lo stupendo affaccio sulla Gravina e il profilo prospettico risultante da case e andamento viario, un bene non architettonico.
Il
tutto è contenuto nella tavola s-06 facente parte del progetto affidato in via
definitiva con determina n°33 del 5 febbraio 2015 dal settore lavori pubblici
ed ambiente del comune di Ginosa.
La tavola esplicitamente parla nella sua legenda di “un nuovo tracciato di via Matrice”. Perché c’è da chiedersi? Perché prevedere un nuovo tracciato se il progetto prevede solo “lavori di indagine e di rimozione delle macerie e dei materiali lapidei crollati ed instabili”? Quanto si desume dalla tavola S_06 viene poi confermato dalla tavola S_06.1 del progetto esecutivo-strutturale.
La sezione trasversale di progetto rende evidente che al posto del tracciato di via Matrice è previsto un “nuovo tracciato di via Matrice” che visibilmente passa a destra dell’area un tempo occupata dalle abitazioni.
Non solo, al posto della via Matrice un tempo transitabile anche con automezzi, ci sarà un percorso per cui è prevista una doppia staccionata in legname di castagno.
Una configurazione nemmeno lontanamente simile alla strada provvista di un muretto che ginosini e turisti hanno imparato ad amare.
Le alterazioni dell’aspetto
preesistente non finiscono qui perché una scarpata molto meno ripida di quella
esistente, un muro di sostegno e l’allargamento della
sottostante via Burrone disegnano un tratto del centro storico completamente
diverso da quello che aveva iniziato ad essere recuperato.
Perché l’attenzione massima adottata nel recupero di altri immobili nel centro storico non è stata riservata anche a questa fase della vita, altrimenti lunghissima, di via Matrice?
Non è dato sapere se la soluzione ingegneristica trovata non avesse alternative, rispetto all’obbligo di consolidare anche per il futuro l’intero costone.
Va detto che gli ipogei sottostanti che tanto avevano fatto temere per la stabilità di via Matrice saranno comunque riempiti con miscele cementizie, eliminando quindi i potenziali fattori di instabilità della parete gravinale.
E’ difficile perciò capire perché vincolare a priori con questa che è già una ricostruzione “lo scenario a lungo termine" della riqualificazione affidata al Politecnico di Bari.
Di certo è stato il comitato centro storico il primo a lanciare l’allarme sul probabile addio al profilo classico di via Matrice, per come è venuto a formarsi già prima del XV secolo, data di costruzione della Chiesa Madre.
Ma
forse non è detta l’ultima parola.
I lavori che dovevano iniziare a Luglio del 2015, sulla base del progetto elaborato dalla Sea Consulting di Torino, non sono mai iniziati.
E questo nonostante l’appalto di 587mila euro fosse stato affidato in procedura negoziata (quindi con un numero limitato di operatori economici selezionati) alla Giampetruzzi srl. per “ridurre il più possibile i tempi per l’appalto e la realizzazione delle opere”.
A un anno e dieci mesi non una pietra è stata mossa.
I tre monoliti, i resti dei 6 edifici crollati di via Matrice e dei 5 di via Burrone sono il monumento visibile alla mancata tutela della gravina di Ginosa.
I principali attori dello smaltimento delle macerie non danno alcuna informazione su come e quando partirà il cantiere ma soprattutto sembra accertato che si avrà una diversa via Matrice, qualora questi lavori fossero compiuti.
Un fatto su cui la Soprintendenza ai beni architettonici forse dovrebbe esprimersi in quanto deputata al restauro ed alla conservazione degli stessi. A meno che non si consideri via Matrice, con lo stupendo affaccio sulla Gravina e il profilo prospettico risultante da case e andamento viario, un bene non architettonico.
Una delle tavole del progetto di rimozione macerie di via Matrice a Ginosa |
La tavola esplicitamente parla nella sua legenda di “un nuovo tracciato di via Matrice”. Perché c’è da chiedersi? Perché prevedere un nuovo tracciato se il progetto prevede solo “lavori di indagine e di rimozione delle macerie e dei materiali lapidei crollati ed instabili”? Quanto si desume dalla tavola S_06 viene poi confermato dalla tavola S_06.1 del progetto esecutivo-strutturale.
La sezione trasversale di progetto rende evidente che al posto del tracciato di via Matrice è previsto un “nuovo tracciato di via Matrice” che visibilmente passa a destra dell’area un tempo occupata dalle abitazioni.
Non solo, al posto della via Matrice un tempo transitabile anche con automezzi, ci sarà un percorso per cui è prevista una doppia staccionata in legname di castagno.
Una configurazione nemmeno lontanamente simile alla strada provvista di un muretto che ginosini e turisti hanno imparato ad amare.
La tavola S_06.1 del progetto di "rimozione" appaltato. |
Perché l’attenzione massima adottata nel recupero di altri immobili nel centro storico non è stata riservata anche a questa fase della vita, altrimenti lunghissima, di via Matrice?
Non è dato sapere se la soluzione ingegneristica trovata non avesse alternative, rispetto all’obbligo di consolidare anche per il futuro l’intero costone.
Va detto che gli ipogei sottostanti che tanto avevano fatto temere per la stabilità di via Matrice saranno comunque riempiti con miscele cementizie, eliminando quindi i potenziali fattori di instabilità della parete gravinale.
E’ difficile perciò capire perché vincolare a priori con questa che è già una ricostruzione “lo scenario a lungo termine" della riqualificazione affidata al Politecnico di Bari.
Di certo è stato il comitato centro storico il primo a lanciare l’allarme sul probabile addio al profilo classico di via Matrice, per come è venuto a formarsi già prima del XV secolo, data di costruzione della Chiesa Madre.
I lavori che dovevano iniziare a Luglio del 2015, sulla base del progetto elaborato dalla Sea Consulting di Torino, non sono mai iniziati.
E questo nonostante l’appalto di 587mila euro fosse stato affidato in procedura negoziata (quindi con un numero limitato di operatori economici selezionati) alla Giampetruzzi srl. per “ridurre il più possibile i tempi per l’appalto e la realizzazione delle opere”.
A un anno e dieci mesi non una pietra è stata mossa.
I tre monoliti, i resti dei 6 edifici crollati di via Matrice e dei 5 di via Burrone sono il monumento visibile alla mancata tutela della gravina di Ginosa.
QUOTIDIANO DI PUGLIA - Edizione di TARANTO 26 NOVEMBRE 2015 |
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