MATERA, “APPESI A UN FILO” MA DECISI A RESISTERE.
Matera "Appesi a un filo" Collettiva di Pittura di Leonardo Calabria, Antonio Linde, Nunzio Perrucci |
di Nicola NATALE
Con tutta
probabilità non finisce il 19 luglio*.
Parliamo della collettiva di pittura e
scultura in corso a Matera presso lo Studio Arti e Mestieri che vede
protagonisti Rocco Calabria, Nunzio Perrucci ed Antonio Linde.
Sono tre artisti
diversissimi ma tutti, “appesi ad un filo” come tendono a sottolineare Antonio
Contangelo e la curatrice Mirjam Caldarola.
Va innanzitutto spesa una parola
per il luogo di esposizione, in via della Scienza 24, nel cuore della zona
paip, una delle zone produttive, lontane dal centro storico e dalla meraviglia
dei Sassi.
Una scelta che forse penalizza le visite casuali ma costringe a
riflettere sul rapporto tra economia materana ed arte. Anche al di là
dell’invettiva che campeggia tra le opere di Perrucci, classe 1930, sulla presunta
debolezza della candidatura di Matera a capitale della cultura nel 2019. Debolezza
derivante proprio dal “non avere le qualità di città d’arte”.
Matera - la sezione dedicata a Nunzio Perrucci |
Perrucci, con la
consapevolezza di aver elevato il suo grido artistico già dagli anni ’60, di
arte ne ha prodotta tantissima, visibile tra l’altro nel suo “museo d’arte d’oggi”
in via Piave, sempre a Matera.
Le opere in mostra in questi giorni rientrano a
pieno titolo nella sua visione che contempla “il vivere e il non vivere” lanciando
l’ennesimo allarme sull’oscurità dei tempi e sulla mancanza dell’“arte nuova”.
I suoi quadri così come la scultura esposta raffigurano mondi
all’incontrario, rovine cadenti, maschere le cui aperture ci ricordano occhi
pensosi, preoccupati di quanto accade. Rari i mondi colorati.
"Appesi a un filo". Un'opera di Rocco Calabria |
Tutt’altra storia
per Rocco Calabria di Ginosa, la cui tormentata storia personale, non gli ha
fatto scordare il canto della natura.
Calabria, con i suoi sessant’anni
compiuti a maggio del 2014, non è stato piegato dalle sofferenze psicologiche
che fin da ragazzo lo accompagnano.
Nelle sue opere c’è ancora l’allegria dei
covoni, il respiro del mare, la pace al ritorno dalle fatiche. Persino la
citazione del “Tre maggio 1808” di Francisco Goya, con la fucilazione degli
spagnoli da parte delle truppe napoleoniche non riesce ad abbattere la fiducia
nella natura di Calabria, perso in paesaggi bucolici o nel ricordo della sua
infanzia trascorsa a Marina di Ginosa.
Resta l’interrogativo sull’esistenza che
i suoi occhi esprimono e che sembrano riprodotti nei suoi personaggi. Provate a
non sentire la domanda espressa: è impossibile.
La riproduzione del "Tre maggio 1808" di Francisco Goya dipinta da Rocco Calabria |
Più rinfrancante la visione
delle opere di Antonio Linde, artista nato a Godella in Spagna nel 1945.
Dei
suoi viaggi per il Mediterraneo, in Europa, India e Messico riporta soprattutto
i colori allegri, accesi, solari. Ma non solo. Le sue opere, zeppe di elementi
simbolici, come archi, angeli, piramidi e tigri fanno diretto riferimento al
mondo ancestrale. Insomma tre pittori, tre mondi, dove non ve li aspettereste.
*Orario visite tutti i giorni ore 10:00-13:00 e 18:-20:00
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