RICOSTRUIRE VIA MATRICE. La proposta operativa dell'ing.Mario Stigliano.
L'area crollata di via Matrice il 21 gennaio 2014 |
di Nicola NATALE
Capirci qualcosa
nel rebus centro storico è un’impresa. Resa ancora più complicata dalla
mancanza di dati ufficiali e certi.
Una cosa però va chiarita da subito, il
centro storico di Ginosa e la sua gravina sono in massima parte percorribili. Abbandonare
definitivamente ora la gravina ed il centro storico significherebbe la
scomparsa definitiva di un patrimonio su cui, non a caso, si incentrano le
possibili speranze di ripresa. Si commuove uno dei custodi della chiesa Matrice
rievocando i tempi in cui tutto era “curato e pulitissimo, le case e gli orti,
i giardini, le strade, le cisterne”.
La gravina di Ginosa, per la sua
conformazione è stata l’ultima ad
essere abbandonata in ordine di tempo tra quelle del territorio jonico.
Soprattutto ha ancora abitanti e
fruitori che non la vogliono lasciare: di fatto i custodi di quello che i
ginosini sono stati nel loro recentissimo passato, del loro modo di essere,
prima che del loro modo di abitare.
Ma ora bisogna pensare a ricostruire via
Matrice sconvolta dal crollo del 21 gennaio scorso: lasciarla così com’è
significa condannare l’intera gravina ed il centro storico.
L'ing. Mario Stigliano |
Per questo abbiamo
intervistato l’ing. Mario Stigliano, il primo con competenze tecniche ad aver
formalmente lanciato l’allarme sui tre grandi blocchi che vanno rimossi per
mettere in sicurezza la zona e consentire il passaggio.
Ingegnere, tutta la gravina è in pericolo?
E’ un crollo
localizzato, non una frana. A venti giorni dall’evento non ci sono stati
movimenti. E’ fondamentale distinguere i crolli delle abitazioni abbandonate,
dal crollo per cedimento di via Matrice che ha comportato il movimento delle
case grotte e dell’abitazione in uso.
Alcuni ritengono che il crollo sia stato la
conseguenza dei lavori svolti, possiamo escluderlo?
Individuare la
causa adesso è impossibile: va ripulita l’area. Vanno ricostruite le
stratigrafie dei lavori avvenuti negli anni, sicuramente il colpo di grazia è
stato dato dall’alluvione. Le infiltrazioni indeboliscono la calcarenite che
così perde di consistenza. Quindi si torna a parlare dei grossi blocchi e delle
altre cavità sottostanti via matrice.
Via Matrice dal lato chiesa Madre. Al centro della foto uno dei massi da mettere in sicurezza sul quale poggiava l'abitazione. |
Come ripulire e mettere in sicurezza l’area
allora….
Il metodo
applicato in altre città con ipogei consiste nel consolidare con materiali
cementizi pompabili che hanno le stesse caratteristiche del tufo, inclusa una
certa permeabilità all’acqua. Riempiendo le cavità, possiamo consolidare
l’area. Questo permette la fase successiva: lo sgombero delle macerie.
Come si spostano quei massi enormi?
Va chiarito che
la loro caduta va assolutamente evitata: provocherebbero scuotimenti gravissimi
e un tappo al deflusso delle acque in gravina. Inoltre è impossibile spostarli,
pesano circa 300 tonnellate ognuno. Vanno segati e ridotti in blocchi
trasportabili, magari utilizzati per ottenere materiale coerente con ciò che
non é crollato.
Al momento non
abbiamo una mappatura delle cavità sottostanti, quindi vanno fatte delle video-ispezioni
e contattati i proprietari per avere un’idea orientativa dei volumi. Senza
questa mappatura non possiamo fare una valutazione realistica dei costi. Le
restanti parti ipogee sotto via matrice possono essere consolidate usando archi
di rinforzo, già utilizzati in passato dai nostri stessi antenati come è
possibile vedere. Fondamentale però è la chiusura totale al traffico di via
Matrice, anche dopo i lavori di consolidamento, consentendo il traffico leggero
ai soli residenti. Del resto è l’unico modo per guardare al futuro.
E le altre parti interessate dagli sgomberi,
le cosidette zona rossa e grigia?
Ginosa: area di via Matrice: una vista d'insieme delle aree sgomberate. Al centro il crollo. |
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