NO ALL’AMPLIAMENTO DELL’ASECO. IL COMUNE RISPONDE PICCHE ALLA REGIONE.
Studenti in visita all'Aseco di Ginosa, società AQP. |
di Nicola NATALE
L’amministrazione
comunale di Ginosa ribadisce il suo no alla richiesta di ampliamento
dell’Aseco.
La società di produzione di compost da fanghi di depurazione ed
altro materiale organico é stata in passato interessata da un vivace
contenzioso e, pur cercando di limitare al massimo le sue emissioni odorigene, non
é mai riuscita a eliminarle del tutto.
La coesistenza con le ville, le masserie
e le produzioni intensive in contrada lama di pozzo si é subito rivelata
difficile ed un ulteriore allargamento difficilmente migliorerà le cose.
Va
detto che la stessa società negli anni scorsi è stata acquisita dall’Acquedotto
pugliese e ciò ha in parte tranquillizzato l’opinione pubblica, ma non i
proprietari ed i residenti della zona.
La contrarietà al potenziamento, a
quanto pare sollecitato dalla stessa regione Puglia in maniera formale, è stata
comunicata dal sindaco Vito De Palma rispondendo al consigliere comunale Nino Perniola di alleanza di centro.
Da sx il consigliere comunale Nino Perniola ed il sindaco Vito De Palma. |
Lo stesso consigliere
della maggioranza, nel consiglio comunale svoltosi nel primo pomeriggio di ieri,
ha dichiarato che “in contrada lama di pozzo persistono odori insopportabili e
che la zona si è ormai desertificata”.
“Il consiglio comunale deve prendere una
posizione netta” ha aggiunto Perniola sollecitando una convocazione urgente.
Al
comune di Ginosa, come riferito dal sindaco, era pervenuta nei giorni scorsi una
richiesta da parte della Regione ad esprimersi in merito all’ampliamento.
Il
parere contrario è stato inviato alla regione Puglia venerdì scorso, 27
dicembre, con un’apposita relazione allegata.
Enzo Giannico, consigliere comunale pd |
Altra questione sollevata dal
consigliere di minoranza Enzo Giannico (pd) è quella della mancata
corresponsione delle tredicesime agli operatori ecologici della Teknoservice.
Il sindaco ha ribadito che invierà un ulteriore sollecito alla ditta piemontese
già in passato responsabile di altri ritardi sempre relativi al pagamento degli
stipendi.
Il consiglio comunale ha poi approvato a maggioranza anche gli
ulteriori lavori di somma urgenza realizzati in seguito all’alluvione del 7 ed
8 ottobre 2013.
Si tratta di due tabelle con una lunga lista di interventi realizzati
in questi mesi. Nel consiglio è stata ribadita dal sindaco “l’assoluta
impossibilità per il Comune di Ginosa ad affrontare ulteriori spese se lo Stato
e l’assessorato regionale all’agricoltura non intervengono”. Gli ottocentomila
euro stanziati dalla protezione civile sono stati subito spesi per i lavori in
parola, mentre ancora non sono arrivati i sette milioni di euro che andranno
ripartiti tra Ginosa, Laterza, Castellaneta e Palagianello.
Quest’ultimo comune
protesta perché sarebbe stato escluso da alcuni finanziamenti. Intanto a Ginosa
si preme perché il dipartimento nazionale della Protezione civile li renda
subito disponibili stornando quanto già utilizzato e cioè gli 800mila euro.
Ma
i due milioni di euro, peraltro ancora attesi dal comune di Ginosa, sono secondo l’amministrazione “del
tutto insufficienti ad affrontare i danni causati dalle alluvioni, noi non
abbiamo risorse per far fronte a tutte le esigenze espresse dal territorio e
dalle aziende danneggiate”.
A tutto questo si è aggiunto il rischio frana in
via Matrice, la bella via di accesso al centro storico e alla chiesa Madre con
vista mozzafiato sulla gravina che pone in discussione tutti gli interventi di
recupero e valorizzazione fin qui faticosamente svolti.
Ultimo capitolo la
forzata interruzione della ex statale 580, ora di competenza provinciale.
Il 7 gennaio si apriranno le buste
con le offerte delle ditte ed entro due mesi ribadisce il sindaco il ponte sarà
finalmente realizzato.
Ciò sposta di ulteriori due mesi in avanti il tempo annunciato per il ripristino.
Intanto fonti militari confermano che utilizzando il genio pontieri, un ponte provvisorio sarebbe stato montato nell'arco di poche ore.
Non è stato chiarito perché questa possibilità è stata esclusa a priori.
E' probabile però che ci siano altre ragioni (forse anche fondate) a supporto della decisione che ha affidato la riparazione del disastro alla provincia di Taranto che su quella strada ha diretta competenza.
E' probabile però che ci siano altre ragioni (forse anche fondate) a supporto della decisione che ha affidato la riparazione del disastro alla provincia di Taranto che su quella strada ha diretta competenza.
La visita ai biofiltri dell'Aseco tratta dal sito lifeprime.eu |
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