CASTELLANETA / GAZEBO DEI 5 STELLE TRA I BAR DI VIA SAN FRANCESCO.
Il deputato Giuseppe Brescia (di Bari) a Castellaneta con alcuni attivisti del movimento 5 stelle il 21 dicembre scorso |
di Nicola NATALE
La prima
rivoluzione è anagrafica. Non capita spesso di parlare con un deputato di
trent’anni, come Giuseppe Brescia. Poi il look: jeans, giubbotto e maglia
scura.
C’è l’elemento classico (il gazebo) e c’è l’elemento tecnologico (le
riprese in diretta video visibile sul profilo facebook, i costanti riferimenti
ad internet).
Per spiegare quello che la televisione non fa passare e i
giornali non dicono dell’attività del movimento 5 stelle.
All’appuntamento
manca Giuseppe L’Abbate, deputato della commissione agricoltura e la platea é tutta
per Brescia e per un attivista locale, Nicola Debellis.
Il deputato divenuto di
recente vicecapogruppo alla Camera è di Bari e porta un piccolo pezzo
dell’esperienza romana.
Qualcosa di molto diverso rispetto alla sua passata
esperienza di educatore e di volontario di emergency.
Il primo riferimento è
alla restituzione della maggior parte dello stipendio dei parlamentari al fondo
per la riduzione del debito pubblico per 1,5 milioni di euro.
Il gazebo dei 5 stelle a Castellaneta |
“Un gesto
simbolico per far capire che facciamo davvero quel che diciamo, ora altri 2,5
milioni di euro li destiniamo alle piccole medie imprese, anche qui per
invitare gli altri partiti a farlo”.
Poi il racconto del sit-in al Ministero
per ottenere il decreto attuativo atteso da due mesi e la pressione dei
cittadini con mail e telefonate che fa sbloccare tutto in due giorni.
La
partecipazione dunque, l’informazione attraverso la rete.
Viene anche il turno
delle lobby in azione durante la legge di stabilità, con “individui che si
trovavano dovunque e per i quali abbiamo chiesto alla Boldrini di regolamentare gli ingressi, come avviene per qualsiasi cittadino”.
“Finora un andazzo
da tutti ritenuto normale”.
L’atmosfera si riscalda e immancabile arriva la
stoccata contro i giornalisti che non racconterebbero la verità e la richiesta
dello stop al finanziamento pubblico dell’editoria.
“Quei soldi andrebbero
destinati a start up di giovani giornalisti che assicurino la pluralità
d’informazione” mentre “in televisione abbiamo l’1,8% dello spazio, cosa
inconcepibile visto che abbiamo il 25% dei voti”.
Insomma nulla o poco verrebbe
comunicato dell’attività dei parlamentari cinque stelle “fatti per governare,
non per essere opposizione a vita”.
“Ci accusano di essere fascisti o
comunisti, ogni occasione è buona per denigrare”.
L’obiettivo di lungo
corso, l’orizzonte “è quello della democrazia diretta”.
Per ora si va avanti
con i commenti alle proposte di legge, commentati, filtrati e fatti propri
quando ritenuto opportuno.
Si passa alla cultura, quindi all’esperienza
specifica con cui Brescia si è misurato.
Per il deputato 5 stelle e per il
movimento si tratta di ritornare ad investire, fornendo “gli studenti di tablet
e di insegnanti che sappiano usarli adeguatamente motivati”.
“Dire che si
ritorna ad investire in cultura quando la somma destinata è di gran lunga
inferiore a quella tagliata è una colossale bugia”.
Già, e i fondi?
“Bisogna
uscire dall’euro, riappropriarci della sovranità monetaria, l’unico rimedio per
restituire competitività al nostro sistema, va tutelato il made in Italy e al
contempo abolita l’irap, tassando le rendite finanziarie ritenute però
intoccabili”.
Commenti
Posta un commento