WOLLO SCELTO ANCHE DA NATUZZI PER IL RIAVVIO. Nella prossima settima inizia il vaglio delle nuove aziende.
Fernando Sogaro della Wollo, società di consulenza aziendale di Torino |
QUOTIDIANO DEL 7 NOVEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Sarà la Wollo ad
occuparsi di individuare le nuove aziende (new.co.) che reimpiegheranno parte
degli esuberi Natuzzi.
Il nome non è nuovo ai 181 operai messi in mobilità sempre a Ginosa (Taranto) da Miroglio, il gruppo piemontese che impiantò nel 1995 una filatura a Castellaneta ed una tessitura a Ginosa. La società con sede a Torino è stata individuata anche dal gruppo di Santeramo in Colle (Bari) come quella idonea a guidare il percorso di ritorno al lavoro per i 1.506 dipendenti che dovranno troncare il loro rapporto di lavoro con il “re dei divani”.
Va detto che finora la Wollo non è riuscita a ricollocare i “miroglini” ma nel caso di Natuzzi il percorso dovrebbe essere più facile poiché le new.co. dovrebbero avere le loro commesse assicurate dallo stesso Natuzzi.
Ed il primo a
commentare gli esiti del primo incontro a Roma della cabina di regia è stato l’assessore
regionale al lavoro Leo Caroli: “l’azienda dimostra di assolvere agli impegni
sottoscritti, la scelta della wollo, una società di scouting specializzata
attraverso la sottoscrizione di un contratto corposo, ci conforta perché li
conosciamo già”.
Le manifestazioni di interesse ci sono già e Caroli incontrerà la settimana prossima le prime aziende con l’ausilio della società advisor divenuta a questo punto centrale nei tentativi di reindustrializzazione della provincia tarantina. L’assessore non manca di richiamare ancora una volta il grande contributo che in questo caso può essere offerto dall’accordo di programma da centouno milioni di euro: “se c’è innovazione industriale l’intensità d’aiuto arriva al 50%, altrimenti il 30% se si tratta di una grande impresa ed il 40% se si tratta di imprese medio-piccole”.
Poi quella che il politico ritiene una vera e propria sfida: il coinvolgimento della società obiettivo lavoro (lega coop, compagnia delle opere) per la rioccupazione dei dipendenti espulsi.
La società eseguirà il bilancio delle competenze di ogni addetto in mobilità per individuare i loro bisogni formativi in relazione alle esigenze espresse dagli imprenditori delle new.co.
Caroli ha chiarito anche un aspetto controverso legato un’eventuale perdita
di diritti acquisiti ed a minori stipendi nelle nuove aziende: “il punto fermo
è il contratto collettivo nazionale di lavoro”.
Le nuove aziende insomma oltre a produrre prodotti marchiati Natuzzi, aggiungeranno a buon diritto il marchio made in Italy, ancora sinonimo del mondo di qualità.
Su questo si basa l’impegno del gruppo santermano di investire “200 milioni di euro in 5 anni, anche nel settore complementi d’arredo”.
Chiaramente si è parlato anche dello stabilimento di Ginosa, l’unico ad essere chiuso nel gigantesco piano di riorganizzazione: “sarà il primo ad essere proposto alle aziende che incontrerò”.
Nel frattempo sono solo 80 le persone che hanno usufruito dell’esodo incentivato, preferendo altre strade e cogliendo l’occasione per sganciarsi definitivamente prima dello stop a questo contributo di buonuscita.
Il nome non è nuovo ai 181 operai messi in mobilità sempre a Ginosa (Taranto) da Miroglio, il gruppo piemontese che impiantò nel 1995 una filatura a Castellaneta ed una tessitura a Ginosa. La società con sede a Torino è stata individuata anche dal gruppo di Santeramo in Colle (Bari) come quella idonea a guidare il percorso di ritorno al lavoro per i 1.506 dipendenti che dovranno troncare il loro rapporto di lavoro con il “re dei divani”.
Va detto che finora la Wollo non è riuscita a ricollocare i “miroglini” ma nel caso di Natuzzi il percorso dovrebbe essere più facile poiché le new.co. dovrebbero avere le loro commesse assicurate dallo stesso Natuzzi.
Leo Caroli, assessore regionale al lavoro (puglia) |
Le manifestazioni di interesse ci sono già e Caroli incontrerà la settimana prossima le prime aziende con l’ausilio della società advisor divenuta a questo punto centrale nei tentativi di reindustrializzazione della provincia tarantina. L’assessore non manca di richiamare ancora una volta il grande contributo che in questo caso può essere offerto dall’accordo di programma da centouno milioni di euro: “se c’è innovazione industriale l’intensità d’aiuto arriva al 50%, altrimenti il 30% se si tratta di una grande impresa ed il 40% se si tratta di imprese medio-piccole”.
Poi quella che il politico ritiene una vera e propria sfida: il coinvolgimento della società obiettivo lavoro (lega coop, compagnia delle opere) per la rioccupazione dei dipendenti espulsi.
La società eseguirà il bilancio delle competenze di ogni addetto in mobilità per individuare i loro bisogni formativi in relazione alle esigenze espresse dagli imprenditori delle new.co.
Natuzzi, la riunione della cabina di regìa |
Le nuove aziende insomma oltre a produrre prodotti marchiati Natuzzi, aggiungeranno a buon diritto il marchio made in Italy, ancora sinonimo del mondo di qualità.
Su questo si basa l’impegno del gruppo santermano di investire “200 milioni di euro in 5 anni, anche nel settore complementi d’arredo”.
Chiaramente si è parlato anche dello stabilimento di Ginosa, l’unico ad essere chiuso nel gigantesco piano di riorganizzazione: “sarà il primo ad essere proposto alle aziende che incontrerò”.
Nel frattempo sono solo 80 le persone che hanno usufruito dell’esodo incentivato, preferendo altre strade e cogliendo l’occasione per sganciarsi definitivamente prima dello stop a questo contributo di buonuscita.
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