GINOSA, ANCORA STUDIOSI IN GRAVINA.

di Vincenzo Stasolla
Il complesso di Santa Sofia nella Gravina di Rivolta di Ginosa
Dal 12 aprile ad oggi un’equipe di studiosi dell’Università di Firenze e di Messina, sta affrontando alcuni studi sistematici sul villaggio Rivolta, in Ginosa: archeologi, architetti, biologi, topografi, tecnici di un laser scanner, accompagnati da altrettanti studiosi e studenti locali. 
A capo dell’impresa i due professori Roberto Caprara e Carmela Crescenzi, nel tentativo, mai raggiunto da decenni, di accatastare le cavità dell’habitat rupestre ginosino.
Spiega la Crescenzi che «è ormai una concezione del passato affiancare gli studi dell’habitat rupestre alle sole chiese in grotta, come sovente, bensì cerchiamo di delineare, agli altri, un'altra interpretazione del nostro lavoro, nel tentativo di ricostruire la vita nell’habitat rupestre attraverso lo studio degli ambienti, delle abitazioni in cui l’uomo viveva: case, locande, servizi pubblici o privati, negozi, etc. e abbiamo scelto proprio il villaggio Rivolta perché è il più completo in tal senso». 
Il Professor Roberto Caprara ci spiega invece la vetustà del sito «molto simile a quelli che ho studiato in Cappadocia, ed è per questo che sono davvero molto emozionato di ritornare in questo sito, il primo che ho documentato in Italia negli anni ’60 del secolo scorso». 
Il luminare non indica più più le gravine abitate come i resti di una civiltà - secondo il suo punto di vista concezione errata -  ma piuttosto un antico modo di vivere in un “habitat” rupestre. 
E' per questo che molti di questi dati saranno presentati al convegno degli Atti Internazionali dell’Habitat Rupestre, Firenze 2012, che vede alternarsi relatori di tutto il mondo, Italia, Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Malta. etc…, paesi accomunati da un solo attributo: siti rupestri dell’area circumediterranea. 
Gli studiosi sono stati accompagnati dai delegati del Comitato Provinciale per il Parco delle Gravine, contattati dallo stesso Caprara, Peppino Pirrazzo e Davide Stasolla.
Un potente laser scanner  ha letteralmente fagocitato dati rilevando l’intera gravina di Ginosa.
Alcuni Professori di architettura di Messina ne hanno documentato l’habitat mediante il disegno, ciò ha fatto formulare un’ipotesi, che il Prof. Caprara vuol rivelare col tempo: lui, che riserva sempre sorprese, e a dir la verità, molto interessanti! 
Quest’anno, in merito a tali studi, sarà inserito un capitolo dedicato alla preistoria locale, tra Ginosa e Laterza, tanto desiderata dal Caprara, e affrontata dallo scrivente e dal Professore di Paletnologia presso l’Università di Bari Donato Coppola
«Grotta San Pellegrino» dice Caprara, «è una Grotta davvero interessante da quanto ho letto dal testo, al momento in corso di stampa, ed è un grande onore ospitare tra le nostre pagine lo studio di una grotta che sta interessando le Università di Bari (che ne sta analizzando il contesto e i reperti), Firenze e Siena per la sua immensa storia».

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