GRAVINA DI GINOSA, NESSUNA PAVIMENTAZIONE DELL'ALVEO. INTERVENTO DA 753.000€ CON I FONDI DELL'AREA VASTA

Dall'intervista apparsa sul Quotidiano del 26 Agosto 2011*
Oggi 28 Agosto intervista al dr. Antonio Giordano sull'agricoltura jonica, in particolare sulle quotazioni dei terreni e dell'uva.

di Nicola NATALE
Vincenzo Di Canio, consigliere comunale delegato ai Lavori Pubblici
Comune di  Ginosa 
La Gravina non accoglie solo acque torrentizie, accoglie anche il fiume di parole e di progetti che si riversano su di essa. La prossima scadenza del bando di gara per i lavori di sistemazione dell’alveo del Torrente Lagnone che coincide con la Gravina di Ginosa  ha riattizzato le polemiche. Abbiamo intervistato il consigliere comunale Vincenzo Di Canio, delegato ai Lavori Pubblici (pdl) perché chiarisse alcuni aspetti controversi del progetto, bollato dall’assessore provinciale Galeota (pd) come un progetto lontano dalla realtà.
Allora dott. Di Canio, di che si tratta….
C’era già un vecchio progetto di sistemazione del corso del Torrente Lagnone, di 6-7 anni fa che prevedeva la ribasolatura dell’alveo.  Nel 2007 con l’Area Vasta tarantina c’era la possibilità che questo tipo di interventi fossero finanziati purché fossero immediatamente cantierabili. Il nostro progetto era definitivo non esecutivo poiché non aveva tutte le autorizzazioni, ma era in linea con la misura 2.5 FESR riguardante proprio le sistemazioni idrogeologiche. Il problema è che prima ci fu detto dalla Regione di progettare con libertà gli interventi effettivamente utili al territorio, poi invece gli interventi approvabili dovettero seguire gli assi così come individuati e finanziati a livello europeo. Successivamente abbiamo dovuto adeguare il progetto a varie prescrizioni; vorrei chiarire a tal proposito che nonsono previsti interventi diretti sull’alveo. L’ultima autorizzazione ci è arrivata il 2 Agosto dal Settore Foreste della Regione Puglia per il vincolo idrogeologico.
Alla fine cosa andiamo a fare in Gravina?
Andiamo a proteggere le sponde della Gravina dall’azione erosiva della corrente. Il progetto per un importo pari a 753.000€, prevede la rimozione di detriti e la realizzazione di scogliere rinverdite fatte con massicciate di pietrame, legante naturale e alcune talee autoctone. Il progetto prevede anche il ripristino della parti crollate dei muretti a secco, la realizzazione di nuovi muretti con malta cementizia non visibile dall’esterno con il recupero di pietre sul posto, la ristrutturazione dei camminamenti esistenti con pietrame cementato collocato  al di sopra di uno strato “tessuto non tessuto”.
Alt, cioè…
Sono termini propri dell’ingegneria naturalistica. Il “tessuto non tessuto” ha vari scopi serve per migliorare l’isolamento ed il drenaggio del materiale soprastante. Il rispetto della Gravina, come elemento naturale, ma anche la conoscenza della sua primitiva funzione di nucleo abitato della Ginosa antica, ci tiene tranquilli sulla compatibilità di questo progetto, ora finalmente dotato di tutte le autorizzazioni. Del resto anche il progetto originario con la stesura di massi nell’alveo della Gravina tendeva ad impedire che lo stesso si approfondisse.
Ci sono altri interventi?
La ristrutturazione delle due principali aree a verde nelle aree a rischio erosivo: la quantità d’acqua che si raccoglie in Gravina è di una potenza impressionante. Queste superfici saranno terrazzate con palificazioni vive e con la piantumazione di essenze tipiche del luogo che possano trattenere e contenere il suolo. L’impresa vincitrice provvederà anche alla manutenzione ordinaria dei tre tratti fognari che servono il centro storico ed attraversano la Gravina. Curiosamente il più antico tratto fognario è il migliore di tutti, nonostante la vetustà sono opere essenziali per il futuro ricettivo e turistico che andiamo disegnando. Il progetto infatti, al di là delle polemiche, tende proprio a proteggere quanto hanno fatto nel tempo gli antichi abitanti di Ginosa. Una nostra inazione farebbe crollare tutto, come del resto è già successo. Riproduzione Riservata

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