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LATERZA DALLA PROGEVA ANCORA PUZZE. TARDANO I LAVORI DI ADEGUAMENTO

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di Nicola NATALE Un particolare della stabilimento Progeva di Laterza Due immagini contrastanti.  Da un lato la gastronomia più vicina al territorio, dall’altro la puzza più urtante.  E’ Laterza, comune di quindicimila abitanti che punta tutto sul pane formidabile, sulla carne al fornello, sulla Gravina più profonda e selvaggia, ma installa a pochi passi dalla città la Progeva, che raccoglie rifiuti organici non pericolosi e li trasforma in fertilizzanti.  Non si può in effetti rinunciare a niente negli anni della disoccupazione galoppante, ma quello della Progeva, attiva fin dal 2006, rischia di essere il muro su cui si infrange la sbandierata volontà di costituire un’economia del turismo.  E’ vero d’altra parte che raccogliere la frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata è a sua volta un’operazione altamente sostenibile ed indifferibile,  tuttavia è insostenibile la puzza con la quale convivono i laertini e gli ospiti della cittadina pre- murgiana.  

MARINA DI GINOSA, PRONTEZZA DI BAYWATCH SALVA UN UOMO

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di Nicola NATALE Penultima da sx l'autrice del salvataggio Federica Sorrenti Si ricorderà per sempre di Marina di Ginosa Marcello Puccini da Roma.  Perché nel suo mare ha rischiato di annegare e sulla sua spiaggia è stato salvato grazie alla prontezza del servizio di salvataggio.  Il bagnino comunale Federica Sorrenti ha notato in tempo che qualcosa non andava nei movimenti di quell’uomo in mare. Subito dopo lo ha visto chiedere aiuto.  Non c’era tempo da perdere, allertato il gommone di salvataggio, si è immediatamente tuffata in mare.  Il signor Puccini, colto da crampi alle gambe, iniziava a bere.  La baywatch Federica, seguendo le manovre provate tante volte e tranquillizzando il malcapitato, è riuscita a mantenere a galla il malcapitato, fino all’arrivo del gommone guidato dagli operatori Zicari e Tonni.  Al paziente -  trasportato immediatamente a riva di Porto Canale, grazie ad una rapida diagnosi del dott. Ennio Volpe che gli ha riscontrat

COS'E', COME FUNZIONA L'ILVA DI TARANTO

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di  Salvatore Romeo Cortei di protesta dei dipendenti ILVA di Taranto Le battaglie che si stanno combattendo a Taranto in queste ore investono diversi piani.  Fra i tanti ve n’è uno che merita di essere sottolineato per l’importanza generale che riveste.  E’ la battaglia fra Stato di diritto e “turbocapitalismo”.  Per quindici anni, da quando la si è consegnata alla proprietà privata della famiglia Riva, ILVA è stata quasi un territorio ex lege. I nuovi “padroni delle ferriere” – mai definizione fu più opportuna – hanno imposto una disciplina ferrea in ogni ambito della vita di stabilimento, azzerando la linea del comando per concentrare nelle proprie mani l’intero potere su uomini e macchine; estromettendo i rappresentanti dei lavoratori dalle decisioni strategiche; portando i ritmi di produzione a livelli elevatissimi. Per imporre la loro autorità non hanno esitato a ricorrere a forme di vero e proprio mobbing, come nel caso della “palazzina LAF”: l’edifi

SEQUESTRO DELL'ILVA. LE CONSEGUENZE PER TARANTO E PROVINCIA

CHIUSURA DELL’ILVA, LE REAZIONI IN PROVINCIA di Nicola NATALE Possibile chiusura dell’area a caldo dell’acciaieria Ilva.  La notizia ha avuto un impatto fortissimo in tutta la provincia poiché gran parte dei suoi residenti sono stati lavoratori italsider.  Un discreto numero lavora ancora oggi in acciaieria, si parla di un centinaio solo a Ginosa.  I bus del consorzio trasporti che trasportano all’area industriale si sono andati lentamente svuotando ma molti preferiscono andare in macchina al lavoro. Ad oggi le pensioni alimentano di fatto l’economia locale, stretta tra la crisi gravissima dell’agricoltura ed il turismo che non è ancora in grado - per numeri e qualità - di costituire un’alternativa possibile.  Con il grande vuoto lasciato dalla Miroglio, la fabbrica tessile che aveva costituito un rifugio dalla disoccupazione e dal precariato per 224 dipendenti.  Tiene ancora la Nurith, azienda locale di infissi, l’unica ad avere un mercato di rifer

BASTA CON INCURIA E MARCIAPIEDI ROTTI, PROTESTANO I CITTADINI

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Ginosa - Viale Palatrasio Viale Palatrasio abbandonato. Protestano i cittadini contro l’incuria in cui viene lasciato l’unico viale alberato di Ginosa. Chiedono che la strada sia spazzata regolarmente come da contratto e che vengano ripristinati i marciapiedi costruiti con aiuole troppo piccole per il tipo di alberi impiantato.  Gli alberi, con il loro polline particolare, hanno creato un effetto neve in Giugno lasciando sui marciapiedi una fitta coltre non rimossa.