DALLA PREISTORIA AL FEUDO DEI VICERÈ SPAGNOLI, I TESORI DI GINOSA SONO ANCORA TUTTI DA SCOPRIRE / Intervista al ricercatore Dario PETROSINO.
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GINOSA in una mappa della Galleria delle Carte Geografiche ai Musei Vaticani - ROMA |
di Nicola NATALE
Viceré,
marchesi, baronesse e riserve di caccia reali.
La grande storia del Regno di
Napoli è passata per Ginosa, ma sono in pochi ad essersene accorti.
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Dario Petrosino, ricercatore Unitus |
Questo è
quanto asserisce Dario Petrosino, ricercatore dell’Università della Tuscia, che
tenta di riportare all’attenzione che merita l’ininterrotta vicenda storica di
Ginosa, iniziata 55mila anni fa, con la presenza dell’uomo di Neanderthal nel riparo de“L’Oscurusciuto” e proseguita fino ai nostri giorni.
Non riusciamo a far emergere questa
ricchezza o non è vera ricchezza?
Io penso lo sia,
ma siamo di fronte a potenzialità inespresse. Ginosa non è solo gravina e mare,
c’è una diffusione di villaggi sul territorio, succedutisi in epoche diverse,
che va dalla Murgia fino a Metaponto.
Ginosa era sulla strada tra la
Calabria e le coste brindisine dove si salpava per l’Est o la Terrasanta nel
Medioevo.
Ginosa è inoltre sulla rotta degli uccelli migratori, motivo per cui
oggi abbiamo il Lago Salinella, che si collega nell’entroterra all’antica
riserva reale di caccia documentata fin dai tempi di Federico II.
Seguendo le
rotte degli uccelli, i nostri antenati già nella preistoria attraversavano
Ginosa verso Monte Sannace e l’Adriatico, come notò alcuni anni fa, Angela
Capurso, l’archeologa che ha studiato la Ginosa antica.
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MARINA DI GINOSA Lago Salinella |
Ma di tutta questa storia non è rimasto più
nulla….
Sono convinto
del contrario. Quello che non vediamo, per l’età antica, è sepolto, ma anche
l’età medievale ci sta riservando delle grandi sorprese.
Grazie alle indagini
compiute dal Cnr e da altri enti di ricerca ora sappiamo che il centro storico
di Ginosa va datato molto più addietro rispetto all’Ottocento, come per errore
si credeva.
San Leonardo ed il Casale sono già un abitato pienamente
strutturato ai tempi dei Normanni.
Ginosa era già bella, forte e in grado di
accogliere profughi intorno al 1.100.
San Giovanni da Matera (1070 circa-Foggia 1139) venne a Ginosa dove erano venuti a vivere i suoi genitori sfollati dalla guerra in corso a Matera.
San Giovanni da Matera (1070 circa-Foggia 1139) venne a Ginosa dove erano venuti a vivere i suoi genitori sfollati dalla guerra in corso a Matera.
Siamo nel periodo in cui venne costruita la
torre, simbolo di Ginosa, poi divenuta castello….
Ma abbiamo
qualcosa di preesistente, non parlo di resti archeologici, ma di edifici ancora
in uso.
Né da atto il documento più antico dell’Arcidiocesi di Taranto, nei
tempi in cui non c’era ancora la diocesi di Acerenza.
In piazza Plebiscito la Chiesa di Santa Maria era parte di un
convento già ricco e potente nel 1083, all’arrivo dei Normanni, tanto da essere
in grado di inviare all’Arcivescovato di Taranto cavalcature e chierici per la
messa, praticamente lo sovvenzionava.
Nello stesso periodo il borgo di San
Leonardo, detto contrada dell’Antica, era difeso sul ciglio della gravina da un
muro di cinta con torri di guardia e garitte. Sono ancora visibili, una rischia
di crollare.
La struttura delle case sottostanti, paradossalmente conservataci
dal terremoto del 1857, è la tipica struttura delle corti-giardino dei villaggi
italiani medievali; ma nella stessa zona sono ancora in piedi, ed è la vera
novità, edifici rurali con tecniche che ci portano ai Longobardi e ai
Bizantini.
Ginosa quindi non era uno sperduto villaggio nella gravina, come confermerebbero i documenti quattro secoli dopo…..
Esatto, parliamo del re di Napoli Federico d’Aragona, che per alcuni anni fu barone del feudo di Ginosa, prima di assegnarlo al suo camerlengo Antonio Grisone. Nel nostro feudo troviamo figure importanti della storia del Regno di Napoli e della storia d’Europa.
Ma probabilmente per loro si trattava di un piccolo feudo…
Era importante per la presenza di demani reali, che venivano sempre dati a fedelissimi della Corona. I vari Doria, i Del Balzo Orsini, i Grisone, sono tutti o consiglieri (camerlenghi) o parenti del Re di Napoli
Ma perché con questa storia così ricca c’è tanta scarsità di fonti originali?
Ci sarebbero, ma l’unico che è andato a cercarli all’Archivio di Stato di Napoli, è stato Luigi Miani, più di cento anni fa. Prese degli appunti dai Registri Angioini, ma questi appunti sono andati persi con la morte della figlia Teresa, e i Registri Angioini, custoditi durante la seconda guerra mondiale a Montecassino, vengono distrutti da un incendio durante la ritirata dei tedeschi nel 1943.
Con questa messe di personaggi non una
statua, non una rievocazione tanto in voga di questi tempi….anche ora per promozione
turistica.
Bisognerebbe proporre un percorso turistico storico fuori dai soliti itinerari, anche se il terreno è tutto da preparare.
Gli orti votivi medievali di Ginosa, sotto san
Leonardo Vecchio, come il forno medioevale di San Basilio e la chiesa rupestre
attigua, sono un ulteriore stimolo a conoscere un particolare aspetto della
vita di quei tempi.
I signori di Ginosa Spinola sarebbero perfetti, in particolare la marchesa Geronima Doria Spinola, ritratta da Van Dyck, il cui ritratto è al Louvre di Parigi.
Suo figlio, Paolo Spinola, committente della ristrutturazione della straordinaria cantina baronale di via Bacco a Ginosa, è stato consigliere della moglie di Luigi XIV.
Il figlio di Paolo, un altro Filippo, diventa viceré di Sicilia, suo nonno Ambrogio Spinola era stato uno dei più importanti generali italiani al servizio della Corona spagnola.
Ginosa, insomma, se dotata di infrastrutture e figure competenti, è un vero e proprio scrigno di tesori offerto al turista in arrivo, ma il lavoro da compiere, per presentarsi degnamente ai visitatori, è ancora lungo e impegnativo.
Suo figlio, Paolo Spinola, committente della ristrutturazione della straordinaria cantina baronale di via Bacco a Ginosa, è stato consigliere della moglie di Luigi XIV.
Il figlio di Paolo, un altro Filippo, diventa viceré di Sicilia, suo nonno Ambrogio Spinola era stato uno dei più importanti generali italiani al servizio della Corona spagnola.
Ginosa, insomma, se dotata di infrastrutture e figure competenti, è un vero e proprio scrigno di tesori offerto al turista in arrivo, ma il lavoro da compiere, per presentarsi degnamente ai visitatori, è ancora lungo e impegnativo.
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