ASECO (AQP) vs COMUNE DI GINOSA. Finisce al Tar lo stop all'ampliamento deciso dal Consiglio comunale.

GINOSA Contrada Lama di Pozzo - L'entrata dell'impianto Aseco sulla strada comunale n°135

QUOTIDIANO DI PUGLIA 12 MAGGIO 2017

di Nicola NATALE

E’ sempre un corpo a corpo tra l’Aseco spa, la società Aqp di trattamento rifiuti urbani ed il Comune di Ginosa. 
Il 16 marzo scorso l’intero Consiglio comunale si era posto contro l’ampliamento dell’impianto di contrada Lama di Pozzo per la produzione di fertilizzanti da rifiuti organici differenziati.
ASECO Una visita agli impianti esterni.
Un ampliamento generato dalla scarsità di impianti sul territorio e dalla crescente massa di umido o rifiuto organico prodotto dal (tardivo) avvio delle raccolte differenziate dei rifiuti nei vari comuni. 
Circa un mese dopo, il 20 aprile del 2017, la società ora guidata dal dr. Maurizio Cianci presentava già ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Lecce, impugnando la delibera dell'intero Consiglio comunale di Ginosa.
Nell’ultima giunta del 9 maggio scorso, con i 5 componenti tutti presenti, l’amministrazione 5 stelle guidata dal sindaco Vito Parisi ha naturalmente optato per la resistenza del Comune di Ginosa davanti al Tar di Lecce. 
La difesa della delibera di consiglio approvata all’unanimità è stata affidata ad un nuovo legale, l’avv. Francesco Calculli,  al costo di 9.616 euro.  
Anche in questo caso prescindendo dalla lista breve di professionisti formata durante la gestione del commissario prefettizio Malgari Trematerra. 
Pressoché identiche le motivazioni con le quali si sono esclusi gli altri professionisti: “la particolarità e l’importanza del contenzioso”. 
Motivazioni che, nel caso Aseco come nel caso del congelamento del trasferimento di proprietà della metà dello stabilimento ex Miroglio, ci sono tutte.
Sorge però più di un interrogativo sulla natura e le modalità di formazione di questa short lista o meglio, lista breve.

GINOSA - L'impianto di compostaggio da residui organici è posto sulla comunale n°135.

In ogni caso quella dell’Aseco è una battaglia che si combatte da anni, per via delle emissioni odorigene che rendono la vita impossibile a chi vive e lavora da quelle parti, un’area densamente coltivata, con residenze e masserie. 
Da ultimo anche un agriturismo. 
Particolare importante, l’Aseco nella sua dichiarazione ambientale del 14 gennaio scorso dichiara di trovarsi ad almeno 300 metri da edifici sparsi o isolati regolarmente destinati a residenza. 
Una circostanza che non ha evitato un aspro contenzioso con i proprietari di immobili, di fatto adiacenti alla struttura.
ASECO - QUOTIDIANO DI PUGLIA Edizione di Taranto pag.22

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