TRANI, APPUNTAMENTO CON LA BIODIVERSITA’. Reinventare il rapporto tra cibo e agricoltura.
TRANI - Il break del seminario "Biodiversità per alimentare il futuro" |
di Nicola NATALE
BiodiverSO
riapproda a Trani e punta alla rieducazione del gusto.
Quindi non solo ricerca
sulle specie orticole pugliesi a rischio di estinzione o erosione genetica ma
anche nuovo rinascimento dei sapori pugliesi.
Attentissimo l’uditorio
dell’Istituto Alberghiero Aldo Moro di Trani sulla rieducazione del gusto e su
possibili nuove idee di impresa.
TRANI -L'intervento del dr. Beniamino Leoni |
Particolarmente seguito l’intervento del dr.
Beniamino Leoni che ha toccato il punto centrale di tutto il discorso sulla
biodiversità, vale a dire la perdita, a volte irreversibile, di migliaia di
varietà dovuta alle monoculture.
Da Trani è partito un ennesimo appello a segnalare in tutta la Puglia specie che non trovano più accoglienza in agricoltura intensiva.
Da Trani è partito un ennesimo appello a segnalare in tutta la Puglia specie che non trovano più accoglienza in agricoltura intensiva.
Ritrovamenti
che possono essere comunicati anche con un’applicazione informatica, BiodiverSO
appunto. L’applicazione permette con gli smartphone di far valutare immediatamente
qualsiasi pianta che promette di essere un residuo della abbondanza varietale
pugliese.
“E’ particolarmente significativo” ha fatto notare Matteo Saulle
della fondazione italiana sommelier, “che i gusti, anche in fatto di vino, si
siano appiattiti e virino, soprattutto per i cibi esclusivamente al troppo dolce o al troppo salato”.
“Alcuni
produttori di vino" ha aggiunto "badano esclusivamente a ciò che si vende più facilmente, per fortuna
ce ne sono altri che rispettano le caratteristiche dell’uva e consentono di
apprezzare vini meno standardizzati”.
Particolarmente importante è stata la
presenza di Gianfranco Marcone, responsabile del progetto “Dedicato” per
l’azienda pastificia Granoro.
Marcone, particolarmente impressionato dalla
perdita di circa 300mila varietà vegetali, ha posto l’accento sul fatto che la
pasta italiana è fatta esclusivamente di semola di grano duro.
L’utilizzo di quest’ultimo al posto del grano tenero non cambia solo l’aspetto della pasta, ma assicura un maggior contenuto di proteine e un minor quantitativo di amido.
Solo in Italia è obbligatorio produrre pasta con semola di grano duro: “può sembrare un’eccentricità vista dall’estero, ma è un indice della grande attenzione italiana alla qualità dei prodotti”.
L’utilizzo di quest’ultimo al posto del grano tenero non cambia solo l’aspetto della pasta, ma assicura un maggior contenuto di proteine e un minor quantitativo di amido.
Solo in Italia è obbligatorio produrre pasta con semola di grano duro: “può sembrare un’eccentricità vista dall’estero, ma è un indice della grande attenzione italiana alla qualità dei prodotti”.
Un’attenzione sempre minacciata dagli speculatori avventatisi anche sul
cibo “made in Italy”.
Sicuramente ha detto “la trasformazione del grano e di altri
prodotti alimentari in commodities, cioè in beni ad utilizzo massivo non
soggetti esclusivamente alle leggi di mercato ma anche e soprattutto alle
contrattazioni di borsa non ha aiutato la cerealicoltura italiana”.
Agli
agricoltori italiani, sostanzialmente, non conviene produrre con i prezzi
attuali grano di qualità.
Per questo Granoro ha deciso di rafforzare il suo
legame con i produttori pugliesi, garantendo con “Dedicato” l’accorciamento di
filiera.
Così la scelta di riscoprire la “saragolla antica”, è una piccola azione di recupero della
biodiversità che al momento si attesta ad Apricena in provincia di Foggia.
Il
tutto per restituire ai consumatori “pasta realmente prodotta con grani di
Puglia e non canadesi, capaci però di offrire sul mercato internazionale ben quattro qualità di grano
duro”.
Di qui l’utilizzo del marchio regionale “Prodotti di Qualità Puglia”,
con la P stilizzata su uno sfondo verde.
TRANI Seminario Biodiversità. Il dr. Massimo Renna (Università di Bari) e un'opera di Juan Sanchez Cotan |
A concludere la mattina tranese di
BiodiverSO, è stato Massimiliano Renna, docente di Orticoltura all’Università
di Bari.
Il suo intervento si è incentrato sulla biodiversità nel piatto, l’aspetto forse di più immediato impatto.
Per Renna già guardando un quadro del ‘600 di Juan Sánchez Cotán (1560-1627) ci si rende conto che le carote di quel tempo erano di vario colore, e nacquero, ancor prima, assumendo esclusivamente il colore viola.
Lo testimoniano le varietà locali riscoperte da BiodiverSO come quelle di Polignano e di Tiggiano, che conservano colorazioni dal giallo tenue al viola scuro.
Il suo intervento si è incentrato sulla biodiversità nel piatto, l’aspetto forse di più immediato impatto.
Per Renna già guardando un quadro del ‘600 di Juan Sánchez Cotán (1560-1627) ci si rende conto che le carote di quel tempo erano di vario colore, e nacquero, ancor prima, assumendo esclusivamente il colore viola.
Lo testimoniano le varietà locali riscoperte da BiodiverSO come quelle di Polignano e di Tiggiano, che conservano colorazioni dal giallo tenue al viola scuro.
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Alcune carote di Polignano, coltivate conservando in loco i semi. |
Renna ha illustrato tutto lo spettro delle possibilità di utilizzo
delle varietà dimenticate.
Quindi confetture di carote, purè di carote, orobanche o succiamele delle fave, tutte nuove sfide per il gusto dei consumatori, assuefatti ed abituati a gusti standard.
Ed ancora al barattiere, un melone immaturo, per cui ci aspetta un grande successo dovuto alla maggiore digeribilità.
Quindi confetture di carote, purè di carote, orobanche o succiamele delle fave, tutte nuove sfide per il gusto dei consumatori, assuefatti ed abituati a gusti standard.
Ed ancora al barattiere, un melone immaturo, per cui ci aspetta un grande successo dovuto alla maggiore digeribilità.
Al secondo evento tranese presso l’Istituto Moro non poteva
mancare il riferimento ad uno dei primi prodotti ad essere riscoperti sulle
tavole pugliesi: la cipolla rossa di Acquaviva nota per essere più dolce, meno
pungente di altre.
Un seminario sulla biodiversità che si è trasformato in apprezzamento alla cultura ed alla dieta mediterranea.
Un seminario sulla biodiversità che si è trasformato in apprezzamento alla cultura ed alla dieta mediterranea.
BiodiverSO - lo stand allestito in una delle sale degustazioni dell'IISS "Aldo Moro". Si possono vedere alcune delle pubblicazioni prodotte: "Almanacco BiodiverSO" e "Racconti raccolti". |
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