TUTTI CONTRO IL TRIBUTO 630. IL PD DI GINOSA: SOSPENDETELO E RIVEDETE I RIPARTI.
fonte Consorzio di bonifica Stornara e Tara |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 15 GIUGNO 2014
di Nicola NATALE
Si schierano
tutti contro il tributo 630.
Dal sindaco Vito De Palma in quota forza italia al
pd di Ginosa.
Si tratta, per chi non si è mai occupato di agricoltura, del
tributo imposto dal consorzio di bonifica Stornara e Tara per i benefici
derivanti dal trovarsi nell’area gestita che comprende 24 comuni.
L'esistenza del consorzio (con gli annessi costi di funzionamento) consentono non solo di avere la possibilità di irrigazione (pagata a parte), ma anche di opere
che assicurano, secondo quanto scritto nella delibera regionale n°1146 del 18 giugno
2013, difesa idraulica cioè protezione dalle alluvioni, dai ristagni e dagli
allagamenti e costituiscono presidio idrogeologico cioè prevenzione di fenomeni
erosivi e franosi.
Senza dimenticare il “miglioramento della qualità ambientale
e paesaggistica”.
Fin qui il dettato della delibera che àncora queste
riflessioni al dettato costituzionale.
Poi c’è la pratica di tutti gli anni che
vede acqua per gli agricoltori concessa ogni 10 giorni e con pressioni limitate
e i danni che Ginosa in particolare ma anche Laterza, Castellaneta e
Palagianello hanno subito durante l’alluvione del 7 ed 8 ottobre 2013 e le
piogge alluvionali del 30-novembre-1° dicembre.
Danni che hanno interessato sia
immobili che terreni agricoli.
Non che il Consorzio sia stato con le mani in
mano in questi anni, basterebbe controllare le delibere di spesa, ma tutti
contestano la qualità del servizio offerto.
Il pd di Ginosa in particolare chiede
la sospensione del “balzello” anche se il consorzio, da anni in difficoltà
finanziarie, vede questo tributo come necessario.
Si tratta di un costo, in scadenza
in questi giorni, che varia da 35 fino a 200 euro per ettaro.
Il tributo incide
fortemente sulle tasche già provate non solo degli operatori agricoli, ma anche
di comuni cittadini che hanno immobili ricadenti nelle aree incluse nel piano di
classifica compilato dalla società nordest ingegneria di Mestrino (Padova).
Il
pd locale, rovesciando a beneficio dei contribuenti le costanti sentenze
della Cassazione, chiede che “venga rivisto il piano di riparto con attribuzione
dei costi consortili ai soli immobili che hanno beneficio diretto e specifico”.
Ciò senza dubbio farebbe poggiare esclusivamente sulle spalle dei proprietari
di terreni agricoli i circa 2 milioni di euro che il consorzio incamerare dal
tributo 630.
Rimarrebbe escluso chi, in aree urbanizzate e non, ottiene
comunque la protezione idrogeologica, sia pure carente come si è visto.
Il
tributo diverrebbe ancora più pesante per alcune categorie se il consorzio non
venisse altrimenti finanziato dalla Regione come è accaduto finora.
Ma il pd non
si ferma qui e si scaglia anche
contro il costo dell’acqua che le aziende agricole devono sopportare.
Si tratta
di cifre che oscillano “da 430 a 730 euro all’ettaro” secondo il comunicato del
pd che però non trovano riscontro sul sito del consorzio che non pubblica le
richieste relative alla stagione irrigua 2014.
Il pd denuncia anche la mancanza
di una chiara e netta presa di posizione dell’amministrazione De Palma, peraltro
espressa informalmente su un canale televisivo locale.
Condannando anche la
tassazione imu su terreni agricoli, fabbricati rurali e depositi agricoli.
Tassazione che però prevede delle esenzioni graduali per chi è imprenditore
agricolo o coltivatore diretto. Includendo però tutti coloro (e sono tanti) che
possiedono ad altro titolo terreni agricoli.
Commenti
Posta un commento