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CONSORZIO DI BONIFICA STORNARA E TARA, SENZ’ACQUA LA VASCA 10. I produttori chiedono perché.

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GINOSA Consorzio di Bonifica Stornara e Tara Casello -Vasca 10 QUOTIDIANO DI PUGLIA 3 luglio 2016 di Nicola NATALE Continuano i disservizi del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara a sfavore dei produttori agricoli dell’agro di Ginosa. Nella scorsa settimana, per almeno due giornate, quella di lunedì e quella di giovedì, l’ufficio presso la Vasca 10 in contrada Cavese era deserto. Né un numero di telefono, né un avviso spiegavano le ragioni dell’assenza, mentre con un andirivieni continuo i consorziati cercavano di ottenere chiarimenti. La situazione non è migliorata ieri, quando nuovamente, vista la giornata di gran caldo e una stagione irrigua che dovrebbe essere nel pieno dell’efficienza e della funzionalità, i produttori hanno continuato a recarsi invano presso il “Casello” come viene indicato comunemente.  GINOSA - Gli uffici chiusi e senza informazioni. Sembra che i problemi e le difficoltà di gestione non finiscano mai per il Consorzio di B

TUTTI CONTRO IL TRIBUTO 630. IL PD DI GINOSA: SOSPENDETELO E RIVEDETE I RIPARTI.

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fonte Consorzio di bonifica Stornara e Tara QUOTIDIANO DI PUGLIA 15 GIUGNO 2014 di Nicola NATALE Si schierano tutti contro il tributo 630.  Dal sindaco Vito De Palma in quota forza italia al pd di Ginosa.  Si tratta, per chi non si è mai occupato di agricoltura, del tributo imposto dal consorzio di bonifica Stornara e Tara per i benefici derivanti dal trovarsi nell’area gestita che comprende 24 comuni.  L'esistenza del consorzio (con gli annessi costi di funzionamento) consentono non solo di avere la possibilità di irrigazione (pagata a parte), ma anche di opere che assicurano, secondo quanto scritto nella delibera regionale n°1146 del 18 giugno 2013, difesa idraulica cioè protezione dalle alluvioni, dai ristagni e dagli allagamenti e costituiscono presidio idrogeologico cioè prevenzione di fenomeni erosivi e franosi.  Senza dimenticare il “miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica”.  Fin qui il dettato della delibera che àncora queste rif

NUOVA STANGATA PER GLI AGRICOLTORI JONICI . Il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara spreme ancora la categoria.

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dall'articolo apparso sul Quotidiano del 12 Gennaio 2011 di Nicola NATALE La manifestazione della Cia dello scorso Aprile sotto la sede del Consorzio in Viale Magna Grecia a Taranto Non c’è pace per gli agricoltori.  L’ultima torchiatura viene dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara che ha inviato delle nuove ingiunzioni di pagamento a casa di chi ha prodotto domanda per acqua ad uso irriguo nel 2005 e nel 2010.  Gli sfortunati utenti si sono visti recapitare con tanto di notifica il reclamo della restante parte, pari a circa 800 euro, per chi aveva pagato nel 2005 ed anche per chi ha pagato la prima rata  del 2010 pari a 485 euro per ettaro.  Il terrore è che il Consorzio avvii i recuperi anche per gli anni intercorrenti, il ché automaticamente porterebbe a pignoramenti e fermi amministrativi, perché molto aziende agricole viaggiano al limite della redditività o molto al disotto.  Nel 2011, dopo il sit-in organizzato dalla Cia in Aprile, una delle maggiori ass

BOLLETTE ARRETRATE DAL CONSORZIO DI BONIFICA.

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S ul Quotidiano di oggi a pag.20

Agricoltori vessati e senz’acqua

Invasi stracolmi ma acqua carissima per gli agricoltori del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, che interessa 23 Comuni dell’arco jonico e Bernalda in Provincia di Matera.  Nel 2010 per la prima volta le cartelle esattoriali ricevute dalla Soget hanno portato a 1.258€ ad ettaro il costo irriguo per le aziende.  Questo pare sia il costo reale dell’acqua prelevata dalle Dighe Sinni e San Giuliano, comprensivo del danno ambientale alla Regione Basilicata.  Danno ambientale pagato fino al 2002 dallo Stato, poi dalla Regione Puglia. Nella prima mattina di ieri una manifestazione del Tavolo Verde, associazione a tutela degli agricoltori, si è svolta nei pressi del Casello 4 in agro di Castellaneta.  Sono volate parole forti - ha ammesso Paolo Rubino - ed io, pur fiero di tante battaglie fatte, non avrei mai pensato di trovarmi a moderare l’esasperazione dei produttori agricoli.  Nessuno pensa di poter pagare quei costi e così molte imprese rinunciano a far domanda, tanto che la richies