LATERZA IL LATTE DELLE GRAVINE. E PERCHE’ NO?


di Nicola NATALE

Il latte delle Gravine. E chi lo avrebbe detto mai se non ci si metteva di mezzo Giuseppe Cristella (ex sindaco di Laterza e consigliere provinciale pdl). 
Insieme con un altro socio, Gianni Bruno, ha messo in piedi una società, l’agrimurgia srl che si occupa di commercializzare un prodotto a suo modo tipico di Laterza, che vanta un’antica tradizione zootecnica.  
Per la verità gli allevamenti sono quasi tutti in difficoltà a causa del basso prezzo corrisposto e dei ritardi nei pagamenti da parte dei grandi marchi di questo settore, per non dire delle truffe denunciate dal tavolo verde, ma cos’è l’impresa, specie agli inizi,  se non sfidare le apparenze ed i luoghi comuni? 
Detto fatto, Giuseppe Cristella contatta un commercialista, stipula un accordo con la centrale del Latte di Taranto, acquista un furgone, chiama due giovanissimi disoccupati laertini e inizia il giro dei 28 bar di Laterza. Nessuno gli dice di no e l’euforia ancora la si sente in questa intervista rilasciata in anteprima.
Come nasce questa idea?
Giuseppe Cristella
Nasce 4-5 anni fa. In un convegno coinvolgemmo le aziende zootecniche a trasformare il prodotto in latticini. Ora il passo successivo, far consumare il latte prodotto localmente facendolo imbottigliare da un’azienda locale. Due mesi fa ne parlavamo ed ora il latte è già nei bar.
Dov’è lo stabilimento?
Lo stabilimento è la centrale del latte di Taranto, dove noi portiamo il latte preso dai territori di Laterza, Mottola. Loro lo analizzano, lo pastorizzano e lo confezionano con il nostro marchio. Inutile creare altre strutture, sarebbe uno spreco. Il problema da superare è la commercializzazione: ci vuole il marketing, ci vogliono le televisioni.
Però ci volete provare….
Non tentarci significa fallire due volte. Abbiamo iniziato appena da due giorni.  Il nostro motto è acquista il prodotto locale, aiuta l’economia della provincia di Taranto. Del resto il latte venduto dai grandi marchi è quello prodotto in zona e lavorato a Gioia. Anche per l’avvio dell’azienda mi sono rivolto esclusivamente a ditte locali: è una forma di solidarietà. Poi però bisogna offrire prodotti e servizi di qualità  a prezzi competitivi. Ma il nostro latte lo è, perché conosciamo la passione dei nostri allevatori.
Dove vuole arrivare l’agrimurgia?
L’ambizione è quella di commercializzare i prodotti locali, non solo il latte. Qui il livello della produzione è sempre stato altissimo, ma è mancata la parte commerciale. Dobbiamo re-imparare a confezionare i nostri prodotti, a commercializzarli ed a comprarli. Altrimenti è ridicolo parlare di sviluppo.

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