NUOVA STANGATA PER GLI AGRICOLTORI JONICI . Il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara spreme ancora la categoria.


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 12 Gennaio 2011
di Nicola NATALE
La manifestazione della Cia dello scorso Aprile sotto la sede del Consorzio in Viale Magna Grecia a Taranto
Non c’è pace per gli agricoltori. 
L’ultima torchiatura viene dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara che ha inviato delle nuove ingiunzioni di pagamento a casa di chi ha prodotto domanda per acqua ad uso irriguo nel 2005 e nel 2010. 
Gli sfortunati utenti si sono visti recapitare con tanto di notifica il reclamo della restante parte, pari a circa 800 euro, per chi aveva pagato nel 2005 ed anche per chi ha pagato la prima rata  del 2010 pari a 485 euro per ettaro. 
Il terrore è che il Consorzio avvii i recuperi anche per gli anni intercorrenti, il ché automaticamente porterebbe a pignoramenti e fermi amministrativi, perché molto aziende agricole viaggiano al limite della redditività o molto al disotto. 
Nel 2011, dopo il sit-in organizzato dalla Cia in Aprile, una delle maggiori associazioni di categoria, sotto il Consorzio di Bonifica in Viale Magna Grecia a Taranto e dopo le proteste del Tavolo Verde presso il Casello 4 in Giugno a Castellaneta all’iniziare della stagione irrigua sembrava che la Regione Puglia avesse finalmente acconsentito a lasciare invariato il costo dell’irrigazione per gli agricoltori jonici e non solo visto che il Consorzio fornisce anche l’agro di  Bernalda. 
Tutto sembra cambiato nel 2012. 
Al centro della questione il cosidetto danno ambientale richiesto dalla Regione Basilicata, fornitrice tramite le condotte Sinni-Vidis, della vitale materia prima. Acqua oggetto di un contenzioso aspro, nonostante l’accordo del 27 Ottobre scorso con cui l’assessore regionale alle opere pubbliche Fabiano Amati  annunciava agli agricoltori un’acqua meno cara del 25% per il 2012. 
Già….., dal 2012, quando le domande al Consorzio di Bonifica jonico si sono drasticamente ridotte per effetto della crisi di reddito in agricoltura. 
La maggior parte delle aziende, specie le più piccole e deboli, sono state estromesse dal mercato nel frattempo ed hanno dovuto rinunciare all’attività, consegnando in molti casi all’abbandono gli ettari coltivati. 
L'articolo del Nuovo Quotidiano di Puglia del 12 Gennaio 2011
Ma ora resta, anche per chi si è chiamato fuori dall’agricoltura, una pioggia di balzelli provenienti dal passato, non ultimo l’obbligo di accatastare gli immobili agricoli, che richiede, anche in caso di fabbricato cadente, una spesa superiore a 1.000 euro, cifra che impatta sul reddito di pensionati al minimo come spesso sono i coltivatori diretti o chi da bracciante si è trovato ad acquistare o ereditare qualche terreno. 
Insomma una situazione esplosiva che vede da un lato il Consorzio che eroga acqua (sia pure a turni di 20-30 ore al mese) e che ne richiede giustamente il pagamento e dall’altra parte situazioni molto differenziate che vedono piccoli agricoltori monoreddito, spesso anziani, grandi aziende agricole e una miriade di soggetti agricoltori non professionali. 
Sul sito del Consorzio di Bonifica della questione non si fa cenno, ma in compenso appaiono le delibere e le determine dell’ultimo commissario straordinario. Peccato che in questa storia del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, di straordinario c’è solo il costo dell’acqua per gli agricoltori, soprattutto se paragonato a quello di altri Consorzi di Bonifica.

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