CASTELLANETA, L'ANESTESIA DELL'OSPEDALE.
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CASTELLANETA (Ta) L'Ospedale Civile in via del Mercato 1. |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 SETTEMBRE 2017*
di Nicola NATALE
Ormai a corto anche di anestesisti, il grande malato è
proprio l’Ospedale Civile di Castellaneta.
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Michele LONOCE, direttore medico dell'Ospedale di Castellaneta. |
Ne ha cinque “ne servirebbero almeno
otto” secondo il direttore medico dott. Michele Lonoce.
La soluzione, cui sta lavorando alla direzione sanitaria della Asl di Taranto (direttore dott.ssa Matilde Carlucci) è l’arrivo di un’anestesista dall’Ospedale di Martina Franca, “in attesa di soluzioni definitive”.
La soluzione, cui sta lavorando alla direzione sanitaria della Asl di Taranto (direttore dott.ssa Matilde Carlucci) è l’arrivo di un’anestesista dall’Ospedale di Martina Franca, “in attesa di soluzioni definitive”.
Grazie a questo nuovo innesto “è stato
possibile programmare una seduta operatoria già oggi pomeriggio ed altre due
per mercoledì mattina e pomeriggio, tutto questo per sopperire alla gravissima
urgenza che noi abbiamo, in coordinamento aziendale”.
Le soluzioni non sono facili perché, racconta sempre il direttore Lonoce, “abbiamo chiamato tutti gli anestesisti della graduatoria del concorso ma nessuno ha accettato, tranne uno che all’ultimo momento ha rifiutato”.
Le soluzioni non sono facili perché, racconta sempre il direttore Lonoce, “abbiamo chiamato tutti gli anestesisti della graduatoria del concorso ma nessuno ha accettato, tranne uno che all’ultimo momento ha rifiutato”.
Una carenza che si estende
per quanto riguarda Castellaneta anche ai pediatri “specialità divenute merce
rara, perché si preferisce la libera professione o l’esercizio nelle sedi
universitarie”.
Un frutto anticipato, secondo alcuni, dei numeri chiusi imposti
per l’accesso alle facoltà di medicina ed alle specializzazioni.
Tutto questo mentre l’Ospedale Civile di
Castellaneta, secondo il piano di riordino ospedaliero e il conseguente regolamento regionale n°7 del 10 marzo 2017, rimane un ospedale di primo livello,
condividendo con altri sedici nosocomi in Puglia la stessa classificazione.
Vale a dire una classificazione intermedia rispetto a quella di base (10
ospedali) o dei 5 di secondo livello, tutti ubicati nei capoluoghi di provincia.
Lo scontento, toccato con mano dall’on. Ludovico Vico (Pd) durante una sua
recente visita, è confermato anche dal personale interno che chiede insistentemente
ed a più livelli a cosa servano “gli incontri, le lettere durante la campagna
elettorale” se poi si registra lo stallo per quanto riguarda primari,
personale medico e macchinari.
Il problema maggiore sembra sia ora proprio
nell’utilizzo delle sale operatorie. Un utilizzo possibile “per sole 8 ore al
giorno e per sei giorni alla settimana”.
Tutto dovuto alla presenza in servizio
di soli 5 anestesisti evidentemente non sufficienti per assicurare un utilizzo
continuo ed ininterrotto delle sale operatorie che ospitano gli interventi di
chirurgia, ortopedia e ginecologia.
In un suo recente intervento a Laterza,
durante la festa dell’Unità, lo stesso presidente della Regione Michele
Emiliano, pur assicurando attenzione per l’Ospedale di Castellaneta, ha detto
che la realizzazione del piano di riordino non potrà che essere graduale.
Un
modo forse per rinviare ancora il problema di una struttura bella, nuova, ma
avara di servizi comparabili con altre realtà sanitarie?
Presidi sanitari come il Miulli di Acquaviva o il
Madonna delle Grazie di Matera vengono puntualmente scelti come alternativa,
contribuendo da un lato a peggiorare la mobilità passiva della Asl di Taranto,
dall’altro ad indebolire l’attrattiva proprio dell’Ospedale di Castellaneta, privo
ancora di unità di terapia intensiva coronarica.
CASTELLANETA Una sala dell'unità di terapia intensiva coronarica chiusa nel 2007. |
E’ appena il caso di far
notare che le prime Utic sono nate nel 1961 in America ed in Australia, per poi
diffondersi in tutto il mondo. Non a Castellaneta però.
L’Utic castellanetana, dopo
un breve periodo di funzionamento, venne chiusa nel 2007 e mai più riaperta in
seguito ad 8 decessi, dovuti ad uno scambio di tubi di gas medicali.
Da più
parti inoltre si è sottolineata l’incongruenza di un punto nascita in assenza
di un reparto di rianimazione, come della mancanza dei primari di anestesia,
chirurgia e cardiologia. Figure e strutture decisive in un Ospedale che
nonostante tutto va avanti anche grazie all’abnegazione di tante figure
professionali tra le quali spicca quella dell’oncologo Dr. Antonio Rinaldi.
Tra
le altre cose è stato ricordato come “il governo abbia messo a disposizione
della Asl di Taranto 70 milioni di euro per l’acquisto dei macchinari”.
Ma, come è arcinoto, non c’è solo bisogno dei macchinari, c’è anche
bisogno di personale e di un’ottima organizzazione.
* versione integrale
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QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 settembre 2017 edizione di Taranto pag.20 |
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