PARCO DELLE GRAVINE & HERITY: "ESSENZIALE MOTIVARE LA CITTADINANZA".
Panoramica della Gravina di Ginosa (Taranto) come osservabile da via Matrice. |
di Nicola NATALE
Incontro in Provincia di Taranto venerdì scorso (tra Herity Italia e 6
comuni del Parco della Terra delle Gravine.
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Da sx. Pasquale Persico (Università di Salerno) e Maurizio Quagliolo (segretario generale di Herity Italia) |
Si è
trattato di un incontro che ha visto protagonisti il prof. Maurizio Quagliolo,
segretario generale di Herity e il prof. Pasquale Persico, docente di economia
dei beni culturali all’Università di Salerno.
L’obiettivo finale di questi
incontri è ottenere la certificazione internazionale riconosciuta dall’Unesco denominata HGES (Herity global evaluation system) per sei siti definiti “luoghi
pilota per la Puglia”.
Vale a dire in ordine alfabetico le Grotte del vallone a
Crispiano, il villaggio Rivolta a Ginosa, il Museo della Ceramica a Grottaglie,
la Chiesa di San Nicola ed il Villaggio Petruscio a Mottola, il Castello Stella
Caracciolo a Palagianello ed infine il Frantoio Normanno di Taranto.
A questa certificazione HGES sono state destinate in passato 500mila euro ma sembra che “la
Regione li abbia utilizzati diversamente, mentre altri interessamenti come
quelli di Lecce e Barletta non hanno ancora raggiunto una maturità”.
Ma quali
sono le novità emerse?
Innanzitutto un questionario che sarà distribuito ad
enti pubblici privati nonché ai portatori di interessi (stakeholders)
interessati ad un Parco delle Gravine inteso “come potenzialità non come
limite”.
L’incontro è avvenuto dopo la visita di questi siti da parte di
esperti Herity per i quali si “è in presenza di un valore elevato anche se si
pecca in conservazione, comunicazione e servizi offerti”.
“La minaccia
principale è lo scoraggiamento” ha detto il prof. Quagliolo “ma l’obiettivo è
arrivare ad una carta territoriale con 26 luoghi certificati che partendo da
Matera arrivino fino alle Gravine”.
Con un punto che ormai è divenuto un
mantra: “le richieste di fondi vanno avanzate per area territoriale e non per
comune, sia pure indicando siti specifici”.
A fine settembre il rapporto
definitivo da inviare dovrebbe essere completo con le reazioni del pubblico e
le osservazioni degli stakeholders.
Un percorso impegnativo illustrato anche da
Persico per il quale “bisogna pubblicizzare anche un sito diverso dal proprio
per sviluppare identità creativa”.
Un’identità che passa anche dall’identificazione
obbligatoria del proprio “capitale naturale prevista dalla Carta della Natura”
mentre si deve porre mano alla cura e manutenzione dei siti individuati.
Riflessioni
quelle del prof. Persico a cui sono seguite quelle di Salvatore Marchionna e
Mina Castronovi dei Lions di Massafra.
La loro presenza utile a ricordare
l’altro grande patrimonio rupestre costituito dal villaggio di Santa Maria,
praticamente nel centro urbano.
Poi l’esperienza di Crispiano raccontata dallo
stesso sindaco Vito Ippolito: “visitare la Cappadocia ha consentito al mio
Comune di essere partner in un progetto Interreg”.
E’ un percorso che potrà
durare da tre ai 5 anni per arrivare a definire un ecosistema rupestre dalle
molte sorprese, a partire dalla imponente massa di aneddoti.
Folta la
delegazione ginosina tra cui il cons. com. con delega ai beni culturali Angelo Moro.
“Ma per non perdere quanto hanno fatto esperti, appassionati ed influencer” ha concluso
Quagliolo “bisogna motivare la cittadinanza”.
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QUOTIDIANO DI PUGLIA 29 LUGLIO 2017 Edizione di Taranto pag.18 |
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