TURISTI TRA TARANTO MATERA E GINOSA. Affascinati ma senza bus.

TARANTO da Via Cariati.
QUOTIDIANO DI PUGLIA

di Nicola NATALE


Tre austriaci a Taranto per turismo. 
Non farebbe neppure notizia se non che i tre, giovanissimi con figlia di un anno al seguito, hanno voluto arrivarci con il treno. 
L’obiettivo era conoscere il Sud Italia in un lungo viaggio che, facendo ricorso al metodo Airbnb, cioè farsi ospitare in case private, ha consentito di diminuire drasticamente i costi di alloggio. 
C’è chi come Flavio Briatore, di questo tipo di turisti non vuole neppure sentire parlare, ma c’è una larga fascia di giovani ansiosi di visitare mete non convenzionali di grande impatto.
Il triangolo Taranto, Matera, Ginosa si è rivelato di grande fascino prima di riprendere il treno verso la Calabria e la Sicilia. 
Assieme alla grandissima potenzialità dei luoghi emerge l’assoluta insufficienza e frammentarietà dei trasporti pubblici. 
Quindi non solo guide ed accompagnatori turistici veramente esperti ed innamorati del territorio, oltre che ferrati almeno in inglese, ma anche lavoro duro per una rete di trasporti pubblici all’altezza per accoglienza e frequenza. 
Se ha un senso posizionare le stazioni bus alle estremità della città per non intasare il centro cittadino, non lo ha lasciarle prive di qualsiasi indicazione intelligibile e luogo di accoglienza.
TARANTO L'attesa del bus.
Non solo la stazione bus di Taranto non è immediatamente percepibile come luogo destinato ad accogliere  i viaggiatori ma le indicazioni degli orari sono pessime oltre che solo in italiano.
Non si distinguono per efficienza né Sita sud (sicurezza trasporti autolinee) né Ctp, il Consorzio Trasporti Pubblici locali di Taranto.
La famigliola non è riuscita ad arrivare di sabato da Taranto a Ginosa, né tantomeno a recarsi facilmente a Matera. Per loro il fatto che nessun addetto delle compagnie sapesse dirgli con facilità orario ed esistenza del bus aveva dell’incredibile. 
Tantomeno apprendere che il collegamento di sabato era stato soppresso.
Non rendere agevoli i passaggi da città a città per campanilismo turistico è miope perché lascia un cattivo ricordo che non può essere cancellato dalla bellezza dei luoghi visitati. 
TARANTO AL MARTA
Alcuni dei preziosi reperti esposti.
Tra gli Ori di Taranto anche un diadema
ritrovato a Marina di Ginosa.
Se Taranto continua a brillare per la bellezza dei suoi due mari interni, per il Museo Etnografico a Palazzo Pantaleo, per il Duomo e per il Marta non altrettanto si può dire per l’accoglienza. Quest'ultima, pur non mancando di punte eccelse, pecca a volte in punti chiave.
I tre più accompagnatore sono stati invitati ad uscire in fretta dalla Cattedrale della città quando erano appena le 12:30 di sabato. 
Per fortuna la flessibilità degli addetti del Museo Etnografico ha compensato la ferma rudezza dell’uscita dal Duomo consentendo una visita guidata.
Poi l’inevitabile visita al Marta che ora più che mai, nonostante la completezza delle schede descrittive, necessita di un rapido compendio di quello che era stata duemila anni fa la civiltà magnogreca.
GINOSA
L'ansa del Lognone o Lagnone tondo che separa la Gravina di Casale da quella di Rivolta.
(photo courtesy of Leonardo Giancipoli)
Matera va da sé incanta tutti come se si vivesse in una “fairy tale” in una fiaba e poi Ginosa a cavallo delle sue Gravine di Casale e di Rivolta che aspetta ancora il rifacimento del tratto crollato di via Matrice.
Such a shame for a nice place” che vergogna per un posto così bello dice la turista austriaca stupendosi dell’illuminazione carente dopo il rifacimento del 2009 e dell’abbandono che regna in via san Giovanni, già set del film “Tulips”. In Austria avremmo raso tutto al suolo e rifatto tutto”. 
Per fortuna a Ginosa ciò non è avvenuto, ma con quali risorse conservare il patrimonio rappresentato della civiltà rupestre?
Al momento non sembra esserci altra soluzione che quella turistica.
QUOTIDIANO DI PUGLIA - Edizione di Taranto

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