IL CALO' IN SCENA PER "SALVARE" LE PAROLE IN DISUSO.
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GINOSA ANFFAS - Un momento della rappresentazione della classe IV B dell'Istituto "Giovanni Calò" |
di Nicola NATALE
La lingua non
contiene solo le parole di un popolo, ne contiene anche l’anima.
Rinunciare a
parlarla, estrometterla per praticità dai consessi internazionali e nei
contesti scientifici, espone in concreto ad una diminuzione dei diritti.
Partendo
da questo assunto, la IVª B dell’Istituto Giovanni Calò di Ginosa, con le insegnanti
Giusy Miraglia e Rosa Perrone, ha celebrato l’importanza della lingua madre con una commedia
teatrale ispirata al racconto “La grande fabbrica delle parole” di Agnése de
Lestrade.
A incoraggiare il loro progetto la dirigente scolastica Marianna Galli.
A incoraggiare il loro progetto la dirigente scolastica Marianna Galli.
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GINOSA SEDE ANFFAS DURANTE L'INAUGURAZIONE FATTORIA SOCIALE |
Protagonisti i loro alunni che hanno inscenato la commedia presso la
struttura ANFASS “Dopo di noi” che ospita al momento sei persone disabili
bisognose di particolari cure ed attenzioni.
“È una struttura bellissima, molto
importante per Ginosa e l’abbiamo scelta per accompagnare i bambini al rispetto
di tutte le diversità, farla conoscere ai loro genitori ed ai nostri colleghi”
hanno commentato le due insegnanti.
Le quali oltre a sottolineare “l’intesa
perfetta con gli ospiti durante le due settimane di preparazione” hanno
ricordato l’’istituzione della “Giornata della Lingua Madre” da parte
dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e
la Cultura) il 21 febbraio del
1999.
La giornata non nasce casualmente: 22 studenti bengalesi furono uccisi nel 1952 dalla polizia del Pakistan presso l’Università di Daka perché chiedevano di usare la propria lingua invece dell’urdu imposto dal Governo.
La giornata non nasce casualmente: 22 studenti bengalesi furono uccisi nel 1952 dalla polizia del Pakistan presso l’Università di Daka perché chiedevano di usare la propria lingua invece dell’urdu imposto dal Governo.
“I nostri
alunni di 9 anni sanno bene che la lingua italiana non è a rischio estinzione, tuttavia alcune espressioni sono cadute in disuso ed è
per questo che abbiamo avviato una
ricerca delle parole che non fanno più parte dell’uso corrente e che potrebbero essere a rischio estinzione per mancanza di utilizzo”.
Un appello è stato lanciato per la segnalazione di questi termini con la volontà di riusarli nel corso della prossima celebrazione nel 2017.
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