FRUTTA E VERDURA BIO SOTTO AL PORTONE. Con un'app o col telefono.
di Nicola NATALE
Frutta e verdura
biologiche consegnate settimanalmente a domicilio. O magari al negozio sotto
casa. Coltivate da persone di cui ti fidi in aree prive di problemi ambientali.
E’ la proposta lanciata da Jonicabio, un’organizzazione di 35 produttori ortofrutticoli,
in gran parte ginosini.
Il tutto in una cassetta della quale si potrà
modificare a piacimento il contenuto, rispettando la stagionalità dei prodotti.
Modifiche che potranno essere apportate via telefono e, in seguito, tramite il
portale Jonicabio o da un’applicazione sul proprio smartphone.
Gli obiettivi
sono stati spiegati venerdì scorso (11 dicembre) a Ginosa nel teatro pubblico Alcanices
gremito da addetti ai lavori, ma soprattutto da consumatori interessati alla
proposta.
Giovanni Ranaldo, presidente o.p. ORTOFRUTTICOLA JONICA |
L’introduzione è stata affidata al dr. Giovanni Ranaldo, presidente
della organizzazione di produttori Ortofrutticola Jonica con uno stabilimento
centrale situato a cavallo tra Puglia e Basilicata, esattamente lungo il
confine che corre tra Ginosa (Taranto) e Montescaglioso (Matera) e con poli
produttivi a Stornara (Foggia) e in provincia di Bari.
Il servizio offerto
riflette il punto di forza della Op Jonica che riesce ad offrire sul mercato
europeo (in particolare tedesco, inglese e scandinavo) circa 45 prodotti bio con
pedane miste. E con l’obiettivo di introdurre almeno una novità per anno.
L’unica
soluzione per adattarsi alle richieste della grande distribuzione che in
Germania, ad esempio, copre il 91% degli acquisti.
“Siamo certificati bio e controllati dagli enti di entrambi le regioni” ha detto Ranaldo “e Taranto e Matera, pur essendo entrambe in Europa, hanno visioni diametralmente opposte in materia di lavoro e di sicurezza degli ambienti: una sfida che ogni giorno portiamo avanti”.
“Siamo certificati bio e controllati dagli enti di entrambi le regioni” ha detto Ranaldo “e Taranto e Matera, pur essendo entrambe in Europa, hanno visioni diametralmente opposte in materia di lavoro e di sicurezza degli ambienti: una sfida che ogni giorno portiamo avanti”.
Di
grandissimo livello l’intervento del prof. Antonio
Schiavelli, docente
dell’Università della Calabria e vicepresidente Unaproa, una società consortile
per la valorizzazione della produzione ortofrutticola, il cui problema numero
uno rimane la forbice tra prezzi corrisposti ai produttori e prezzi praticati
ai consumatori.
Antonio Schiavelli, docente Università della Calabria |
“C’è la possibilità di portarci a casa un pezzo di valore
aggiunto?” ha esordito Schiavelli. “A nostro avviso sì, e la vostra
iniziativa va nella direzione giusta”.
Poi un aneddoto.
Un giovane
universitario eredita due ettari, una superficie piccolissima per il mercato
attuale, ma lui ottiene dall’Alaska dove ha sede un deposito di gran parte dei
semi esistenti in natura, un chilo di sementi di mais nero. Il marketing
attraverso i social network lo premia fino ad arrivare sul mercato inglese ed
americano.
Questo è “un esempio di come cambia la distribuzione, ma anche un
esempio della possibilità reale di invertire l’appiattimento del sapore dei
prodotti, e sganciarsi dall'uniformità estetica”.
Unico e limitante parametro
considerato dalla grande
distribuzione e da molte direttive europee.
Una delle sfide più grandi a cui
questo progetto contribuisce è proprio il miglioramento della qualità
alimentare strettamente connesso alla salute.
Oltre al tentativo di recuperare
una differenza di valore che arriva fino al 126%.
Martin Siller, Bioexpress |
Marco Mangiamele, project manager XTEL |
Il primo con l’esperienza della sua
Bioexpress partita dal Trentino e poi estesasi in tutto il Nord Italia, il
secondo con quest’esperimento che parte da Ginosa e si propone al momento per
tutto il versante occidentale fino a Taranto in collaborazione proprio con Bioexpress che ha già maturato un'esperienza ultradecennale.
Tutti i particolari sul portale
opjonica.it. (OP JONICA)
Commenti
Posta un commento