FRUTTA E VERDURA BIO SOTTO AL PORTONE. Con un'app o col telefono.

La presentazione ufficiale di JonicaBioExpress al Teatro Pubblico Alcanices (11 dicembre 2015).
Da sx Giovanni Ranaldo (presidente o.p. Jonica) Marco Mangiamele (project manager XTEL) Antonio Schiavelli (docente Università della Calabria) Martin Siller (Bioexpress).

di Nicola NATALE


Frutta e verdura biologiche consegnate settimanalmente a domicilio. O magari al negozio sotto casa. Coltivate da persone di cui ti fidi in aree prive di problemi ambientali. 
E’ la proposta lanciata da Jonicabio, un’organizzazione di 35 produttori ortofrutticoli, in gran parte ginosini. 
Il tutto in una cassetta della quale si potrà modificare a piacimento il contenuto, rispettando la stagionalità dei prodotti. Modifiche che potranno essere apportate via telefono e, in seguito, tramite il portale Jonicabio o da un’applicazione sul proprio smartphone. 
Gli obiettivi sono stati spiegati venerdì scorso (11 dicembre) a Ginosa nel teatro pubblico Alcanices gremito da addetti ai lavori, ma soprattutto da consumatori interessati alla proposta. 
Giovanni Ranaldo,
presidente o.p. 
ORTOFRUTTICOLA
 JONICA
L’introduzione è stata affidata al dr. Giovanni Ranaldo, presidente della organizzazione di produttori Ortofrutticola Jonica con uno stabilimento centrale situato a cavallo tra Puglia e Basilicata, esattamente lungo il confine che corre tra Ginosa (Taranto) e Montescaglioso (Matera) e con poli produttivi a Stornara (Foggia) e in provincia di Bari. 
Il servizio offerto riflette il punto di forza della Op Jonica che riesce ad offrire sul mercato europeo (in particolare tedesco, inglese e scandinavo) circa 45 prodotti bio con pedane miste. E con l’obiettivo di introdurre almeno una novità per anno. 
L’unica soluzione per adattarsi alle richieste della grande distribuzione che in Germania, ad esempio, copre il 91% degli acquisti. 
Siamo certificati bio e controllati dagli enti di entrambi le regioni” ha detto Ranaldo “e Taranto e Matera, pur essendo entrambe in Europa, hanno visioni diametralmente opposte in materia di lavoro e di sicurezza degli ambienti: una sfida che ogni giorno portiamo avanti”. 
Di grandissimo livello l’intervento del prof. Antonio
Antonio Schiavelli,
docente Università della Calabria
Schiavelli, docente dell’Università della Calabria e vicepresidente Unaproa, una società consortile per la valorizzazione della produzione ortofrutticola, il cui problema numero uno rimane la forbice tra prezzi corrisposti ai produttori e prezzi praticati ai consumatori. 
C’è la possibilità di portarci a casa un pezzo di valore aggiunto?” ha esordito Schiavelli. A nostro avviso sì, e la vostra iniziativa va nella direzione giusta”. 
Poi un aneddoto. 
Un giovane universitario eredita due ettari, una superficie piccolissima per il mercato attuale, ma lui ottiene dall’Alaska dove ha sede un deposito di gran parte dei semi esistenti in natura, un chilo di sementi di mais nero. Il marketing attraverso i social network lo premia fino ad arrivare sul mercato inglese ed americano. 
Questo è “un esempio di come cambia la distribuzione, ma anche un esempio della possibilità reale di invertire l’appiattimento del sapore dei prodotti, e sganciarsi dall'uniformità estetica”. 
Unico e limitante parametro considerato  dalla grande distribuzione e da molte direttive europee. 
Una delle sfide più grandi a cui questo progetto contribuisce è proprio il miglioramento della qualità alimentare strettamente connesso alla salute. 
Oltre al tentativo di recuperare una differenza di valore che arriva fino al 126%. 
Martin Siller, 
Bioexpress
La distribuzione diretta è una delle soluzioni possibili, con bioceste che vanno dai sedici ai ventuno euro. 
Marco Mangiamele,
project manager XTEL
E di come realizzare praticamente la distribuzione diretta hanno parlato Martin Siller e Marco Mangiamele. 
Il primo con l’esperienza della sua Bioexpress partita dal Trentino e poi estesasi in tutto il Nord Italia, il secondo con quest’esperimento che parte da Ginosa e si propone al momento per tutto il versante occidentale fino a Taranto in collaborazione proprio con Bioexpress che ha già maturato un'esperienza ultradecennale. 
Tutti i particolari sul portale opjonica.it. (OP JONICA)

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